Seguo Eurovision da quando andava in onda su RaiMaiPiù, canale 857 forse. Anche se è brutto forte, lo è sempre stato. Peggio di Sanremo? Potete scommeterci la nonna. L'Italia è tra le 'Big Five', ossia le nazioni fondatrici dell'evento, ma per lungo tempo ha rinunciato a parteciparvi. Fino al 2011 con Raphael Gualazzi, pescato dal Festival di Sanremo. Siamo rientrati in gara dopo un'assenza di tredici edizioni e, a giudicare dal contesto circense, non stupisce la perpetrata decisione di asternerci. Ora, come è sempre stato, siamo di diritto in finale, chiunque presentiamo. E lo siamo insieme a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Questo perché, in quanto 'Big Five', abbiamo finanziato 'sta roba agli esordi, nel 1956 quando vinse la Svizzera con una canzone dal titolo per nulla scontato, "Refrain" (ritornello, ndr). 2025 e siamo di nuovo lì, nello specifico a Basilea, grazie alla vittoria di Nemo dell'anno scorso, quello con cui il Maestro Amedeo Minghi s'incazzò come un puma via Facebook perché aveva azzardato indossare la gonna sul palco. Beh, vediamo un po' come è andata iersera, al solito senza il minimo rispetto in pensieri, parole, opere e opinioni, questa diretta arricchita (?) dal commento audio di Gabriele Corsi e BigMama. Diamo i numeri con le pagelle della prima, squinternatissima Semifinale dell'Eurovision!
Michelle Hunziker mezzo pacca la conduzione perché ostaggio del Gabibbo (voto 4)
Se all'Italia dell'Eurovision, nonostante l'hype social degli ultimi anni, frega poco e niente, per il resto d'Europa l'importanza di questo evento è paragonabile soltanto alla nostra Nazionale di Calcio ai Mondiali 2006. Ne sono ossessionati, è tipo un gigantesco Sanremo internazionale. Chiunque lo conduca, quindi, viene visto da milioni di persone, in adorazione costante. Michelle Hunziker, svizzera doc, ha dovuto rinunciare al timone di 'sto carrozzone perché Antonio Ricci non le ha dato il permesso di separarsi dal Gabibbo in settimana. La vedremo, quindi, 'solo' al comando della finale, sabato sera. Ora vai a spiegare, che ne so, all'Azerbaijan che la presentatrice ha dato mezzo pacco in quanto ostaggio di un pupazzo umanoide sovrappeso, belin! In compenso, Hazel Brugger, la comica che ha preso il posto della nostra 'Losanna', sa fare cose molto strane con la lingua. Eccola darne prova in uno dei momenti più cringe dell'intera serata (oltre all'assenza di Michelle causa Gabibbo, s'intende). Ah, la verve comica svizzera, che chiccheria!

Il 'Graziarcà' catartico di BigMama, una liberazione: voto 7
BigMama in gabbia. Quest'anno la Rai ha deciso di fare a meno del rischio intemperanze durante il commento audio di 'sta roba, quindi bye bye a Mara Maionchi. Per non parlare di Cristiano Malgioglio che, un paio di edizione fa, si era permesso di definire la cantante della Spagna "Una Gennifer Lopez da disguant" provocando una crisi internazionale (sul serio, si è dovuto scusare pubblicamente, i nostri cugini iberici erano pronti a farci la guerra - forse non solo sui social). Quindi stavolta, nonostante le canzoni siano quasi tutte horror, i due 'conduttori' nostrani, si fanno andare bene ogni cosa, riempiendo di complimenti qualsivoglia ciofeca. Si vede, anzi si sente, che BigMama voglia eruttare con la tracotanza del Vesuvio di fronte a certi scempi, ma purtroppo non può. E quindi chiama tutti 'cuccioli', finge di commuoversi per la performance totalmente anonima della Svizzera (che ha ben pensato di non vincere due volte di fila, altrimenti le toccherebbe riorganizzare tutta 'sta caciara pure l'anno prossimo e quindi presenta brano e artista più anonimi del numero di telefono di un call center che ha visionato il tuo cv). Verso fine serata, però, prorompe in una catartica scintilla. Il (giustamente) democristiano Gabriele Corsi si complimenta con la banalità assoluta del verso di un pezzo in gara: "Molto poetico, dice che i fiori sono più belli se li annaffi". "Egraziarcaz..." replica BigMama, ma lui la interrompe per metterci subito una pezza: "Grazie al pollice verde, infatti, sì". In questa frazione di secondo, quella del legittimo improperio, la cantante è stata davvero 'Tutta l'Italia'. Ha servito, ha madrato, ha mangiato senza lasciare nessuna briciola, ha slayato. Come lei ama dire e soprattutto ripetere senza posa. Grazie. Arcà.
Quelli che ben twittano e che snobbano l'IMPERATORE Gabry Ponte: voto 2 (a loro, eh)
Gabry Ponte rappresenta San Marino con 'Tutta l'Italia', la canzone a suo modo già vincitrice dell'ultimo Festival di Sanremo. Sacra tamarrata doc, è impossibile levarsela dalla testa fin dal primo ascolto, si attacca come la colla, non te ne liberi mai più. Proprio per questo, per la sua natura così oscenamente pop al sapor di giostre di Cinisello Balsamo, la maggior parte di quelli che ben twittano la snobbano, girando occhi e tastiere al cielo appena l'IMPERATORE Gabry Ponte si presenta in scena. In pratica, è un aut o aut: o ti piace Lucio Corsi, quindi sei un intellettuale, o ti piace l'ex Eiffel 65, e quindi sei un rozzo ignorante senza scampo. Che idiozia. Tutti amiamo muovere il culo, dai Premi Nobel a chi non ha nemmeno la terza media. Questa puzzetta sotto al naso non ha senso di esistere. E poi quanto fa ridere che il torinese Gabry Ponte rappresenti San Marino, con grande scorno degli stessi sanmarinesi che avrebbero preferito un artista autoctono, con un brano che si intitola, appunto, "Tutta l'Italia"? Un errore del Matrix sfiziosissimo, una delle (pochissime) meraviglie di questo scalcagnato Eurovision. State zitti e muovete quelle terga che qui l'IMPERATORE della dance rischia pure di vincere il contest. Lui e i due cantanti mascherati che si porta appresso. Magnatevela una gioia, su, che non morde. Io invece sì. Se mi toccate l'IMPERATORE con la vostra inutile spocchia da sommelier delle sette note, "Santissimo Craxi!".
Lucio Corsi, il nostro elfo ribelle mezzo viola il regolamento armato di fisarmonica: voto 10
Voleva essere un duro. E minchia se lo è. Lucio Corsi si esibisce per la prima volta all'Eurovision, come fosse a Scandicci. Non è in gara, come detto l'Italia ha il posto fisso assicurato in finale perché tra le 'Big Five' dell'evento. Risulta l'unico a non presentarsi in scena con acrobazie circensi, effetti strobo, la solita canzone di merda. No, lo vediamo col suo cerone bianco sul muso, seduto a un pianoforte lunghissimo che, però, non può suonare veramente. Il regolamento del contest lo vieta, consentendo soltanto basi pre-registrate. Una roba senza senso che lo ha infastidito non poco. In rivoluzione silente, invece di fare il diavolo a quattro, si porta dietro tutti gli strumenti necessari, incluso l'amico da una vita e producer Tommaso Ottomano. Nel momento in cui si alza in piedi per concludere il brano, estrae una fisarmonica e la suona live mentre canta. Fatta la legge, trovato l'inganno. La fisarmonica, a fiato, dovrebbe essere consentita dall'organizzazione dell'evento. Ma vogliamo sognare: nel caso in cui si ritrovasse squalificato per essersi ostinato a suonare dal vivo, toccherebbe farlo immediatamente eroe nazionale. Più di quanto già non lo sia. Tra le altre cose, dopo tantissimo rumore trash da morire, Corsi ha portato su quel palco una Signora Canzone, oggettivamente l'unica. Un po' come a spiegare agli altri scalmanati come si fa. Ci voteranno in due? Pazienza. Non essere compresi da chi 'comprende' il terrificante frastuono udito iersera sarebbe comunque una medaglia al valore già di per sé. In un mondo in cui tutti si agitano per farsi notare, siate Lucio Corsi che manco sa l'inglese ma abbozza mettendosi a 'suonare' un filo d'erba sui social, in mezzo alle mucche. Non inventabile. E ce l'abbiamo soltanto noi, questa creatura meravigliosa. Tra l'altro, anti-televisivo per anti-televisivo, la sua performance è stata il primo reel Instagram del profilo Eurovision a raggiungere il milione di views. E hic et nunc, mentre scrivo, sta già a 3.5 milioni. Proprio quello che nemmeno ci doveva andare, che ci avrebbe fatto fare una figura di merda mai vista. Tiè, teneteve 'sti spicci.
Ma veramente c'è gente che vota 'tramite telefono fisso' nel 2025?? N.C. (Nel senso di 'Non credo')
La prima Semifinale di questo Eurovision si apre con una sorpresa (almeno, per me). La voce di Gabriele Corsi annuncia entusiasta le modalità di televoto e, la prima, è quella "da telefono fisso". Oh, ci ho pensato per tutta la serata: esiste davvero qualcuno con ancora in casa un "telefono fisso" nel 2025? Non è una roba tipo la Sip, superata già nell'Alto Pleistocene? Niente, è soltanto una considerazione random. Su X c'è chi sostiene, orgoglioso, di possederne uno, per quanto scollegato, causa valore affettivo ("era di mamma", "era di nonna" e via così). Per chi non l'avesse mai visto, allego foto di un "telefono fisso" a rotella, ero convinta che oramai esistessero soltanto nei musei, scusate. Forse sono pure un po' commossa.

Le canzoni in gara sono tutte orrende, dai, non prendiamoci in giro: voto 0.5
L'Eurovision ha una peculiarità specifica: è tanto sentito in tutta Europa quanto brutto da morire. Lato show vale come gigantesca cafonata internazionale, ogni Stato presenta il più clown dei propri artisti, sperando di far colpo sul pubblico tramite un complesso, accecante sistema di trash e leve. L'Ucraina, per esempio, brilla di fucsia e il tizio che canta pare fisognomicamente Serena Brancale sotto anfetamine. Il croato Marko s'è bingiato troppe volte qualsiasi film di Tim Burton prima di salire su quel palco, la tigressa polacca, tornata nel contest dopo 30 anni, è strizzata in una tutina nera trasparente, della stessa consistenza di un paio di collant. E incede sulla neve in tacco 12. Chissà che belva si sente. Tutti sono impazziti per il trio svedese che 'canta' di amare la sauna, una roba che manco i Cartoons negli anni Novanta avrebbero azzardato. L'estone Tommy Cash, criticatissimo da mesi per il ritratto pieno di cliché che fa dell'Italia nella sua 'Espresso Macchiato', forse è nato senza ossa, quindi dà vita a questo balletto perenne in cui fluttua sul palco in modo inquietante sulle note scassate di un tormentone orrendo (e, infatti, già super virale, non vedo errori sinceramente). Oltre cotanti cazzotti negli occhi, purtroppo arrivano pure 'quelli impegnati' (per fortuna, pochi). Tra questi di certo lo sloveno, il Simone Cristicchi della kermesse. Il titolo della sua canzone è, in inglese, "Quanto Tempo ci Resta?" e parla della moglie a cui è stato diagnosticato un tumore (porella). Per essere il più sottile possibile, appena inizia a cantare sui maxischermi dietro di lui ecco filmati della coniuge malata, mentre va a fare la chemio. Delicatissimi. Il norvegese, classe 2006, canta a ritmo 'dance' di come è uscito da una qualche relazione tossica e, ovvio, lo fa in cosplay da fighter di Tekken. Forse era meglio un salmone. Gli albanesi sono creepy assai, ne ho grande timore: lui sibila al microfono frasi che paiono imprecazioni brutte, sguardo fisso in camera, mentre lei di rosso vestita urla tipo antifurto, probabilmente le medesime imprecazioni. Solo, in modo più teatrale. Devono aver preso malissimo il piazzamento in scaletta: farli esibire subito dopo l'IMPERATORE Gabry Ponte è cattiveria pura. Forse anch'io avrei reagito così. Comunque, passano il turno. Anche perché, altrimenti, avrebbero raso al suolo la Svizzera, credo. Uno bravino c'è, ammettiamolo: lo Stromae dei Paesi Bassi che si chiama Claude e porta il brano 'C'est la vie'. Una roba facilona, già sentita, ma che ti rimane in testa da subito e soprattutto senza che poi te ne vergogni. Lo so che volete vedere i circensi, invece vi piazzo lui. Perché le cose belle vanno protette, specie quando ce ne sono così poche. In ogni caso, e va sottolineato, l'unico che non somiglia a nessun altro è il nostro Lucio Corsi. Andrà a perdere. Ma perdere in cotanto contesto scalcagnato, lo ribadisco, è medaglia al valore. Davvero vogliamo essere compresi da chi 'comprende' 'sti freak? Teniamoci stretta l'eleganza, la poesia, per una volta che possiamo farlo.