La decisione della FIA di vietare messaggi politici durante le gare è stata già duramente criticata. Fa storcere il naso pensare che la Federazione Internazionale Automobili possa togliere la possibilità agli sportivi di usare il loro sport e il loro pubblico per veicolare ciò in cui credono. Dopo Marco Melandri, che parla di una tendenza della società in generale abbiamo pensato di chiedere al giornalista Leo Turrini: «L’attenzione e la sensibilità che i campioni dello sport, non solo quelli della F1, manifestano sulle grandi questioni che interessano tutti da vicino, non dovrebbero mai essere represse».
Turrini poi aggiunge, a scanso di equivoci: «Ovviamente non deve esserci neanche alcun obbligo di solidarietà. Ricordo la discussione durante gli Europei di calcio se le squadre dovessero inginocchiarsi o meno prima delle partite. Credo che la decisione della FIA sia sbagliata. Per esempio Vettel, anche se lui non gareggia più, fu molto coraggioso quando andò in Ungheria con una tuta arcobaleno. Allo stesso tempo credo che quando Lewis Hamilton si esprime contro la discriminazione razziale faccia qualcosa che è in suo diritto».
Inoltre Turrini fa notare che non è una decisione soltanto della FIA. «Nel comunicato la Federazione fa riferimento al Comitato Olimpico Internazionale che dichiara la sua neutralità politica. E poi c’è il caso della FIFA agli ultimi mondiali, come nel caso delle fascette della Germania. Penso si debba rispettare la libertà di opinione di ognuno, ovviamente quando non si tratti di incitamento all’odio o alla violenza». La vicenda potrebbe scaldare gli animi nei prossimi giorni anche se sembra difficile che la FIA possa fare un passo indietro.