Le città europee stanno diventando sempre meno inclini agli automobilisti e alla libera circolazione delle quattro ruote. Prima le imposizioni sulle emissioni, e le divisioni di molte metropoli (e non) in aree, in cui possono entrare solamente determinati mezzi. E poi i vari limiti di velocità. Dai classici 50 km/h dei centri abitati, dunque, il numero ha incominciato a scendere sempre più. L’espressione “città 30” dice qualcosa? Negli ultimi mesi in Italia tanto si è discusso di Bologna e della decisione del sindaco Matteo Lepore di imporre il limite per chi guida a 30 all’ora. Tanti i dibattiti, e le accese diatribe; ma a quanto pare non si tratta di una “moda” soltanto italiana. Scavalcando la Manica, infatti, la situazione non cambia, e forse addirittura peggiora… Ne parla Jeremy Clarkson in un articolo pubblicato sul quotidiano The Sun, dove offre un commento su tutti i fatti d’attualità britannici (ma non solo), o perlomeno i più curiosi; come per esempio la ragazza che ha voluto denunciare l’Otter Trust (ente di beneficienza) perché è caduta dal cavallo, a causa dello spavento improvviso di quest’ultimo. Ma, scrive Jezza, “qualcuno al potere deve porre fine a queste sciocchezze. Ma poiché è improbabile che ciò accada a breve - sottolinea -, farò una donazione a The Otter Trust se perderanno”. Dunque, secondo Clarkson la colpa è della stessa cavallerizza; guai a fidarsi troppo di un cavallo, soprattutto se si tratta di un Suffolk Punch, tant’è che Jeremy ha affermato che piuttosto “cavalcare un coccodrillo”. Caso strano, come quello di Lord Bathurst, proprietario del Gloucestershire Park, che ha deciso di introdurre un pagamento all’ingresso del parco per chi viene da fuori. In fin dei conti, commenta Clarkson, “gestire un patrimonio di quelle dimensioni costa una vera fortuna [...] - e - non riceve finanziamenti governativi”. Ma i cittadini non sembrano averla presa con la stessa diplomazia di Jezza: “Tutti i comunisti locali sono impazziti e lo scorso fine settimana diverse persone hanno deciso che invece di marciare a sostegno della Palestina o nel tentativo di fermare il petrolio, si sarebbero radunati al parco e avrebbero marciato lì [...] la loro argomentazione è incentrata sul fatto che Lord Bathurst è ricco, quindi dovrebbe far entrare la gente nel suo giardino gratuitamente. Sì, beh, McDonald’s è ricco - conclude il giornalista - ma nessuno riceve mai un hamburger gratis”. E infine il politico sostenitore dei limiti di velocità, almeno sulla carta…
Protagonista di questa vicenda che assume tratti paradossali è Zac Goldsmith, ex deputato tra le file dei Conservatori e ministro dell’ambiente, dell’alimentazione degli affari rurali e dello sviluppo internazionale nel governo di Boris Johnson. Goldsmith sarebbe stato multato di 5.500 sterline e gli sarebbe stato vietato di guidare, per essere stato sorpreso a superare il limite di velocità per ben sette volte lo scorso anno. “Quell’uomo deve essere un pazzo” ha pensato Jeremy quando ha letto la notizia, “ma poi - continua l’ex conduttore di Top Gear -, ho guardato quanto velocemente stava andando e ora non ne sono più così sicuro. Ha superato il limite delle 40 miglia all’ora (64.4 km/h, ndr) tre volte a Twickenham, due volte guidando a 46 miglia all’ora e una volta a 47”, e poi, continua il giornalista, fuori Londra “ha fatto 62 su una strada con un limite di 50 e 73 sulla M4 dove era in vigore un limite temporaneo sempre di 50. Quindi non stiamo parlando di Lewis Hamilton”. Ma il punto fondamentale (e divertente) della questione è che il politico “è stato sorpreso a oltrepassare il limite di 20 miglia orarie due volte, una volta a 28 miglia orarie e una volta a 29. E chi è stato a sostenere il limite dei 20? Sì, proprio Zac Goldsmith”.