Report riaccende i fari sulle attività imprenditoriali di Daniela Santanchè, con una bomba in particolare che riguarda Visibilia Editore, la società fondata dalla ministra del turismo che gestiva due riviste: Pc Professionale e Visto. Su MOW avevamo dato spazio a un ex giornalista di Pc Professionale, Federico Vergari, il quale aveva raccontato tutti i problemi con i pagamenti durante i suoi cinque anni come collaboratore freelance della rivista. Ogni volta, quando era il momento di fatturare, l'editore ghostava il giornalista. Il pagamento arrivava sempre e soltanto dopo decine di email di sollecito andate a finire nel dimenticatoio, seguite dalla fatidica frase: “vi faccio scrivere dal mio avvocato”. Una spiacevole routine che viene interrotta soltanto dal tracollo dell'editore, a maggio del 2022: la redazione fissa viene mandata a casa, i collaboratori spariscono, e Vergari questa volta deve ricorrere davvero all'avvocato per riavere i suoi soldi. Federico era esterno alla redazione, così come un altro giornalista che avevamo contattato, Marco Consoli di Ciak, altra rivista in area Visibilia. Anche Consoli ci aveva raccontato dei continui problemi, rinvii e tarantelle quando era ora di ricevere un pagamento. Per capire meglio cosa succedeva all'interno delle redazioni, Report manda in onda la registrazione di una riunione a cui partecipavano la stessa Daniela Santanchè e alcuni redattori di Pc Professionale. Ecco cosa si sono detti.
Nella registrazione mandata in onda dalla trasmissione di Sigfrido Ranucci, la pitonessa Santanchè, così la chiama Dagospia, chiedeva una sorta di favore ai suoi dipendenti. Avrebbero dovuto lavorare a tempo pieno, ma in solidarietà. Sarebbe a dire: avrebbero ricevuto un compenso dimezzato, di cui una parte sarebbe stata pagata direttamente dall'Inps. La proprietaria di Visibilia, questo il contenuto dell'audio tirato fuori da Report, avrebbe detto testuali parole ai giornalisti: “Ho voluto fare questa riunione perché stiamo riorganizzando la nostra casa editrice. Spero che venerdì firmeremo anche con i tre giornalisti di Visto. Per farvela breve, stiamo facendo un accordo per il quale loro avranno il 50% dello stipendio ma lavoreranno il 100%”. Che fortuna, viene da dire. Lavorare a pieno ritmo e venire pagati la metà, di cui una parte proveniente dalle casse statali. Un modo geniale di fare impresa, e non c'è da stupirsi se Visibilia Editore non sia l'unica azienda di casa Santanchè a essere fallita. Se la ministra negli anni è stata spesso al centro delle polemiche per le gestioni societarie, purtroppo sembrerebbero esserci dei risvolti tragici che vanno oltre gli aspetti economici della vicenda.
Giorgio Mottola, inviato di Report, è andato a intervistare Mirko Ruffino, figlio di Luca, ex socio della Santanchè morto suicida nel 2023. L'imprenditore aveva tentato nel 2022 di risollevare le sorti di Visibilia, acquistando azioni per circa due milioni di euro fino al giorno della sua morte, e diventando quindi azionista di maggioranza. Il figlio pensa che il suo ingresso in Visibilia abbia avuto in qualche modo una correlazione con la tragica scelta fatta da Ruffino il quale, secondo il figlio Mirko, avrebbe aiutato la Santanchè sperando di ottenere un ruolo nella politica come contraccambio. L'ultima bomba lanciata da Report riguarda Flavio Briatore, da sempre amico e sodale della ministra. Anche l'imprenditore cuneese la avrebbe aiutata a salvare Visibilia, sempre senza ottenere risultato. Secondo Report, il patron di Crazy Pizza avrebbe comprato le quote del Twiga che erano in mano a Santanchè e al suo compagno Dimitri Kunz, facendogli guadagnare un milione di euro prontamente versati in Visibilia. Siamo nel 2021, lo stesso anno in cui la Santanchè lascia Visibilia dopo le indagini per falso in bilancio, quando il Tribunale Fallimentare aveva richiesto la liquidazione delle quattro società che orbitavano intorno a Visibilia per insolvenze. Debiti, soprattutto con il fisco: la bellezza di 984mila euro di caselle esattoriali. Conti fatti male e continui passaggi di liquidità da una società all'altra. “Ancora c'è chi guarda Report e crede alle loro ricostruzioni?”, commenta Daniela Santanchè dopo essere venuta a conoscenza degli argomenti della puntata. Aspettando i dati Auditel, possiamo ricordare alla ministra che non c'è bisogno di vedere Report per venire a conoscenza dei suoi impicci manageriali: le ricostruzioni di Ranucci e dei suoi inviati non sono fantasiose, e spesso si tratta di notizie già verificate ed emerse sui giornali rispetto alle quali Report funziona da cassa di risonanza. Come nel caso dell'hotel El Camineto di Cortina, gestito da Flavio Briatore e Dimitri Kunz, con l'imprenditore di Cuneo che ha venduto le proprie quote al compagno di Santanchè e a un imprenditore alberghiero kazako, Andrey Toporov, già proprietario di un altro hotel nella località sciistica e considerato vicino a un oligarca russo, Viktor Kharitonin, che ha presentato il progetto per un eliporto a Cortina. La coincidenza sarebbe che, come raccontato da Report e prima ancora dai giornali, l'idea viene proposta da tempo, e indovinate da chi? Da Santanchè, ovviamente. In caso di frane o interruzione dei collegamenti, chissà che non voglia fare come aveva suggerito a Cogne, di trasportare i turisti in elicottero.