Dopo l’attentato terroristico a Donald Trump dello scorso 13 luglio, tutte le attenzioni del mondo sono puntate sugli Stati Uniti. Non solo perché il tycoon è sopravvissuto, quasi per miracolo, nonostante il proiettile che gli ha colpito l’orecchio e tutte le incongruenze della sicurezza rilevate durante il suo comizio, ma anche per l’immediato e inaspettato ritiro di Joe Biden alle presidenziali, che ha ceduto il posto alla nuova candidata democratica, l’attuale vicepresidente Kamala Harris, che nelle ultime ore ha anche incontrato Benjamin Netanyahu. Proprio a proposito di questo incontro, del discorso di Netanyahu al congresso americano di Capitol Hill, di tutte le dubbie "coincidenze" nell’attentato di Trump – che hanno portato alle dimissioni della direttrice del Secret Service Kimberly Cheatle – il futuro delle elezioni americane e i rapporti con Unione europea, Cina, Russia e Ucraina, abbiamo parlato con il giornalista d’inchiesta Francesco Amodeo. Conduttore del programma “Fuori dalla Matrix” sul canale Byoblu, e della stazione Radio Radio, da anni si occupa di esteri e geopolitica, oltre alla sua associazione Federazione noi italiani, che da quest’anno entra anche in politica. Ecco tutte le sue previsioni e rivelazioni inedite, dall’ipotesi di futuri attentati negli Stati Uniti per mano dei servizi segreti iraniani, alla rielezione di Ursula von der Leyen in Ue; dalla spaccatura dei partiti italiani al governo in Ue, divisi fra tre diversi gruppi con le frizioni fra Tajani e Salvini, alla misteriosa alleanza di Trump con Orban e Robert Fico, con un singolare commento: “Di loro tre, due a quest’ora dovevano essere morti”. Tutta una questione di coincidenze?
Cosa pensa della recente visita di Benjamin Netanyahu negli Stati Uniti a Capitol Hill, di fronte al congresso americano? In un video commento sui social ha commentato che Netanyahu, nel suo discorso, avrebbe detto che non è vero che le forze armate israeliane colpiscono civili palestinesi perché li avvisano prima con un sms. È vero?
Netanyahu ha detto molte falsità, ma me lo aspettavo. Era costretto a raccontare qualche bugia, perché non può raccontare la verità su quello che stanno davvero facendo, ovviamente. Però le sue bugie sono palesi, smentite da video, immagini, risoluzioni dell’Onu, condanne che ha ricevuto. E sì, è arrivato a dire questa frase, ha detto “noi avvertiamo i palestinesi tramite flyers”, ha usato proprio la parola ‘flyers’, oltre a “sms e telefonate per fare in modo che nei posti dove andiamo ad attaccare non ci sia popolazione civile”. Ora con tutte le immagini dei palestinesi in fuga, che non hanno nemmeno acqua da bere, li immaginate a ricevere telefonate ed sms? Quindi sono dichiarazioni veramente surreali quelle di Netanyahu. Nella storia moderna in una guerra, mai erano stati colpiti tanti civili, i cosiddetti “danni collaterali”, anche perché non è nemmeno una guerra fra eserciti, ma è una guerra dell’esercito israeliano contro un popolo. È verissimo che quello che è successo il 7 ottobre è un attentato terroristico e per questo i miliziani di Hamas vanno puniti, ma la risposta a un attentato terroristico non si può trasformare in un genocidio, pulizia etnica o bombardamento di massa su una popolazione di due milioni di abitanti. Da una parte c’è l’Idf, un esercito super armato, con le migliori tecnologie, con i soldi e gli armamenti, anche degli Stati Uniti; dall’altra una popolazione inerme che non può difendersi. Non esistono nemmeno delle zone sicure per i palestinesi, perché dovunque vadano possono essere colpiti, come è successo anche al valico di Rafah.
Sui nostri media abbiamo visto alcuni spezzoni del discorso di Netanyahu, ma in generale, a parte alcune proteste fuori dal palazzo del Campidoglio dove ha parlato, e il cartello della deputata democratica Rashida Tlaib (che recita ‘colpevole di genocidio’), le reazioni sono state piuttosto tiepide e comunque poco critiche. Lei in un suo video-commento ha anche detto che alcuni membri del Partito Democratico avrebbero accusato i repubblicani di essere filopalestinesi. Cioè?
Sì, è così. C’è un’intervista surreale alla Cnn dove una senatrice ha accusato Kamala Harris di essere troppo sbilanciata in favore dei palestinesi. Ha detto proprio che ha ‘snobbato’ Netanyahu, ma questa è una cosa surreale perché sia Biden che gli americani in generale, l’unica cosa che fanno in maniera veramente trasversale è appoggiare Israele, con un sostegno unanime. Anzi, Kamala Harris in queste ore ha incontrato anche il premier israeliano in un incontro bilaterale. C’è stata qualche voce di dissenso, per esempio nei democratici che non si sono presentati al congresso, ma parliamo davvero di un piccolo gruppo, e alcuni manifestanti. Fuori dal congresso non c’erano tanti manifestanti anche perché c’è stata una forte repressione, ci sono stati circa 250 arresti e addirittura lo speaker della Camera ha detto avrebbero arrestato chiunque avesse creato problemi all’arrivo di Netanyahu.
Quindi sono state fatte intimidazioni preventive, per impedire di manifestare contro Netanyahu?
Assolutamente. Ho sentito personalmente l'intervista allo speaker della Camera che diceva anche all'interno del congresso chiunque avesse osato disturbare il discorso di Netanyahu, sarebbe stato arrestato. Fuori ci sono stati vari appelli e intimidazioni. Alcuni attivisti pronti a tutto si sono comunque presentati, sono riusciti addirittura ad abbassare la bandiera americana e a sostituirla con quella palestinese, ma sono gesti piccoli. Sicuramente l’unica cosa che i palestinesi hanno dalla loro parte, in questo momento, sono le opinioni pubbliche di quasi tutto il mondo, non solo quello arabo. In America ci sono state tante proteste, anche in queste ore, e sono scesi in piazza anche moltissimi ebrei, cosa che qui non succede.
Delle manifestazioni di protesta però si è parlato molto meno…
Vabbè, ma in Italia hanno parlato pochissimo anche della questione della direttrice del Secret Service - Kimberly Cheatle – che dopo l’attentato a Trump si è dimessa. Dimissioni ovviamente dovute al fatto che stanno emergendo delle complicità e non delle “falle del sistema”.
L’attentato a Trump ha colpito moltissimo perché ci si è chiesto come sia possibile una cosa del genere nel 2024, con i livelli di sicurezza che abbiamo oggi, con le telecamere di sicurezza. Quindi secondo lei non si è trattato di una semplice falla nel sistema?
Io avevo fatto una previsione sui social: avevo detto che se si continua a battere sulla pista delle falle nel sistema, allora la direttrice del Secret Service resterà col suo incarico almeno per un mese o un mese e mezzo (perché le inchieste interne per verificare le responsabilità durano 60 giorni); altrimenti se si segue quello che è emerso dai dati, dai video e dalle foto, si capirà che non si è trattato di una falla nel sistema, ma di una complicità; a quel punto la direttrice del Secret Service si dimetterà. Io avevo previsto questo ed è esattamente quello che è successo. Immediatamente dopo l’audizione davanti alla Commissione di vigilanza si è dimessa. Non si verrà davvero sapere cosa sia successo, regoleranno le cose a livello interno, probabilmente, ma una parte del loro apparato è “deviata”, una parte della loro intelligence ha cospirato per uccidere un ex presidente.
Il colpevole indicato è Thomas Matthew Crooks, un ragazzo poco più che ventenne; ma è verosimile che abbia fatto da solo un attentato del genere?
No, è assolutamente, matematicamente, impossibile. Quando ci sono dei comizi del genere, le zone vengono divise in perimetri e lui era su un tetto distante 150-200 metri, quindi rientrava nel perimetro della “zona rossa” di controllo, quello più pericoloso, dove si potrebbe colpire una persona sul palco. Normalmente quelle zone sono sorvolate da elicotteri, droni e hanno una copertura di cecchini. Quello è l'unico tetto che è rimasto scoperto, anche rispetto ad altri poco più distanti. Ascoltando alcune dichiarazioni dell’ex direttrice del Secret Service, aveva detto una cosa tipo “su quei tetti non c’erano cecchini perché il pavimento è scivoloso”. Ovviamente è stata attaccata in maniera incredibile per questo, anche perché sono stati fatti dei sopralluoghi ed è impensabile mettere in pericolo la vita di un candidato presidente, ex presidente degli Stati Uniti, perché “il tetto è scivoloso”.
Sono circolate anche immagini e video di diverse persone che hanno avvistato l’attentatore sul tetto prima che sparasse a Trump
Esatto e hanno avvisato, ma non c’era nessuno lì per intervenire subito. Era stato lasciato totalmente scoperto. La mia versione, totalmente personale, se non vogliamo parlare di un attentato organizzato per ammazzare il presidente, come accadde con Kennedy (dove le cose furono molto pasticciate), mi pare ovvio che si sia perlomeno lasciato correre. Questa persona è stata identificata come persona pericolosa, ma sembra che qualcuno abbia dato l’ordine di lasciar correre, perché non si sa mai che un tipo del genere poteva togliere una ‘patata bollente’ dal piatto.
Ma a chi giova questo attentato? Diciamo che l’esito ha prodotto due cose: da una parte, nel bene e nel male, Trump si è preso la scena, dall’altra Biden si è dimesso poco dopo
I repubblicani hanno avuto un inaspettato beneficio, nel senso che provando ad ammazzare Trump, lui ne è uscito vincente, però il colpo è esploso a un centimetro dal cervello; quindi, non è che se lo è organizzato da solo.
Sì, hanno provato a dire anche questo, che se l'è organizzato da solo l’attentato, è possibile?
Quella è una follia. Il Secret Service e gli apparati che si muovono dietro a Biden non avrebbero mai permesso una cosa del genere, che poi poteva andare contro di loro. Sarebbero stati loro i primi a smascherare le immagini e tutto ciò di falso che è stato fatto per favorire Trump. Quindi questa è un’ipotesi da non prendere proprio in considerazione e gli apparati ne sono usciti veramente malconci. Sicuramente ci vuole Trump, adesso che la sua popolarità è schizzata e soprattutto che Kamala Harris non ha possibilità, nonostante quello che dicono i media.
Secondo quanto hanno detto diversi quotidiani americani Kamala Harris, anche dopo i nuovi finanziamenti al partito democratico, sarebbe addirittura in testa sui nuovi sondaggi. Ha speranze di battere Trump?
No, speranze di battere Trump non ne ha. I sondaggi ci ricordano sicuramente quelli di Hillary Clinton contro Trump. Ma Kamala Harris fino a qualche mese fa, sia sui nostri media, ma soprattutto su quelli americani, era considerata come una vicepresidenza nell'ombra, che è andata contro quelle che erano le aspettative su di lei, una persona senza carisma, ed è stata sempre dipinta così. Poi adesso ovviamente è arrivato il contrordine ed è diventata “il supereroe che potrebbe battere Donald Trump”, con tutti i pregi del mondo. Il problema è che devono farlo per forza, c'è un motivo tecnico per cui devono fingere che Kamala Harris sia la persona capace di battere Trump: ho letto sul loro sito la questione delle donazioni al partito, e se anche alcune sono state fatte al solo nome di “Joe Biden”, in molti altri casi c’è una sorta di slash “Joe Biden / Kamala Harris”. Lo hanno fatto perché probabilmente sapevano che c’era la possibilità di questa sostituzione e si parla di centinaia di migliaia di dollari, che ora possono andare direttamente alla Harris. Se dovessero sostituirla, sarebbero costretti a far rientrare le donazioni, ma un nuovo candidato, proprio per questo, è un rischio enorme.
E chi ancora parla di Michelle Obama come di unica candidata che “può battere Trump”? Per esempio The Telegraph, nei giorni scorsi anche Washington Post
È un nome forte, ma adesso tutti i fondi raccolti sono su Kamala, per cui è più facile puntare su di lei, anche perché Kamala non ha troppi scheletri nell’armadio, è già stata messa sotto la lente quando ha avuto la nomina come vicepresidente.
Però sul passato di Kamala Harris negli ultimi tempi si sono dette alcune cose un po’ controverse: oltre a chi attribuisce la sua ascesa alla relazione con un uomo molto più grande, che l’avrebbe ‘spinta’, le sue posizioni critiche sui migranti in passato, e il fatto che da procuratrice ha messo in carcere moltissime persone anche per reati minori, per esempio legati al possesso di marijuana. Lei cosa ne pensa?
Ha un passato controverso e sicuramente nel suo lavoro è stata aiutata anche dal suo ex marito, ma questo è gossip. Ne emergeranno tanti altri, ma nulla di grave. Sui migranti invece sì, ha avuto posizioni controverse. Fece scandalo una sua frase in un’intervista - che adesso sta tornando fuori – quando le chiesero “Qual è la soluzione per i migranti?” e lei disse “La soluzione è una: non venite”. Ovviamente ci fu uno scandalo, perché non è che i migranti dal Messico vengano per fare una vacanza, ma per necessità, quindi servono soluzioni concrete al problema, non dire “non venite”. Come se lo facessimo anche noi con quelli che arrivano dall’Africa.
Tornando al Secret Service: dopo l’attentato a Trump e le dimissioni della direttrice, si può ancora considerare affidabile per la salvaguardia dei presidenti e/o candidati? Che fine farà?
Troveranno un capro espiatorio, ma difficilmente ce lo riveleranno. Come ho detto, avranno lasciato correre, nonostante le notifiche dell’attentatore sul tetto. Tra l’altro l’attentatore, Thomas Matthew Crooks, era stato segnalato, attenzionato, sembra si sia lasciato il tempo di farlo sparare: lasciatelo sparare take your time e colpitelo in un secondo momento. Questo non può capitare, se l’attentato fosse stato organizzato in maniera impeccabile, come dicono loro, dai servizi segreti iraniani, che volevano colpire Trump.
I servizi segreti iraniani?
Sì. In America dicono ci fosse un piano sofisticato da parte loro per ammazzare Trump.
Ma che interesse avrebbero loro nel farlo?
Perché Trump fece uccidere il generale Soleimani nel 2020 e gli iraniani giurarono vendetta, perché era un generale molto amato in Iran, ricordato ancora oggi. Però, chi accusa i servizi segreti iraniani, immagiamo se l’Iran avesse davvero interesse a far fuori Trump: con l’intelligenza sofisticata e i mezzi che hanno, ci sarebbero riusciti, ma non con un ragazzino di 20 anni che si arrampica su un tetto con un fucile. Quindi quelle accuse non possono essere credute. Per me la verità è un’altra. La mia versione, con un po’ di dietrologia è: di questo ragazzo, l’attentatore, si sa che era riuscito a fare dei sopralluoghi nei giorni prima, ha addirittura sorvolato il tetto con il suo drone, è andato ad allenarsi al poligono, ha cercato armi su internet… È ovvio che quel tetto sia stato lasciato appositamente incustodito, perché altrimenti, possibile che qualche giorno prima di un comizio così importante con l'ex presidente non ci siano già delle persone a supervisionare la zona? Hanno trattato Trump come se fosse un cantante che va a fare un concerto in piazza, dove metti un po’ di security per evitare due scazzottate. Poi degli americani si può dire tutto, ma non che siano impreparati dal punto di vista tecnologico. Hanno sistemi molto sofisticati, quindi altro che “falla nel sistema”, perché i repubblicani, con Trump, possono vincere in questo periodo storico.
Trump può davvero vincere le elezioni americane? Visto il precedente dell’attentato non proveranno a fermarlo?
Forse ci proveranno, ma adesso è molto più difficile perché, se è vero che ci sono state delle complicità, comunque l’attentato è fallito. Pensare di riorganizzare un altro attentato è quasi impossibile. Far fuori Trump, voleva dire portare i democratici alla Casa Bianca a occhi chiusi, perché i repubblicani non hanno un altro candidato, ma Trump con tutta la notorietà che ha raggiunto adesso, è in forze. Se non è sicura la vittoria, se la gioca bene.
E chi lo accusa di essere impreparato al confronto, ora che non deve più sfidare Joe Biden, ma Kamala Harris, che è più giovane? Alcuni hanno detto che ora non ha più argomenti per giustificare il suo discorso
Lui ora gioca più sul fatto di dire che dopo l’attentato non è lui a essere violento, ma quello che subisce violenza. Insomma, che non è l’antidemocratico che dicono, ma lo è chi voleva ucciderlo, che voleva uccidere “la democrazia americana”. Ha questi discorsi da utilizzare, anche se certo, la retorica di “Biden vecchio rincoglionito” non regge, anche perché adesso è lui quello più anziano, su questo proveranno ad attaccarlo. Però lui si è fatto affiancare da J. D. Vance, un candidato vicepresidente molto giovane, che contrasta questi attacchi e che è un po’ suo successore. Io credo che adesso la strada per Trump sia abbastanza spianata, anche se continuano a ripetere queste voci dell’attentato dall’Iran. Lo ha ribadito anche Netanyahu sul palco al congresso americano. Forse stanno preparando la strada per qualcosa di più sofisticato per poi buttare la colpa sull’Iran. Netanyahu ha anche fatto un appello senza precedenti agli Usa, chiedendo di unirsi a Israele in una guerra aperta contro l’Iran, chiedendo di fare una “alleanza contro il male”, ribadendo che l’Iran vuole fare attentati in America, che vuole portare la rivoluzione islamica in tutto l’Occidente… Più di questo che doveva dire? 60% del suo discorso era incentrato su questo, sottolineando anche che Trump in passato aveva sottoscritto gli accordi di Abramo.
Spostandoci invece in Europa: in Unione europea sono state rielette sia Ursula von der Leyen come presidente della Commissione, che Roberta Metsola come presidente del Parlamento europeo. Cosa pensa della loro rielezione? La situazione è rimasta invariata rispetto a prima
Una rielezione vergognosa, perché dimostra il totale scollamento tra i politici europei e il popolo. Ovunque ci sono state delle votazioni nazionali o generali per il Parlamento europeo. Sono stati battuti tutti quei partiti troppo europeisti e soprattutto quelli che hanno assecondato le politiche del Green Deal voluto dalla von der Leyen e poi è stata rieletta proprio lei, addirittura assieme al partito dei Verdi, quindi proprio i fautori del Green Deal, che è stato bocciato in tutti i Paesi.
Quali sono le ragioni?
C’è uno scollamento totale tra quelli che sono i vertici dell'Unione europea, che è sempre più antidemocratica e sempre più matrigna, e quelli che sono invece le volontà popolari, che non vengono rispettate nella maniera più assoluta, perché con i voti che ci sono stati nei Paesi europei è ovvio che non poteva essere riconfermata chi ha guidato l'Unione europea in questi cinque anni. Non si rispettano mai le volontà popolari, perché quando gli apparati statunitensi che si muovono dietro l’Ue trovano i loro fantocci, si fa molta attenzione che non vengano sostituiti, perché i nuovi arrivati potrebbero creare problemi all'agenda, come abbiamo visto anche in Italia, quando hanno riconfermato per più mandati i Presidenti della Repubblica o quando i premier non andavano bene e li hanno sostituiti con governi tecnici.
Lei è stato molto critico verso Ursula von der Leyen. In diversi interventi ha evidenziato criticità come la questione del Green Deal, la polemica sui contratti dei vaccini, gli sms scambiati con il capo della Pfizer di cui non si conosce il contenuto, sono fatti gravi che ha evidenziato, che ormai sono alla portata di tutti. Davvero allora non c’erano alternative a lei?
Il fatto di mettere il segreto sui contratti dei vaccini è stato fatto pochi giorni prima della rielezione, eppure tutti qui in Italia, soprattutto in alcuni ambienti, si fomentavano dicendo quanto fosse bella la sua riconferma, e infatti è stata rieletta. La Corte Ue l’ha condannata per mancata trasparenza per la questione dei vaccini, i contenuti degli sms con il capo della Pfizer sono segretati, ma questo non ha avuto alcuna importanza. Lei ha sottoscritto i contratti più costosi, miliardari, della storia dell’Ue, proprio per la questione vaccinale, quindi ci sono tutta una serie di criticità, però non sono servite a nulla. Sarebbero criticità all’interno di una democrazia, ma all’interno dell’Unione europea la democrazia è solo di facciata. Se la democrazia in Europa non esiste, hanno un disprezzo totale verso il parere dei popoli e soprattutto verso quelli che sono stati premiati dagli elettori, penso a persone come Robert Fico in Slovacchia, Orban in Ungheria, che addirittura formano il terzo gruppo più grande nel Parlamento europeo, ma viene loro tolta la parola, tolti gli incarichi…
E l’asse dei Patrioti di Orban?
È stato criticato perché si è permesso di andare a parlare con Putin. Qualcuno paventava persino l’ipotesi di togliere all’Ungheria la presidenza ai turni dell’Ue, per questo, ma è allucinante, perché gente come lui e Fico nel suo Paese è stata votata. Sicuramente fa riflettere il fatto che l'asse che è nato, quello dei “Patrioti”, fosse nato inizialmente tra Trump, Orban e Fico. Se pensi che due di questi dovevano essere morti a questo punto, entrambi per attentato…
Quindi secondo questa logica, potrebbero colpire anche Orban?
Orban è sicuramente in pericolo, ma è molto attento, anche se è nel mirino. Però hanno colpito Robert Fico che aveva da poco chiuso un accordo di collaborazione proprio con Orban, opponendosi agli aiuti in Ucraina e alle sanzioni alla Russia. Quindi, anche Fico era diventato un grosso problema.
Robert Fico ora è sopravvissuto e ha anche scritto sui social un messaggio tipo “Sono vivo, alla faccia vostra”
Sì, perciò gli è andata male a tutti. Per miracolo, ma anche lui è sopravvissuto. Adesso resta l’asse Orban-Trump. Orban ha visitato recentemente prima Zelensky, poi Putin, poi Xi Jinping, ma il tour glielo ha organizzato Trump, lo ha mandato lui. Se ci si fa caso, Orban ha incontrato prima Trump, che sicuramente gli avrà detto che se diventa il prossimo presidente degli Stati Uniti, devono cercare un accordo con la Russia e dei colloqui di pace, di far finire la guerra. Dato che attualmente in Unione europea Trump non ha un ponte (perché ormai sono tutti dietro agli apparati dei democratici), ha mandato Orban in avanscoperta, che infatti dopo essere stato in Ucraina, in Russia e in Cina, è tornato a riferire di nuovo a Trump. Tra l’altro il nome dei Patrioti per l’Europa assomiglia al Patriot Party, che era quello che anni fa voleva lanciare Trump. Non è una coincidenza, si è creato questo legame dove Orban aspira a essere il braccio di Trump in Europa, aiutato da Fico.
È una visione interessante, ma è anche l’opposto delle politiche dell’Ue e di Ursula von der Leyen. Lei in un video ha detto che “ci sta trascinando in guerra con la Russia”. A chi giova questa posizione dell'Ue?
Soltanto agli Stati Uniti e agli apparati americani. Quelli che hanno indotto Putin a partire dal 2014 a entrare in Ucraina. Infatti, nelle mie inchieste ho dimostrato che Ursula von der Leyen fosse interna a quegli apparati molto prima di diventare presidente della Commissione europea. Se si guarda la lista ufficilae del Bilderberg 2016 che si è svolto in Germania, era stata invitata proprio Ursula von der Leyen a parlare di Russia. È stata fatta entrare all'interno di organizzazioni che fanno gli interessi degli Stati Uniti, come il Bilderberg, come la Trilaterale… Sono organizzazioni nate per tutelare gli interessi degli Stati Uniti nel mondo, e guarda caso nel 2016 era stata convocata lei in una riunione a porte chiuse per parlare dei rapporti con la Russia.
Quindi c’è il rischio concreto di entrare in guerra con la Russia?
Allora, con l'arrivo di Trump, questa cosa verrebbe sicuramente evitata. Con i dem al governo invece, c'è questo rischio.
Qual è il ruolo degli Stati Uniti nelle decisioni cruciali sulla guerra in Ucraina? Qual è l’influenza diretta su Zelensky?
È un ruolo fondamentale, anche perché Zelensky non può nulla senza il sostegno economico e militare degli Stati Uniti. Assolutamente nulla. Quindi è una pedina nelle loro mani, non solo degli apparati Dem che fanno capo a Biden, ma soprattutto, dietro a tutto questo si muovono ancora quegli apparati neoconservatori che sembrano scomparsi, ma invece tutta l'agenda che stanno portando avanti in Ucraina rientra perfettamente, per filo e per segno, nei loro programmi. Se qualcuno lo andasse a rileggere, c’è un piano che gli apparati neoconservatori scrissero nel 2001, che si chiama Rebuilding American Defense, con l’idea di costruire una difesa americana. Lo lanciarono all’interno di un think thank chiamato PNAC (Project for a New American Century, ‘progetto per un nuovo secolo americano’). Lì hanno scritto tutto quello che avrebbero dovuto fare qualora una nuova potenza emergente avesse messo in pericolo la leadership americana. In quel caso si parlava proprio di Cina e di Russia. Ovviamente questo trattato è molto vecchio, all'epoca quando è stato scritto non c'era questo pericolo russo-cinese concreto, però se andiamo a vedere quello che hanno scritto all'interno di quel documento, è tutto quello che poi stanno applicando adesso.
Ovvero?
Per esempio hanno detto che in qualsiasi momento dovesse emergere una superpotenza che rischia di mettere in pericolo l'ideologia americana, devono essere pronti a tutto, anche a una guerra e soprattutto devono fare in modo che questa superpotenza si scontri con i suoi nemici. E quindi già si parlava in quel caso di guerra per procura. Esattamente quello hanno fatto. Quando hanno visto l'emergenza della Russia sono riusciti a trascinarla in guerra con l'Ucraina. Questo è esattamente quello che loro prescrivevano. E fra l’altro quel Project for a New American Century non è un caso sia stato redatto da Robert Kagan, un neoconservatore e marito di Victoria Nuland, che è l'eminenza grigia degli affari statunitensi in Ucraina. Victoria Nuland è la stessa che nel 2014 era in piazza a Kiev, in Ucraina, e la stessa di cui fece scandalo l’intercettazione telefonica in cui diceva “Fuck European Union”.
Cioè?
Sono fatti risalenti al 2014. Si cercava di stabilire chi dovesse essere il nuovo Primo ministro in Ucraina e l’Ue voleva dire la sua, ma l’ambasciatrice americana a Kiev, Victoria Nuland, disse “L’Ue si fotta, qui comandiamo noi”. Questo è emerso da intercettazioni telefoniche di una gravità inaudita, ma i nostri media avevano tergiversato, buttando fumo negli occhi, anche perché tutti gli articoli sul caso all’epoca erano incentrati a denunciare che le intercettazioni fossero stato rese pubbliche da Putin, non che fossero vergognose le frasi della Nuland. Usano il metodo a Assange: non sono gravi i crimini, ma è grave che qualcuno li abbia denunciati. È la stessa cosa: non è grave che questo abbia mandato a fanc*lo l'Unione europea, ma è grave che Putin lo abbia reso noto ai media, spiando le conversazioni di una diplomatica americana. I neoconservatori come Victoria Nuland e il marito si muovono dietro la Nato, e non possono ammettere l'esistenza di un mondo multipolare. Vogliono il mondo unipolare solo a guida statunitense.
Un’ultima domanda sull’Unione Europea: com’è messa l’Italia? Dopo il trionfo alle elezioni europee di FdI, si è parlato tantissimo di Giorgia Meloni, nei mesi scorsi; poi in realtà con l’attrito con von der Leyen sembra essere passato in secondo piano. D’altra parte, i partiti al governo in Italia, FdI, Forza Italia e Lega, in Ue sono in tre gruppi diversi (Conservatori, Ppe, Patroti per l’Europa). Come la vede?
Il fatto che Meloni, Salvini e Tajani abbiano delle posizioni così diverse è una cosa ridicola. Sicuramente Tajani e Salvini sono agli antipodi, sia per quanto riguarda l'Unione europea, sia per quanto riguarda il posizionamento geopolitico dell'Italia, sia per quanto riguarda la questione Russia-Ucraina. È veramente ridicolo chi dice che le questioni italiane interne sono diverse rispetto a quelle europee o internazionali, perché un simil ragionamento va bene se fossimo in un Paese che ha la propria sovranità politica e monetaria; ma dato che siamo in un'Unione europea che ci ha tolto qualsiasi sovranità, le politiche nazionali vengono imposte dall’Ue. E siccome siamo un Paese totalmente succube, ancora colonia degli Stati Uniti, dove tutto viene deciso a Washington e poi viene utilizzata l'Unione europea come tramite, è impensabile che governino dei partiti che hanno delle idee così diverse. Uno appoggia Trump, l'altro appoggia Biden. Uno vuole le sanzioni alla Russia, l'altro vuole toglierle. È veramente una cosa assurda che non può continuare nella maniera più assoluta. Tajani con il Ppe appoggia la von der Leyen, che vuole mettere al bando i Patrioti di Orban, dove c’è anche Salvini. Praticamente è come se Tajani volesse mettere al bando Salvini in Ue. Quindi spero che adesso, quanto prima, questo porti alla caduta del governo, perché non si può essere così divisi su dei temi.