La politica italiana è sempre stata un grande teatro, ma stavolta abbiamo superato il teatro ed è entrato in scena il circo. Protagonista? Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia, che in diretta su La7 ha deciso di mandare in tilt Marco Furfaro del Pd. Come? Abbaiando. Sì, avete capito bene. "Bau bau", proprio così. La scena si è consumata durante un acceso dibattito a Tagadà, con la conduttrice Tiziana Panella che cercava di mantenere un minimo di serietà mentre Montaruli si lanciava in un’imitazione canina per interrompere l’interlocutore. Il tutto accompagnato da una frase sibillina: "Ti ricordo la cuccia del cane". Ora, uno può pensare a un eccesso di spirito animalista, ma il riferimento era chiaro: Montaruli stava colpendo un nervo scoperto della sinistra, la vicenda dei famosi 24 mila euro trovati nella cuccia del cane di Monica Cirinnà.
Torniamo indietro nel tempo. Siamo nel 2022, l’ex senatrice Pd Monica Cirinnà e suo marito, l’ex sindaco di Fiumicino Esterino Montino, stanno facendo dei lavori nella loro tenuta in Toscana. A un certo punto, sotto terra, viene trovata una busta con 24 mila euro in contanti, nascosta dove un tempo sorgeva la cuccia del cane Orso. Nessuno sa da dove vengano quei soldi, nessuno li reclama, e i due fanno quello che chiunque farebbe… o forse no: portano tutto ai carabinieri. Quello che segue è una tempesta mediatica. La destra si scatena parlando di "sinistra con il malloppo", i talk show si riempiono di ipotesi e insinuazioni, la Cirinnà ribatte con toni piccati e un filo di amarezza: “Dovevamo bruciarli”, dice, col senno di poi. Il caso viene archiviato, il cane Orso viene assolto con formula piena e i soldi finiscono in beneficenza. Ma lo stigma resta. Per la politica italiana il caso Cirinnà è diventato sinonimo di imbarazzo, simbolo di un imprevisto che ti si ritorce contro senza neanche capire come sia successo.
E così, quando Montaruli ha iniziato ad abbaiare in diretta Tv, non stava solo facendo il verso a Furfaro. Stava richiamando uno dei casi più surreali degli ultimi anni per attaccare il Pd e il suo presunto moralismo a targhe alterne. Un colpo basso? Forse. Ma in un’arena dove ogni mossa è concessa, anche abbaiare può diventare una strategia. Alla fine, in questa storia, c’è solo una cosa certa: il cane Orso non aveva colpe. Ma la politica italiana, a quanto pare, è piena di gente che invece di parlare di cose serie preferisce fare "bau bau".