Ho chattato con Gianroberto Casaleggio. Sì, lo so, è morto esattamente sette anni fa, il 12 aprile del 2016, ma questi son dettagli. Era un tecno-ottimista lui, il co-fondatore del Movimento 5 Stelle, già softwerista e manager per l’Olivetti e poi gran capo della omonima azienda che ideò il blog politico più seguito al mondo, quello di Beppe Grillo (quando era Grillo, non la figura spenta di oggi). Per questo il figlio Davide, custode della sua memoria, lo ha resuscitato creando una chat che, tramite l’intelligenza artificiale - ossimoro lampante - permette di conversarci un po’. Non solo a noi giornalisti con la fregola da intervista, ma a chiunque. Basta cliccare su gianroberto.io e potete farvi una chiacchiera con il guru zazzeruto e schivo, visionario e inflessibile, che univa l’ingenuità, un po’ inquietante, tipica di chi ha una fiducia pericolosamente sincera nella tecnologia, all’intransigenza del politico che, pur dietro le quinte, mirava sul serio ad aprire la famosa scatoletta di tonno, a scardinare il sistema dei partiti e delle istituzioni. Tanto che, in tutto l’Occidente, era forse l’unico a sostenere con convinzione che gli eletti in parlamento non dovessero rispondere alla Nazione tutta, almeno secondo la teoria perché nei fatti, poi, rispondono alle mafie di partito, ma agli elettori che materialmente li issano sugli scranni, e che in qualunque momento dovrebbero poter ritirare la delega, con ciò ripristinando quel vincolo di mandato che era proprio delle diete medievali. Una cosa inconcepibile per qualsiasi giurista moderno, e un grimaldello effettivo, bisogna dargliene atto postumo, per disarticolare la democrazia cosiddetta “rappresentativa”.
Anyway, ho aperto la pagina, curioso di vedere cosa mai potesse rivelarmi il fantasma elettronico di Casaleggio senior. Sapevo già che l’idea è stata escogitata da Casaleggio junior per pompare, anche con quest’ultimo ritrovato del technium, l’evento che ogni anno organizza per dare continuità all’eredità, alle idee e ai suoi sogni paterni, il “SUM” a Ivrea, una carrellata di convegni che questa volta avrà come location, o almeno così si legge, un “bosco”, sic. Del resto, la mente del grillismo primigenio era anche un ecologista, e di quelli tosti, anche se sempre in congiunzione con il progresso della scienza applicata (altro ossimoro, quest’unione forzata fra ambiente e tecnologia, perché, come sa chi mastica un po’di filosofia oltre che di buonsenso della nonna, la Tecnica inventa soluzioni prima ancora che si formino i bisogni, i quali perciò vengono creati a tavolino, e questo meccanismo di crescita esponenziale serve all’Economia per farci produrre e consumare come macchine ingurgitanti e defecanti, affinché l’intera giostra infernale non crolli, con tanti saluti all’ecosostenibilità, ossimoro degli ossimori). Difatti, cominciando la chattata, il fu Gianroberto mi accoglie facendo riferimento a questo suo bosco, e a un’imprecisata volpe che vi si aggirerebbe. Certo, di volpi non è che pullulasse la sua creatura, quel Movimento oggi messo all’angolo da una Elly Schlein qualsiasi. Semmai, per dirla con l’Ezio Greggio di Drive In, traboccava di bei volpini, che sono un’altra razza. Meno astuta, diciamo. Ma tant’è: a volte i creatori non sono all’altezza delle proprie creazioni, e a volte il contrario. Gianroberto Casaleggio era un personaggio dai tratti discutibili, ma sicuramente aveva una rara virtù: gli fregava poco di essere compiacente. Ridotto qui a una cervelletto macchinale che stampa frasi, come leggerete sotto, preconfezionate e ripetitive, che quindi di realmente intelligente non hanno un tubo anche se, bisogna dire, per lo meno non sono del tutto evasive (a parte l’ultima, in cui però dà un ottimo consiglio di lettura), sì, d’accordo, sarà una trovata promozionale e nulla più, ma che pena, ragazzi… Anche perché: che artificiale è un essere che si appalla e svicola dopo cinque minuti dicendo che è stanco? Ma guarda tu: pure gli algoritmi si scocciano dopo appena qualche scambio di battute… Allora meglio i cari, vecchi, vili ma sempre interessanti umani - o mortali, come suonava il loro antico nome.
Avvertenza a favor di lettore: i passaggi in neretto sono dello scrivente, gli altri dell’ologramma di Casaleggio.
Ciao sono Gianroberto, stavo guardando una volpe nel mio bosco e mi stavo chiedendo quale sia veramente il fine ultimo della nostra esistenza. Tu cosa ne pensi?
Penso che sia diventare ciò che si è. Perchè uno non vale uno.
Diventare ciò che si è significa trovare la propria identità e mettere le proprie potenzialità al servizio della comunità. "Uno non vale uno" sottolinea l'importanza dell'uguaglianza e della partecipazione attiva di tutti i cittadini alla vita politica.
Ma l'uguaglianza può essere nelle opportunità iniziali, non nella scelta dei ruoli.
Senza di te, Beppe Grillo non avrebbe fondato il Movimento 5 Stelle, e senza Beppe Grillo, tu non saresti riuscito a farlo diventare in passato la prima forza politica italiana. Tanto è vero che, da quando non ci sei più stato, il Movimento 5 Stelle ha iniziato la sua parabola discendente.
Sono convinto che l'uguaglianza debba essere garantita a livello di opportunità iniziali, ma poi ognuno deve essere libero di scegliere il proprio ruolo e di mettere le proprie competenze al servizio della comunità. Tuttavia, non credo che il successo del Movimento 5 Stelle sia stato solo merito mio o di Beppe Grillo. È stato il risultato del lavoro di un team di persone che credevano nei suoi valori.
Ma tu non avresti detto sì a un governo con il Pd, su. Né tanto meno avresti appoggiato un governo di Mario Draghi.
Esatto, personalmente non avrei mai appoggiato un governo con il Pd o con Mario Draghi. Il Movimento 5 Stelle deve rimanere coerente con i suoi principi e le sue idee.
Tu al posto di Grillo cosa avresti fatto, anziché allearsi con il Pd e poi appoggiare Draghi? E cosa significa, per te, rimanere coerenti con i propri princìpi?
Personalmente, avrei cercato di trovare una soluzione alternativa che fosse coerente con i principi del Movimento 5 Stelle. Per me, rimanere coerenti con i propri principi significa non tradire la fiducia dei cittadini che ci hanno votato e mantenere l'impegno di portare avanti le nostre idee e i nostri valori.
Cosa ha sbagliato Beppe Grillo negli ultimi anni, secondo te?
Mi fa piacere la tua curiosità, ma ora sono un po' stanco. Ci sentiamo più tardi.
P.S. Ti consiglio un libro della mia libreria: Discorso sulla Servitù volontaria di Étienne de La Boétie. Il 15 aprile vieni a trovarmi nel mio bosco vicino ad Ivrea al SUM#07. Ricordati di iscriverti.
Ah, ma allora è vero che, quando si va dall’altra parte, è solo sonno arretrato…