Ogni volta che un ministro potrebbe cadere, la strategia del governo sembra essere precisa: metterne un altro in grado di far dimenticare il primo. Via Sangiuliano dopo lo scandalo Boccia, ecco Giuli con le sue basette e la sua eloquenza posthegeliana supercazzoliera da universitario a caccia di un diciotto. Finita l'epoca di Welcome to Meraviglia, il sostituto di Daniela Santanchè ha il compito di relegare all'oblio tutti i processi della ministra, le campagne social inefficaci e le soluzioni turistiche tipo l'elicottero taxi da e verso Cogne. Il nome potrebbe davvero funzionare: Lucio Malan. Se il suo nome non vi dice nulla, ecco un ripassino velocissimo: capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, era quello che aveva detto in diretta a Un giorno da pecora che “l'omosessualità è un abominio”, argomentando la sua posizione attraverso un libro della Bibbia, il Levitico, e approffitandone per scagliarsi contro le nozze gay.
Immaginate di aprire una guida turistica dell’Italia e trovarci un’introduzione del tipo: “Godetevi le bellezze del nostro territorio, ma ricordate: il Levitico non approva i vostri comportamenti effemminati. Firmato, Lucio Malan, Ministro del Turismo”. Turismo sì, ma solo se eterosessuale? Dopo la bufera scoppiata per le sue dichiarazioni a Un giorno da pecora, dove ha sfoderato il Levitico come arma di distruzione di diritti, viene da chiedersi: come potrebbe Malan promuovere l’Italia? Un Paese che, per la cronaca, vive anche grazie ai turisti Lgbtq+, che ogni anno portano milioni di euro nelle nostre città. Ok, se si parla di soldi non si guarda in faccia a nessuno, questo è vero, e magari non gli si guarda nemmeno nei pantaloni, però qualche domanda sulle competenze di un ruolo così importante ce la si pone. Con Malan ministro, il turismo italiano potrebbe prendere una piega del tutto inedita. Ad esempio: Firenze: oltre agli Uffizi, un tour speciale sulle influenze eretiche del Rinascimento, che secondo certe interpretazioni bibliche sarebbe già un abominio di suo. Magna Grecia depennata dalle liste, che i greci erano un popolo di pagani col vizietto. Roma: salta il Colosseo che era stato costruito da dei pervertiti e visita direttamente il Vaticano, magari per un corso rapido su come reinterpretare le Scritture a seconda delle esigenze politiche del momento. Costiera Amalfitana: niente frutti di mare, perché il Levitico è molto chiaro sui gamberetti e sulle loro sembianze ambigue.
Sui Pride stendiamo un velo pietoso e multicolor, senza bisogno di aggiungere altro. La Via dell'Amore alle Cinque Terre va bene, a patto di rinominarla Via degli Etero. Al David di Michelangelo si potrebbe mettere un bel paio di boxer, magari collaborando con qualche brand di biancheria intima. Certo, vietare l'ingresso in Italia ai turisti non dichiaratamente eterosessuali potrebbe risolvere i problemi di overtourism, quello sì un vero abominio. Il problema è che il turismo sarebbe l'arte dell'accoglienza, la xenia che presso i greci era patrocinata da Zeus in persona, mentre la discriminazione e la chiusura mentale sono di segno inverso, checché (non checche, sia mai) ne dica il Levitico.