Antionio Filosa è abbastanza “punk” per salvare Stellantis? Il riferimento è a una frase di Sergio Marchionne che risale dal 2016, due anni prima della sua morte, in cui l’allora amministratore delegato che di lì a poco avrebbe diminuito le sue apparizioni, aveva detto in merito a Fiat-Chrysler (Fca): “Non farò più inversioni di tendenza. Ho chiuso. Lasciate che lo facciano i giovani punk”. Chissà se il nuovo ad 52enne, nato a Castellammare di Stabia, diplomato a Ostuni e poi a Milano, è il punk che Marchionne si immaginava, chiamato per gestire l’“anarchy in the Usa” – parafrasando i Sex Pistols – che suonano i dazi di Trump. Sicuramente è uno con “l’azienda nel sangue”, come ha detto lui stesso in una nota ai dipendenti. Filosa è entrato in Fiat controllando la verniciatura delle auto in Spagna, poi ha scoperto l’America. Ed è forse per questo che Stellantis l’ha scelto, perché i conti non positivi e un’incertezza tale da sospendere le stime di bilancio per il 2025 potevano essere affrontati solo guardando a quello che, ad oggi, è il futuro del gruppo: gli Stati Uniti, il futuro che ha scelto John Elkann.

Chi si gonfia d’orgoglio per il ritorno di un italiano alla guida di quello che, nel frattempo, è diventato un gruppo italo-francese con la fusione tra Fca e Psa, non ha capito che Filosa è arrivato per attraversare l’Atlantico, non le Alpi. Carlos Tavares era visto come “il francese”, proprio per il suo trascorso al vertice di Psa. La nomina di un italiano riporta – almeno a livello di organigramma, dal momento che ne capitale di Stallantis c’è l’Eliseo, non Palazzo Chigi – la bandierina della competizione interna in Italia. Ma il vero obiettivo sono gli Stati Uniti, i cui ordini tengono su il gigante dai piedi d’argilla. Per coltivare questo rapporto, ecco che arriva “l’americano”. In oltre 25 anni di carriera Filosa ha diretto il polo industriale di Betim, in Brasile; rilanciato Fiat e Jeep in America Latina; gestito l’Argentina; portato Jeep alla leadership fuori dagli Stati Uniti e nel 2023 ha assunto la guida del marchio a livello globale. Dal 2024 è Chief Operating Officer per le Americhe e da quest’anno Chief Quality Officer. Ma è il lavoro capillare già impostato tra Stati Uniti e Canada a essere probabilmente risultato decisivo. Un lavoro di ricucitura dei rapporti con fornitori, sindacati, concessionari. Solo così Stellantis può sperare di resistere alle turbolenze del mercato causate dallo spauracchio dei dazi. Da un lato, Elkann cerca rassicurazioni andando appresso a Trump, dall’altro dà le chiavi del suo mezzo più importante a Filosa. L’entrata in carica è prevista per il 23 giugno, poi un tour mondiale negli stabilimenti tra Italia, Francia, Cina e Stati Uniti. E per l’“americano” Filosa, che vive in Michighan, sappiamo già quale di queste tappe lo metterà più a suo agio.

