Chissà se questo pezzo Aldo Grasso lo ha scritto in spiaggia, sotto l’ombrellone. O se l’estate semplicemente entrava dalla finestra del suo studio. È più probabile, tuttavia, che sia stato ispirato da un servizio andato in onda in radio o in tv sull’estate più calda degli ultimi, boh, cinquant’anni, o cento, in base all’emittente che ne parla. E infatti l’articolo uscito sul Corriere della Sera è dedicato a loro, i vecchi cari media, che da un mese si stanno concentrando in modo forse un po’ troppo morboso a fare le pulci, anzi i gradi, alla stagione delle ferie. Seguendo i telegiornali di queste ultime settimane — tema principale: emergenza caldo — mi è tornato alla mente una gag di Luciana Littizzetto finita poi nel libro Col cavolo (Mondadori 2004), capitolo Tan tan tan (pag.83)”. Grasso si spiega: “Diceva così: ‘Emergenza maltempo. Allora. Capiamoci. Non è sempre catastrofe, il più delle volte sono solo le normali quattro stagioni di Vivaldi. Forse quelli del tg si sono dimenticati che in estate fa caldo, anche molto caldo, e in inverno fa freddo, anche molto freddo. Che i fiumi ogni tanto hanno la piena, che a Natale è abbastanza prevedibile che nevichi, a Ferragosto è normale che ci siano i temporali, a Trieste è normale che ci sia la bora, a Milano è normale che ci sia la nebbia e a Venezia succede che ci sia l’acqua alta. Non è sempre tragedia, cribbio’. Non sempre è tragedia, ma i tempi sono cambiati, il tempo è cambiato”.

La riflessione nasce dalle statistiche fornite da Mediamonitor.it, che ha calcolato il numero di volte in cui alcune espressioni vengono utilizzate dai canali tv e radio. “L’espressione ‘emergenza caldo’ è stata utilizzata 3.684 volte, circa una ogni 12 minuti, mentre ‘bollino rosso’ e ‘afa’ hanno ottenuto rispettivamente 2.887 e 2.329 menzioni. Ai gradini del podio, lo stop al lavoro nei cantieri nelle ore più calde, con 1.838 citazioni”. Nell’ultima settimana, però, le alte temperature hanno lasciato spazio a eventi di diversa natura: maltempo, nubifragi, grandinate, raffiche di vento. Nella prima settimana di luglio le tv parlano soprattutto di eventi metereologici avversi. Grasso commenta così: “È vero che, quando si parla di tempo, i luoghi comuni la fanno da padroni ma è anche vero che dal 2004 a oggi il clima è cambiato con eventi meteorologici più intensi e conseguenze negative per l’ambiente, la salute, l’economia e, ça va sans dire, per le ossessioni linguistiche di radio e tv”.
