Perché la luna di miele tra Elon Musk e Donald Trump è improvvisamente terminata? Perché i miliardari più chiacchierati d'America, gli stessi che erano riusciti a spaventare la stampa liberal condividendo idee più o meno bizzarre e che per i progressisti avrebbero trasformato gli Stati Uniti in una specie di Terzo Reich 2.0, hanno iniziato a insultarsi sui social network? La versione ufficiale dice che tutto sarebbe iniziato per colpa dell' “One Big Beautiful Bill Act”, un disegno di legge voluto dal presidente Usa che prevede tagli ai sussidi per i veicoli elettrici. Un disegno di legge che potrebbe dunque presto diventare legge ma che non è affatto piaciuto al patron di Tesla che le auto elettriche le produce. Trump ha deluso Musk, Musk ha a sua volta deluso Trump: poteva finire qui ma così non è stato. Su X e Truth tra i due ex amici sono volate accuse e offese pesantissime. Trump ha minacciato di compromettere i contratti federali di Musk, e Musk di fondare un nuovo partito, accusando tra l'altro il presidente statunitense di aver insabbiato "i file Epstein" per nascondere il proprio coinvolgimento nella scottante vicenda. I primi fulmini in cielo si erano però materializzati il 30 maggio, quando Elon aveva misteriosamente abbandonato il suo ruolo apicale nel Dipartimento per l'Efficienza del Governo (Doge). Pochi giorni dopo c'è stato lo sca**o sul disegno di legge.

La causa dello sca**o coincide dunque con una possibile legge che, se approvata, danneggerebbe gli interessi di Musk nel settore delle auto elettriche? Non dovrebbe essere questo il vero motivo della rottura. Le ragioni dello strappo sono molto più profonde. Ne mettiamo in fila tre: la delusione dell'ex Doge per aver esercitato un'influenza limitata sul governo federale; il ritiro da parte di Trump della nomina di Jared Isaacman (stretto amico di Musk) a capo della Nasa; un accordo di investimento sull'intelligenza artificiale annunciato da Trump che favorirebbe il rivale di Musk, Sam Altman. Accanto a tutto questo ci sono però da considerare (soprattutto) i problemi personali del patron di Elon Musk. Già, perché negli ultimi mesi l'azienda di Musk, SpaceX, ha affrontato diverse problematiche tecniche legate ai lanci del razzo Falcon 9, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza e l'affidabilità delle sue missioni spaziali. Questo ha notevolmente scosso le ambizioni sfrenate dell'uomo più ricco del mondo che ha, tra i vari obiettivi in lista, quello di portare l'uomo nello Spazio. E ancora: Musk sta affinando da anni l'Hyperloop, un sistema di trasporto ultraveloce tramite capsule che viaggiano in tubi a bassa pressione. Il problema è che questo fantomatico treno che dovrebbe viaggiare in un tubo quasi vuoto, sospeso da un cuscino d’aria o levitazione magnetica, spostandosi a oltre 1.000 km/h, è fin qui rimasto utopia. È proprio qui che la Cina potrebbe offrire un interessante salvagente a Elon...

Da mesi i giornali cinesi scrivono che alcuni ingegneri locali avrebbero trovato il modo di superare gli ostacoli che hanno fin qui fermato l'Hyperloop del miliardario statunitense. Scriveva il South China Morning Post il 20 marzo 2025: “Le sfide (per realizzare l'Hyperloop) sono insormontabili: una differenza di pressione 200 volte superiore a quella delle cabine degli aerei, calcestruzzo soggetto a perdite, una resistenza magnetica paralizzante e un'ingegneria millimetrica per ferrovie e ponti per evitare catastrofi. Il fallimento di Hyperloop è diventato il simbolo dell'arroganza tecnologica occidentale. Ma dall'altra parte del mondo la Cina ha decifrato il codice e riscritto le regole”. Uno dei difetti fatali dell'idea di Musk, secondo i cervelloni di Pechino, sarebbe la sua enorme dipendenza da costosi tubi metallici. La soluzione cinese? Usare travi composite a forma di N che combinano gusci d'acciaio e calcestruzzo sottovuoto. Insomma, senza entrare nel campo tecnico, la Cina sta facendo notare che, mentre i tentativi di sviluppare il concetto di Hyperloop su una pista di prova di SpaceX si sono malamente conclusi nel 2023, i propri esperti stanno procedendo a grandi passi verso il successo. “Pechino ha reso la tecnologia della levitazione magnetica ad altissima velocità una priorità di ricerca nazionale che potrebbe non solo ridefinire il trasporto globale, ma anche trasformare altri settori critici, tra cui la corsa per realizzare lanci spaziali a basso costo”: un invito indiretto allettante per Musk, che già si affida alla Cina per vendere e produrre Tesla. Unendo tutti i punti messi sul tavolo viene un dubbio: non è che il Dragone, captando la fragilità politica di Trump, è in qualche modo riuscito a “comprare” le enormi ambizioni di Musk offrendo a quest'ultimo garanzie tecnologiche che potrebbero aiutare i suoi progetti a prendere forma? Se così fosse il ragionamento cinese potrebbe essere il seguente: "gGi Stati Uniti ci rompono i co**lioni con dazi e tariffe? Bene: noi usiamo il loro imprenditore più ricco e influente per spu**anarli a casa loro". Non ci sarebbe troppo da stupirsi. Parliamo del resto della Cina: un Paese che ha imparato a (non) combattere e vincere le partite seguendo i precetti contenuti ne L'Arte della Guerra.

