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Jeremy Clarkson distrugge la politica americana: “Trump? Un pazzo con i capelli di nylon. Kamala Harris? Una donna che scriveva discorsi usando lettere scelte a caso. Sarebbe andata anche peggio”. La soluzione? “Un re come in Uk, perché…”

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

10 maggio 2025

Jeremy Clarkson distrugge la politica americana: “Trump? Un pazzo con i capelli di nylon. Kamala Harris? Una donna che scriveva discorsi usando lettere scelte a caso. Sarebbe andata anche peggio”. La soluzione? “Un re come in Uk, perché…”
Jeremy Clarkson, nella sua rubrica per il The Sun, dedica qualche riga ad asfalta l’attuale presidente americana, Donald Trump, ma anche la sua (ormai ex) avversaria alle elezioni, Kamala Harris: “Possibile che la nazione più potente del mondo abbia dovuto scegliere tra un folle e una donna che parla a caso?” Ma c’è una soluzione per la politica Usa? Sì, essere come il Regno Unito…

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Jeremy Clarkson sul The Sun è l’analista politico che non ti aspetti (e non trovi sui giornali italiani). Molto più diretto, molto più chiaro e molto meno retorico di altri. Alcuni direbbero che la sua penna rappresenta la vox populi, e volendo con questo denigrarlo un po’. Ma all’intellighenzia dal Qi alto servirebbe più birra (magari al The Farmer’s Dog?) nella loro vita. Magari scriverebbero con più gusto. Stavolta l’ex Top Gear parla di Trump, che già sappiamo non essergli molto simpatico: “Sappiamo sempre cosa passa per la testa di Donald Trump, perché è lui a raccontarcelo. Ogni pensiero che ha viene espresso ad alta voce. E a volte questo è un problema. Anche se quando dico ‘a volte’, intendo ‘sempre’”. E continua: “Questa settimana, ad esempio, ha annunciato che l'America ha vinto la Seconda Guerra Mondiale. Sono sicuro che questo abbia fatto stringere il cappello al cuore ai suoi fan laggiù, mentre distruggevano il più vicino showroom Volkswagen in un impeto di patriottismo commosso. Ma non è del tutto accurato. La semplice verità è che abbiamo tenuto Hitler a distanza finché i russi non sono riusciti a sconfiggere i suoi eserciti. Ma non ci fu tempo di spiegarlo a Donald perché era di nuovo impegnato a pensare ad alta voce, dicendo che avrebbe comprato il Canada e che la Dichiarazione d'Indipendenza americana era tutta incentrata sull'amore. E poi ha riflettuto su come il travagliato conflitto tra India e Pakistan vada avanti da secoli. Il che è strano, visto che il Pakistan è stato creato solo nel 1947”.

Donald Trump e Kamala Harris
Donald Trump e Kamala Harris

Insomma, un disastro. Ma l’alternativa quale può essere? Non l’ex vicepresidente, almeno secondo Jezza: “La debole comprensione della realtà da parte di Trump è preoccupante. Ma poi mi chiedo come sarebbe stato il mondo se avesse vinto la sua rivale, Kamala Harris. Peggio, probabilmente. Soprattutto per chi ha testicoli o utero”. Un paradosso, che la grande democrazia americana abbia prodotto leader così poco avvezzi alla leadership, almeno in senso virtuoso e moralmente accettabile: “È davvero incredibile che quando è arrivato il momento per la nazione più potente del mondo di sostituire Joe Biden, ormai quasi morto, abbia offerto agli elettori la possibilità di scegliere tra una donna che scriveva discorsi usando tessere scelte a caso da una busta dello Scrabble e un maniaco con i capelli di nylon. E in agguato c'è JD Vance, un teologo che pensa che le donne che sono state violentate dovrebbero essere costrette a partorire il bambino che ne è risultato”. Forse l’unica possibilità è fare quello che gli americani sanno fare meglio quando vogliono darsi un tono: somigliare al Regno Unito… “si vede la fine di questa follia. A causa del modo in cui vengono scelti i candidati (usando il denaro), solo i pazzi finiranno mai alla Casa Bianca. Quindi mi chiedo se forse non sia giunto il momento di cambiare il ruolo del presidente. Al momento, lui o lei esercita un potere enorme, mentre il nostro capo di Stato, il Re, no. È solo una figura di spicco che di tanto in tanto si fa vedere per aprire i parcheggi o per presentarsi sul balcone di Buckingham Palace, indossando un'elegante uniforme e salutando. Ecco di cosa hanno bisogno in America. Un presidente che apra le cose e saluti. E NIENT'ALTRO”.

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