Fa caldo, siamo in piena estate, e cercate conforto nelle previsioni del tempo. Una volta – parliamo di una ventina di anni fa – dovevate aspettare la fine del telegiornale per godervi quei 30, forse 40 secondi, durante i quali un esperto, in giacca e cravatta, vi spiegava cosa sarebbe successo nelle prossime ore. In sottofondo, una grafica approssimativa accompagnava i gesti del meteorologo per illustrare l'arrivo di masse calde, fredde o temporali estivi. Sigla d'ordinanza, spesso uguale a quella di apertura, e tanti saluti. A quel punto avevate, più o meno, un piano d'azione da usare per organizzare la vostra settimana. In serata era prevista pioggia? Meglio andare al cinema. Per il weekend c'era da fare i conti con un caldo asfissiante? La soluzione si chiamava mare. Nessuna previsione del tempo, ovviamente, vi dava la garanzia di conoscere in anticipo il futuro. Se non altro, però, quelle ipotesi, messe in fila con ordine e senza allarmismi, erano innocenti nel loro tentativo di aiutare il cittadino comune a capire cosa attendersi dal cielo: grandine, neve, tempeste o sole ardente?
Oggi non è più così. Sono pochi i meteorologi che si mostrano al grande pubblico mediatizzato e iperconnesso con l'aplomb di esperti. Il linguaggio è passato da essere scientifico-professionale a confidenziale. Molto spesso i seri signori attempati degli anni '80 e '90 sono stati sostituiti da orde di donzelle dalle forme perfette. Modelle che sfruttano la luce dei riflettori per farsi conoscere e, chissà, per poi transitare verso altri lidi ben più appaganti che non ripetere quelle due o tre frasi sul “fa caldo, state in casa” o “fa freddo, copritevi”. Alcuni esempi? Mediaset può vantare la “meteorina” (la chiamano così) Martina Hamdy, che ha un cv ricco di esperienze ma nessuna che abbia a che fare con la materia “meteorologia”. Anche Diletta Leotta ha fatto tappa nella palestra delle “previsioni del tempo”, precisamente nella redazione di Sky Meteo 24. Va bene che siamo in un'epoca un po' strana, dove l'immagine ha sempre la meglio sul contenuto. Ma arrivare a sostituire esperti della materia, forse noiosi ma preparatissimi, con signorine, sicuramente interessanti ma che poco o nulla hanno a che fare con piogge e uragani, vuol dire decretare la fine delle previsioni del tempo.
E infatti, in questi giorni, le previsioni del tempo sono diventate un incrocio tra le “bombe di calciomercato” del fu Maurizio Mosca e bollettini epidemiologici ad uso e consumo di telespettatori imparanoiati dal cambiamento climatico. Ci dicono, in una manciata di secondi, che sono previste temperature in aumento quando in realtà le nostre abitazioni ribollono già da giorni come forni. Oppure spiegano, con nonchalance, che è prevista una "tregua". Parafrasi: se va bene, un paio di gradi in meno. Senza però dire che, intanto, l'umidità aumenta e che l'aria diventerà ancora più irrespirabile. Dall'inizio alla fine dell'estate, in sostanza, le previsioni del tempo hanno iniziato a ripetere le stesse cose. Un po' come i siti e i giornali che si occupano di calcio, che senza partite che contano da raccontare, dedicano pagine e pagine a fantomatici trasferimenti imminenti che mai si verificheranno. Come le temperature, insomma, che mai caleranno davvero. Certo, il colpo da ko inflitto al meteo non arriva da qualche pugile donna con i cromosomi maschili, bensì dalla tecnologia. Esistono ormai canali che si occupano di previsioni meteo h24, applicazioni sempre aggiornate e pure siti – molto consultati – che scrivono decine e decine di articoli al giorno su allarmi e probabili cataclismi. Con titoli da clickbait e pochissima autorevolezza. Quando poi un tornado tropicale travolge Milano o la grandine si abbatte sulle auto di Torino, gli esperti – cioè quelli che avrebbero dovuto prevedere - fanno finta di niente. Spallucce: colpa del cambiamento climatico, era un evento impossibile da preventivare.