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Ecco come ricaricano la Tesla a Roma: roba da non crederci... La transizione ecologica de noantri [FOTO]

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

18 ottobre 2022

Ecco come ricaricano la Tesla a Roma: roba da non crederci... La transizione ecologica de noantri [FOTO]
A Roma la transizione ecologica passa per il "faccio un po' come me pare". Da qui l’idea di ricaricare l’auto elettrica attaccandosi direttamente all’utenza domestica. Un cavo lasciato scendere dalla finestra di casa et voilà, il gioco è fatto. E poco importa se i passanti potrebbero farsi male o se si blocca il marciapiede...

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

A volte è proprio questione di fortuna, anzi, una serie di fortunati eventi: avere i soldi per comprare una Tesla, l’auto pilota della transizione ecologica non esattamente alla portata di tutti, e quella di abitare al piano rialzato. Potrebbe per caso essere più comodo di così? Via il filo della ricarica giù dalla finestra e il gioco è fatto, l’auto è pronta a partire. Nella Roma dove vige l’arte dell’arrangiarsi, un po' a metà tra la furbizia e il disincanto, che talvolta tendono a sconfinare nella maleducazione o nell’allegra violazione delle regole, questa ancora mancava all’appello: si sa, le colonnine per la ricarica delle auto elettriche nella capitale scarseggiano, sono per lo più mal segnalate e molto spesso invase da chi le occupa per andarsene a cena, confidando forse nell’assenza dei vigili urbani. Niente paura, un sistema c’è: allacciarsi direttamente alla corrente di casa. L’idea è del proprietario di una Tesla bianca che vive in via Edoardo Fabbri, nel quartiere Prati, a soli pochi passi da piazza Mazzini. Prima ha trovato parcheggio esattamente sotto la finestra, poi, grazie alla Wallbox, il dispositivo che consente di prelevare la corrente dall’utenza domestica e trasmetterla alle macchine ad alimentazione elettrica, è stato facilissimo. Ha lanciato il cavo dalla cucina al piano rialzato, agganciato lo spinotto al bocchettone sulla fiancata posteriore sinistra e dare inizio alla ricarica. E non importa se i passanti rischiano seriamente di farsi male inciampando nei cavi: l’unico segno di accortezza è stato quello di attaccare dei foglietti bianchi, in modo da renderlo più visibile.

auto elettrica
Il "curioso" modo di ricaricare la Tesla di un romano

Le reazioni in rete non si sono fatte attendere. Molta ironia accompagnata da altrettanta indignazione: “Un grande!”; “Ma che davero?”; “Neanche in Brasile, benvenuti a Les favelas”; “Transizione ecologica alla romana”; “Sarebbe forte se la mattina dopo al momento di staccare la spina al posto della Tesla trovasse un bell’ambulante kebabbaro attaccato col suo furgoncino!”; “Almeno usa la sua corrente e non quella condominiale, come avviene spesso”. In tanti hanno pensato subito al bucato: “La lavatrice ha finito, stendi i panni...”; “Io ci avrei messo qualche maglietta stesa ad asciugare”; “Io invece le mutande…”. Tuttavia, in diversi hanno ringraziato per l’idea: “Sto progettando di farlo anche io, mi serve una prolunga da 40-50 metri”; “Non ha senso caricare così, ho anche io una Tesla... Si fa molto prima con le colonnine Fast in giro, massimo venti minuti, col carichino lo lasci tutta la notte e neanche arrivi a metà batteria”. Nella città del faccio come voglio il dibattito ormai è aperto: “Condannare lui o condannare il fatto che la maggior parte delle volte le stazioni di rifornimento elettrico sono non funzionanti o occupate abusivamente?”; “E la macchina parcheggiata in fondo, in curva, che impedisce di attraversare, la vedete? Uno schifo dietro l’altro!”; “Sta anche contromano, vergogna!”. Roma, del resto, è anche questo…

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