Forse il peggior nemico di Daniela Santanché è Daniela Santanché. Di certo “la pitonessa” (cit. Il Fatto) potrebbe diventare – anzi, sta già diventando – il peggior nemico interno di Giorgia Meloni, che vorrebbe invece levarsela dalle scatole: da pitonessa e serpe allevata in senso il passo è breve. E soprattutto tratto. Il caos Visibilia, il rinvio a giudizio per falso in bilancio, ora l’accusa di truffa nei confronti dell’Inps, ente pubblico, persino La Russa le consiglia di fare un passo indietro (l’unico che pare non volerla scaricare è Guido Crosetto). Ora Report, in una nuova puntata, approfondirà ulteriormente il caso della vendita delle quote di maggioranza di Visibilia editore e di Athena Pubblicità a una fiduciaria svizzera, la Wip Finance. Ma l’azienda di Lugano non è molto nota e i soci coinvolti nell’affare sono ancora sconosciuti. Si parte con Alatair D’Arcangelo, il deus ex machina parrebbe: 49 anni, neoimprenditore di una ditta di cosmesi, inserzionista delle riviste di Visibilia e ora “business developer” proprio di Wip Finance. Ex tossicodipendente per sua stessa ammissione e nel 2006, giovanissimo arredatore e consigliere comunale per Forza Italia, venne arrestato e condannato per possesso e spaccio di cocaina. Nove anni dopo, nel 2017, un’altra condanna per violazione di procedura. E ancora, nel 2019, quando viene messo ai domiciliari con l’accusa di bancarotta, associazione a delinquere, frode ai danni dello Stato, riciclaggio e autoreciclaggio. Secondo la procura, infatti, D’Arcangelo avrebbe gestito 98 società che avrebbero creato Iva fasulli nel settore immobiliare. Poi la scarcerazione due anni fa, ma nel 2023 sempre il Tribunale di Milano decide di sequestrargli 39 milioni di euro, il profitto della presunta frode ai danni dello Stato, accusa arrivare appunto nel 2019.
E Report parte da qui la seconda parte dell’inchiesta di Report. La domanda è: ma Santanché ha guadagnato qualcosa dalla cessione di Visibilia? In teoria sì, ma sulla carta le cose sembrano più intricate. In effetti Santanché aveva contribuito all’aumento di capitale di Visibilia con un investimento di 4,5 milioni di euro. Arrivati a quel punto Wip Finance, la società di Lugano, avrebbe rilevato le quote di maggioranza, acquistate per circa 2,6 milioni di euro. Quindi Santanché si sarebbe defilata dall’azienda con circa 2 milioni in meno rispetto a quanto aveva investito (non riuscendo dunque neanche a “pareggiare” i conti. Strano no? A questo si aggiunge un altro interrogativo. Secondo un amministratore di Rimeco, la cassaforta ticinese di D’Arcangelo nel Ticino, l’imprenditore avrebbe versato in Wip solo 100 mila franchi svizzeri. E i 2,6 milioni da dove arrivano?