Una domanda se la pone Luigi Bisignani, “insider” tra le reti del potere, esperto di trame. Lo fa attraverso una lettera pubblicata su Il Tempo. C’entrano gli orari, le tempistiche, la cronologia con cui hanno gestito l’annuncio della morte di Papa Francesco e le normali procedure ufficiali che vanno rispettate in modo pedissequo, sotto la supervisione del camerlengo il cardinale Farrell. “Quando, verso le dieci del mattino, il cardinale Farrell, in veste di Camerlengo di Santa Romana Chiesa, ha annunciato la morte di Papa Francesco, la Sede Vacante era in realtà già stata aperta: la formale constatazione del decesso di Jorge Mario Bergoglio era avvenuta, e con essa il passaggio del munus petrinum, del potere papale, al Collegio dei Cardinali. Correttamente, di conseguenza, il cardinale Re, decano del Sacro Collegio, aveva già emesso la lettera di convocazione alle Congregazioni Generali per tutti i suoi confratelli”. Insomma, tutto in regola, ma svariate ore in anticipo rispetto alle tappe raccontate nelle varie maratone televisive. Cos’è successo? Hanno replicato, a favore di telecamera, quanto avvenuto in precedenza? Non esattamente.

Secondo Bisignani, ci sarebbe stato un “contrordine”: “La dichiarazione della sede vacante, con relativa firma dell’atto notarile, viene annunciata per le ore 20. Viene pubblicato il certificato di morte, che la fissa alle ore 7:35 del mattino, ma una vistosa macchia ipostatica sul lato destro del viso del Pontefice suggerisce un momento ben diverso, risalente a molte ore prima”. Ok, ma le stanze del pontefice erano già state sigillate, cosa abbiamo visto in televisione e in diretta? Un escamotage, secondo Bisignani: “L’appartamento del Palazzo Apostolico, dove Papa Francesco non ha mai messo piede, pieno di vecchi mobili e numerose macchie di umidità”. Evidenziato questo aspetto poco chiaro, Bisignani si pone una domanda: “Non è che gli uomini della comunicazione vaticana abbiano venduto i diritti di queste sceneggiate a qualcuno? E l’estrema unzione…? Non viene citata”.
