I guai per Daniela Santanchè sembrano non finire mai. La sua società editoriale, Visibilia Editore spa, è stata sottoposta a un procedimento di amministrazione giudiziaria. Ovvero, è stata commissariata. Questo è avvenuto a seguito di un causa legale intentata dagli azionisti di minoranza della società stessa, guidati da Giuseppe Zeno, i quali hanno denunciato alcune gravi irregolarità di tipo gestionale e contabile compiute dell'amministrazione. Alla società fanno riferimento alcune riviste di gossip, come Novella 2000 e Visto, insieme ad altri due magazine di settore: Ciak, relativo al cinema, e Pc Professionale, che tratta temi di informatica. Daniela Santanchè risulta come fondatrice della società, avviata nel 2016, e che ha lasciato ufficialmente nel 2021 dopo essere stata indagata per falso in bilancio, a seguito di una richiesta della Procura al Tribunale Fallimentare per liquidare le quattro società facenti capo a Visibilia. Come riportato dal Corriere della sera nel novembre del 2022, la società risultava insolvente rispetto a una serie di debiti contratti, compresi quelli con il Fisco, per un totale di 984mila euro di cartelle esattoriali da pagare. Secondo un'indagine della Guardia di Finanza, Visibilia risultava in perdita subito dopo l'apertura, ma ha coperto i bilanci con una contabilizzazione erronea e con l'immissione di liquidità. Due soluzioni che non hanno fatto che peggiorare la situazione. Secondo quanto enunciato oggi dai giudici, infatti, Visibilia Concessionaria, una società che, lo si capisce dal nome, è uguale ma distinta da Visibilia Editrice, e rispetto alla quale avrebbe dovuto risultare creditrice, avrebbe versato una quota di 3 milioni e mezzo di Euro direttamente ai creditori di Visibilia Editrice, e fu questo fatto a dare il via all’azione partita dai soci di minoranza. Questo ultimo passaggio può apparire complicato, e richiede una spiegazione relativa alla presenza stessa della Ministra del Turismo all'interno delle due società, la quale risulta essere controversa. Il suo nome, infatti, non compare mai nel decreto pubblicato dal Tribunale di Milano, sezione impresa. Tuttavia, come riportato dal Fatto Quotidiano e da altri quotidiani nazionali, la gestione contabile di Visibilia sarebbe stata controllata, gestita e amministrata da un'altra società, Visibilia Concessionaria s.r.l., di cui Daniela Santanchè risulta azionista al 75% tramite un'altra società ancora, la Dani immobiliare, controllata al 95% sempre da lei. In altre parole, sarebbe uscita dalla società senza uscire davvero.
Così, anche se Santanchè nel 2022 affermava di aver venduto le quote, e insieme di voler querelare chiunque avesse associato il suo nome a quello di Visibilia, ciò non ha naturalmente impedito che venisse indagata anche lei per falso in bilancio. Quasi un anno dopo, siamo a luglio del 2023, la stessa Santanchè affermò di non sapere di essere indagata, e insieme si lamentò di quella che sarebbe la cosiddetta giustizia a orologeria, parlando di imboscate dei giornalisti alla vigilia del D-Day al Senato, ma si trattava soltanto di una questione prettamente burocratica relativa ai tempi giudiziari. Il Fatto Quotidiano e il Corriere, all'epoca, ribadirono l'impossibilità da parte della Ministra di non essere venuta a conoscenza delle indagini. E c'è anche quello che ormai si chiama amichettismo, in mezzo. Sempre nel luglio del 2023, nel registro degli indagati ci finirono in mezzo anche Dimitri Kuntz d'Asburgo, il compagno di Daniela Santanchè nonché ex presidente di Visibilia, e Fiorella Garnero, sorella della Ministra amica di Flavio Briatore e consigliera della società editoriale che oggi è stata sottoposta a commissariamento. In quel caso furono fonti di Palazzo Chigi ad accusare i giudici di fare opposizione. Anche se i fatti di oggi ci raccontano un'altra storia. Il Tribunale ha nominato l'avvocato Maurizio Irrera come commissario di Visibilia, il cui compito sarà quello di far quadrare i bilanci, ridefinendo l'adeguatezza degli assetti organizzativi, contabili e amministrativi. È significativo ricordare che gli amministratori di Visibilia avrebbero proposto un piano di salvataggio che comprenderebbe un finanziamento di 600mila Euro da parte, di nuovo, di Visibilia Concessionaria, la stessa società che era già stata utilizzata per coprire, fallacemente, i debiti contratti in passato. Altrettanto a nulla è servito, come riportato un mese fa da tutti i giornali, che Daniela Santanchè, abbia provato a imporre, come garanzia su Visibilia, un vincolo di destinazione sugli immobili, impegnando di fatto la propria casa milanese, il cui valore è stimabile intorno ai 6 milioni di Euro.
Anche questo tentativo, come scritto dalla commercialista Daniela Maria Ausilia Ortelli nella sua relazione ispettiva su Visibilia Editor, risultò controproducente: “il vincolo di destinazione sugli immobili, giacché trascritto a beneficio della procedura concorsuale di Visibilia srl sarà opponibile anche a Visibilia Editrice, di cui Visibilia Editore è la holding, con la conseguenza - si legge - che il vincolo di destinazione sugli immobili della dott.ssa Garnero Santanchè, piuttosto che costituire una garanzia per Visibilia Editrice, in realtà l'ha ridotta”. Per dirla senza tecnicismi, peggio la cura della malattia. Quali conseguenze ci saranno ora? Senz’altro, possiamo dire che tutti questi problemi si vanno ad aggiungere, per Santanchè, al fallimento di un’altra società, la Ki Group, già amministrata dalla Ministra e dal suo ex compagno, Canio Mazzaro. Mettiamoci pure le polemiche relative alla campagna pubblicitaria Open to Meraviglia, di cui tutti ricorderanno la Venere del Botticelli influencer, e magari anche le polemiche sul conflitto di interessi relativo alle concessioni balneari. Il quadro è sicuramente grave, e le ultime notizie su Visibilia costituiscono un ulteriore danno di immagine per Daniela Santanchè, e se il Fatto Quotidiano ha già lanciato da un anno una petizione online per chiederne le dimissioni dal Ministero del Turismo, la polemica non è certo destinata a diminuire.