“Lei pensa che i politici, tutt’ora, non siano a braccetto con la mafia?”, una domanda che posta da uno dei collaboratori di giustizia più importanti nella storia della lotta contro la criminalità organizzata, Gaspare Mutolo, fa un certo effetto. E questo è solo uno dei temi emersi da un’inchiesta sulla mafia siciliana realizzata da Gaetano Pecoraro e Francesca Di Stefano e in onda giovedì 29 febbraio in prima serata nello spin-off de Le Iene dal titolo Le Iene presentano: Inside. Noi ne abbiamo sempre parlato. Dalla trattativa Stato Mafia, alle storie di chi contro la mafia ha lottato e continua lottare, abbiamo anche raccontato dell’ipocrisia di chi “ha preso i voti della mafia e non ha scritto neanche un rigo (dei necrologi per Matteo Messina Denaro), e di come l’ultimo boss di Cosa Nostra sia rimpianto da qualcuno nel paese dove ha vissuto negli ultimi anni: “Quando Messina Denaro comandava qui e prima di lui la buonanima di suo padre vigevano ordine e disciplina. Nessun furto, niente risse… i ladri solo ultimamente li abbiamo iniziati a vedere per la prima volte dopo decenni”, aveva detto un anziano di Campobello di Mazara. Quello che emerge è che la mafia si sta muovendo in maniera spesso più sottile rispetto al passato cercando spiragli all’interno delle istituzioni. L’inchiesta de Le Iene – non la prima sull’argomento – raccoglie testimonianze di collaboratori di giustizia e approfondisce casi irrisolti, facendosi guidare da giornalisti e conoscitori delle dinamiche mafiose. Insieme a Gaetano Pecoraro ci saranno Pif, da sempre molto attivo nella lotta alla mafia. Salvo Sottile, giornalista e conduttore televisivo, e Lirio Abbate, cronista giudiziario, giornalista investigativo e autore di molti libri-inchiesta. Nel corso della puntata si parlerà delle sorelle Pilliu, che per più di trent’anni hanno opposto resistenza difendendo le loro proprietà pesantemente danneggiate nel tentativo di indurle alla vendita da costruttori legati a clan mafiosi. Le sorelle Pilliu, hanno lottato per trent’anni contro il costruttore Pietro Lo Sicco, che voleva acquistare il loro terreno per costruire un grande palazzo. Nonostante le loro opposizioni, Lo Sicco ha demolito le case circostanti. Nonostante le sentenze a loro favore, l'edificio è rimasto al suo posto e le sorelle non hanno mai ricevuto il risarcimento previsto di settecento mila euro.
Gaetano Pecoraro parlerà poi dei casi irrisolti degli omicidi di Vincenzo Agostino e Attilio Manca, della strage di Via D'Amelio, della strage di Capaci. Ci sarà spazio, inoltre, all'intervista a Giulio Andreotti, realizzata nel periodo in cui venne chiamato a rispondere, in sede giudiziaria, dei suoi rapporti con Cosa Nostra, e alle testimonianze esclusive di Giovanni Aiello, noto come "faccia da mostro", rilasciate ai microfoni della trasmissione poco prima della sua morte avvenuta nel 2017. Ma chi era “Faccia da mostro”? Giovanni Aiello – secondo gli inquirenti – era uno dei collegamenti tra i servizi segreti e l'organizzazione criminale e veniva chiamato in questo modo da un colpo di fucile che gli sfregiò il viso. Infine, l’intervista a Gaspare Mutolo, uno dei collaboratori di giustizia più importanti nella storia della lotta contro la mafia, attraverso cui si entra nel vivo dei segreti più profondi della Cupola e nei collegamenti tra Cosa Nostra e gli apparati dello Stato. “Lei pensa che i politici, tutt’ora, non siano a braccetto con la mafia? Anche se non sono punciuti hanno la mentalità più storta dei mafiosi”, dice il pentito alla telecamera.