Signore e signori, ci siamo: l’Eurovision Song Contest 2025 ha ufficialmente cominciato a scaldare i motori. Si parte con la prima semifinale, in diretta dalla St. Jakobshalle di Basilea. Come ogni anno, l’evento unisce l’Europa sotto la sacra bandiera della musica pop, delle esibizioni improbabili e del televoto ansiogeno. E anche stavolta c’è tutto: ballad strappacuore, techno da discoteca dell’Est, tributi iconici e, ça va sans dire, una grande spruzzata di italianità. In questa prima semifinale si esibiscono 15 Paesi. Di questi, solo 10 accederanno alla finale. Gli altri torneranno a casa con le paillettes in valigia e un ricordo indelebile nella memoria (e forse qualche meme, se va bene). Ma ci sono anche artisti che salgono sul palco fuori concorso: i Big 5 (Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito), più il paese ospitante. L’Italia quindi è tra questi privilegiati, e infatti Lucio Corsi, secondo classificato a Sanremo con il suo brano dal titolo più nostalgico e provocatorio del momento, Volevo essere un duro, si esibirà durante la semifinale… ma non potete votarlo. Sorry. È lì per fare scena, riscaldare i cuori e ricordare all’Europa che noi la musica ce l’abbiamo nel sangue e pure nella chitarra. Corsi si presenterà con una performance “da camera d’autore”: solo due mega casse retrò, luci soffuse e una vibe seppia da cinema d’essai. E, ovviamente, il suo inconfondibile outfit alla Bella Baxter. Con lui sul palco ci sarà il fido chitarrista/coautore Tommaso Ottomano e, come a Sanremo, Topo Gigio farà capolino nel ruolo di portavoce della giuria italiana per la finale. A rappresentare San Marino c’è niente meno che Gabry Ponte. Esatto, quel Gabry Ponte, quello delle hit dance anni 2000, delle discoteche di provincia, delle feste universitarie con il drink da 2 euro. E il brano lo conosciamo tutti: “Tutta l’Italia”. È diventato un tormentone a causa del Festival di Sanremo, dove il ritornello veniva riprodotto in ogni pausa, ogni pubblicità, ogni interruzione. Forse più che tormentone, è stato proprio un tormento.

E poi, come dimenticare l'estone Tommy Cash. Porterà un pezzo dal titolo delirante che già ha fatto a lungo discutere: “Espresso Macchiato”. Sì, è un omaggio ironico all’Italia, con tanto di coreografia surreale e riferimento a tutti gli stereotipi italici possibili. E naturalmente ha già diviso l’opinione pubblica: c’è chi lo adora e chi lo vuole bannare da tutti i bar d’Italia. Ma questo è lo spirito dell’Eurovision, no? Ad aprire la baracca ci pensa l’Islanda con il duo VÆB e il loro “Róa”, una botta di energia nordica con influenze elettroniche. L’idea è quella di farvi saltare sul divano già dai primi secondi. Seguono:
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Polonia con Justyna Steczkowska e un pezzo mezzo tradizione, mezzo future-pop.
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Slovenia che si presenta con Klemen e una ballata esistenziale tipo “stiamo tutti per morire ma con stile”.
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Estonia, il nostro già citato barista rapper Tommy Cash.
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Ucraina con Ziferblat e “Bird of Pray”, un momento intenso e simbolico.
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Svezia con i favoritissimi KAJ e “Bara Bada Bastu” (tradotto: “Solo sauna”). Hit già virale, neanche a dirlo.
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Portogallo con NAPA, atmosfera dreamy e sofisticata.
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Norvegia: Kyle Alessandro e il suo “Lighter”, con effetti di luce che sfidano il limite dell’epilessia.
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Belgio: Red Sebastian e il synth-pop di “Strobe Lights”.
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Poi arriva Lucio Corsi, fuori gara ma dentro i cuori.
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E subito dopo, in undicesima posizione, ecco Gabry Ponte per San Marino con “Tutta l’Italia”, pronto a far tremare la St. Jakobshalle.
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Si prosegue con Albania, Paesi Bassi, Croazia e si chiude col botto con Cipro, con Theo Evan e “Shh” (titolo che è già meme).

Dove si guarda tutto questo popò di roba? In Italia si segue su Rai 2, in radio su Rai Radio 2, in streaming su RaiPlay, e pure su YouTube, se vi va di sentirlo in lingua originale, dalle ore 21. Se vi aspettate solo canzoni, ripensateci. Gli intervalli dell’Eurovision sono veri e propri show nello show. In questa semifinale ci sarà un tributo a Céline Dion, che nel 1988 vinse per la Svizzera con “Ne partez pas sans moi” (e con quell’acconciatura che non dimenticheremo mai). Ad omaggiarla: quattro artisti dell’edizione 2024 e un’orchestra che promette di far piangere anche i più cinici. Soprattutto chi ha amato la beniamina del canto che, a causa della sua malattia rara, è stata costretta ad abbandonare i riflettori...ma non è finita qui.: Jørgen Olsen degli Olsen Brothers (sì, quelli di Fly on the Wings of Love, vincitori nel 2000) si esibirà per chiudere la serata in perfetto stile nostalgia. Il televoto è aperto solo dopo l’ultima esibizione e si può votare via SMS, telefono o tramite l’app ufficiale dell’Eurovision. Occhio però: non potete votare per l’artista del vostro Paese, quindi no, niente like a Lucio Corsi. Ma potete mandare un voto patriottico al Gabry Ponte sanmarinese, che tanto male non fa. Dopo le polemiche dell’anno scorso (vi ricordate? No? Meglio così), quest’anno l’EBU ha introdotto un codice di condotta che vieta messaggi politici, flame tra artisti e polemiche. L’Eurovision 2025 vuole essere solo un grande karaoke europeo dove tutti si vogliono bene...più o meno.
