Doveva essere solo un momento tenero, la classica scenetta da kiss cam: due persone beccate sugli spalti, inquadrate sul maxi-schermo durante un concerto dei Coldplay al Gillette Stadium di Boston. Un bacio, magari una risata, e via. E invece no. I due protagonisti, Andy Byron (Ceo di un’azienda tech milionaria, la Astronomer) e Kristin Cabot (capo delle Risorse Umane della stessa società), hanno reagito come due studenti beccati a limonare dietro la scuola: lui si è chinato per sparire dall’inquadratura, lei si è coperta il volto. Ma ormai era troppo tardi. Il video è finito online e, come spesso succede, ha fatto il giro del mondo in meno di 24 ore. I social hanno fatto il resto: è partita la caccia ai nomi, ai profili LinkedIn, alle fedine matrimoniali. Risultato? L’azienda ha sospeso entrambi, è partita un’indagine interna e Chris Martin (che aveva scherzato dal palco con un “o sono amanti o sono timidi”) ha poi chiesto scusa. Ma resta una domanda: la kiss cam è legale? Riprendere due perfetti sconosciuti senza il loro consenso e piazzarli al centro dell’attenzione durante un concerto è lecito? E se fosse successo in Italia?
La legge negli Stati Uniti
Partiamo dal contesto: siamo nel Massachusetts, uno stato dove – come nella gran parte degli Usa – la legge non riconosce il diritto alla privacy nei luoghi pubblici. Se sei allo stadio, puoi essere ripreso. E non puoi nemmeno lamentarti troppo, perché nel momento in cui compri un biglietto per l’evento, accetti spesso (anche legalmente) che la tua immagine possa finire nei contenuti live dell’evento stesso. Nessuna violazione, quindi. La kiss cam è considerata intrattenimento, non uso commerciale. E non c’è stata diffamazione, perché nessuno ha dichiarato pubblicamente che fossero amanti – il commento di Chris Martin era ironico, non accusatorio. In sintesi: dal punto di vista legale, nessuna infrazione. Certo, resta il danno d’immagine, ma negli Usa, se sei in pubblico e finisci in un video virale, non puoi rivalerti legalmente solo per l’imbarazzo o per il caos che ne deriva nella tua vita privata o lavorativa.

La legge in Italia
In Italia le cose cambiano. È vero che non serve consenso per riprendere persone in un luogo pubblico, ma secondo l’articolo 10 del Codice Civile e la legge sul diritto d’autore (art. 96-97), la diffusione di immagini senza permesso diventa illecita se causa un danno all’onore, alla reputazione o alla dignità della persona. In altre parole: se due persone vengono riprese a un concerto e il video fa il giro del web generando umiliazione, insinuazioni sulla loro vita privata e addirittura provvedimenti sul lavoro, ci sono gli estremi per chiedere il risarcimento del danno. Anche se la ripresa è lecita, la viralità non autorizzata può diventare una forma di “gogna digitale”. E in quel caso, chi ha diffuso il video potrebbe essere chiamato a rispondere. Soprattutto se l’intento non era informativo, ma voyeuristico o ironico. Insomma, in Italia, una kiss cam con “effetti collaterali” come questo potrebbe finire davanti a un giudice – magari non per punire l’inquadratura in sé, ma per come quella scena è stata trasformata in uno scandalo social.
