Mercoledì 16 ottobre 2024, cinquant’anni del Gruppo dirigenti Fiat. E cogliendo “l’occasione di una ricorrenza speciale” John Elkann ha pensato di autocelebrarsi sul Sole24Ore a partire dalla storia della sua azienda, o di quel che resta (almeno in Italia) del mondo che orbita intorno a Stellantis: “Non ero ancora nato quando mezzo secolo fa 1.460 dirigenti si riunirono a Torino per dare un segnale forte alla società civile: nel clima teso di quella prima metà degli anni 70, crearono un'associazione per contribuire allo sviluppo del nostro Paese, mettendo al centro il rispetto dello stato di diritto e l'importanza del dialogo sociale. Nei giorni in cui il terrorismo prendeva di mira manager, impiegati, magistrati, il Gdf iniziava un percorso destinato a durare nel tempo e ad ampliare presto i confini del suo agire”. Ma il successo dell’azienda di famiglia si estende ben oltre il settore automotive: “Meno noto è il contributo che i dirigenti Fiat hanno dato alla nascita o allo sviluppo di una miriade di attività che per decenni in tutt'Italia ha generato e continuano a generano lavoro, investimenti e innovazione. Un patrimonio di esperienza e di capacità che, nato all'interno del Gruppo Fiat, ha permesso lo sviluppo di nuove imprese in molti diversi settori. Ne sono esempi realtà di successo come Diasorin, leader nella ricerca medica che ancora oggi nel suo nome ricorda la Società Ricerche Impianti Nucleari fondata da Fiat e Montedison a Saluggia nel 1956; o come Avio, un protagonista nel mercato aerospaziale le cui origini risalgono alle tecnologie sviluppate da Fiat Aviazione; e c'è molta Fiat anche nella storia professionale di Mario Rizzante, uno dei più brillanti imprenditori del panorama digitale italiano che ha fondato Reply”.
Tutto bello, anche “l’orientamento costante verso l'innovazione [che] è stata la vera matrice che ha accomunato generazioni di dirigenti Fiat, dalla fondazione a oggi”. Poi trattori e molto altro, ingegneria, sguardo verso il futuro e così via. O, quando parla un Agnelli, così sia. Ma cosa resta oggi di quel mondo? “La stessa Fiat, che vent'anni fa occupava l'undicesimo posto nella classifica internazionale dei costruttori, ora fa parte di Stellantis, quarto produttore del mondo: un gruppo che possiede la forza per affrontare e vincere tutte le sfide che ci porterà il futuro, inclusa quella della transizione elettrica”. Quindi gli scenari attuali dovrebbero essere i migliori possibili. Dovrebbe essere un grande risultato, per Fiat, essere in Stellantis. Ma vista la crisi della guida Elkann-Tavares, minacce di licenziamenti (forse ineluttabili), calo della produzione, possibile chiusura temporanea o definitiva di stabilimenti, forse la Fiat avrebbe avuto vita migliore nel suo piccolo. Elkann, comunque, non si dice allarmato: “Le sfide che abbiamo davanti sono certamente difficili, mala nostra storia ci ricorda dei molti momenti duri o persino drammatici che abbiamo attraversato. Ne siamo usciti più forti, grazie al contributo di tutti, lavoratori e dirigenti. Le statistiche sono note: meno dell'1% delle imprese in tutto il mondo è in grado di resistere sul mercato per oltre 125 anni. Se siamo stati in grado di festeggiare questo traguardo è innanzitutto grazie alle moltissime persone che hanno lavorato e tuttora lavorano con noi. E poi perché sappiamo dove sta la nostra forza: coraggio, forza pionieristica nel costruire il futuro, responsabilità sociale, insieme alla volontà di mantenere un dialogo aperto e costruttivo con tutti, nel rispetto della propria indipendenza” (da tutto, ma non dai soldi dello Stato).