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La Russa, se Andrea Joly si fosse dichiarato giornalista quelli di CasaPound non lo avrebbero aggredito? E se fosse stato anche fascista…

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

23 luglio 2024

La Russa, se Andrea Joly si fosse dichiarato giornalista quelli di CasaPound non lo avrebbero aggredito? E se fosse stato anche fascista…
Ignazio La Russa ha condannato apertamente il fascismo in un’intervista al Corriere della Sera. Ma a che serve se poi gira intorno all’aggressione violenta di CasaPound contro un giornalista de La Stampa a Torino? Ecco la retorica della minigonna per non offendere gli amici, gli amici degli amici e gli elettori di destra. Ma davvero se Andrea Joly si fosse dichiarato giornalista non lo avrebbero picchiato? Forse avrebbe dovuto dichiararsi fascista e…

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

I giornalisti che vengono aggrediti fanno bene il loro lavoro.  Non per forza bisogna arrivare a essere aggrediti, ma chi scopre i nemici della democrazia – cioè quelli che picchiano i giornalisti – fa informazione e se fa informazione fa bene il giornalista. Andrea Joly, il cronista de La Stampa preso a botte dai fascisti di CasaPound a Torino, ha fatto bene il suo lavoro. Ma il presidente del Senato Ignazio La Russa? Ecco come commenta la vicenda: “Sulla vicenda di questi giorni, ho una posizione di assoluta e totale condanna”. Ma “ci vuole un modo più attento di fare le incursioni legittime da parte dei giornalisti. La persona aggredita, a cui va la mia solidarietà, non si è mai dichiarata giornalista. Non sto giustificando niente. Non credo però che il giornalista passasse lì per caso, trovo più giusto se l’avesse detto. Ma questo non può giustificare minimamente l’azione violenta”. 78 battute buone su 435, il totale della dichiarazione. Circa un quinto, niente, rispetto ai quattro quinti di retorica assolutoria. Come dire: condanno l’aggressione, ma la colpa è del giornalista, ma la colpa è del giornalista, ma la colpa è del giornalista, ma la colpa è del giornalista. Per quattro volte. Fino a farti dimenticare la condanna. In palestra si dice che i “ma” siano una vigliaccata. Le avversative sono solo un modo per risparmiarsi una trazione, un piegamento, uno squat, una serie di addominali. Anche stavolta ci manca, caro presidente, il suo sforzo politico. Un po’ come dire “non sono fascista, ma…” o “non sono razzista, ma…”. 

Ignazio La Russa
Ignazio La Russa
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Qui, però il colpo di genio. Oltre allo schema “non sono x, ma…” ne abbiamo un altro caro a certa destra: “Se vai in giro in minigonna poi non lamentarti se…”. Uniamoli: “Non sono x, ma se vai in giro in minigonna poi non lamentarti se…”. E abbiamo i cinque quinti, cioè l’intero, della dichiarazione di La Russa: condanno l’aggressione, ma se non stati attento poi non lamentarti se... Suona strano, soprattutto dopo l’intervista al Corriere in cui condanna il fascismo, infatuazione giovanile che si è lasciato alle spalle. Perché condannare il fascismo è esattamente condannare queste aggressioni senza trovare attenuanti, per esempio il fatto che la vittima non si sia dichiarata una giornalista. Fosse stato un altro comune mortale i fascisti avrebbero potuto picchiarlo? Anche l’italiano ha diritto di cittadinanza: condanna assoluta significa una cosa sola. Condanna senza aggiungere altro. E invece il presidente del Senato La Russa ha aggiunto 357 battute alle 78 che avrebbe dovuto pronunciare come rappresentate delle istituzioni (e seconda carica dello Stato). Come si fa a condannare il fascismo senza condannarlo? Concretamente così.

Le immagini dell'aggressione di CasaPound ad Andrea Joly
Le immagini dell'aggressione di CasaPound ad Andrea Joly
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