Ve lo ricordate Alberto Sordi di "Un americano a Roma"? Allora non vi potete perdere il sequel. Nessuno ancora lo ha scritto, in verità, ma un soggetto già ce l'abbiamo. Titolo? "Un romano in America". Circola, ormai virale, un video sull’internet di un marcantonio tipicamente italiano. Croce e catenina d’oro, camicia aperta sul petto, cappello corto, moro, volto scolpito nel marmo, zigomi tosti, sopracciglia corrugate, mascellone e sguardo convinto. Si chiama Lorenzo Caccialupi, ha in mano un microfono, e dietro di sé una folla di americani col cappellino rosso Maga che lo ascoltano con stupore e anche ammirazione. Parla con Charlie Kirk in un inglese dal marcato accento romano sotto il sole di San Diego. Se ne fotte della pronuncia perfetta che solo i figli di papà provenienti da famiglie cosmopolite raggiungono. Duro e puro spiega a Charlie dei problemi che ci sono in Europa a proposito di immigrazione illegale. Spiega che, se fosse stato cittadino americano, lui J.D. Vance lo avrebbe votato. Kirk si complimenta, "ci vorrebbero più legal immigrants like you in America", poi gli regala un cappellino. Lorenzo lo vuole bianco, quello rosso già ce l’ha. Kirk glielo firma, e lo custodirà gelosamente fino all’11 settembre 2025, quando verrà a sapere della morte di Charlie.
Lui sì, che, a differenza di una marea di italiani che fino a quel giorno ignoravano l’esistenza di Charlie Kirk, soffre. Soffre per davvero. La sincerità e la forza bruta dei suoi pensieri s’intrecciano, s’organizzano. Ed è dentro il cappellino che Kirk ha donato a Lorenzo che si ribalta il paradigma dell’Americano a Roma. È qui che avviene il miracolo, perché il romano in America è l’unica vera rivoluzione di cui abbiamo bisogno. Il cappellino di Lorenzo è lo stesso di Sordi nella geniale pellicola di Steno, che rientra a casa la sera mentre i genitori dormono, snobba gli spaghettoni e si attovaglia con latte, pancakes e altri tipici piatti della tradizione culinaria americana, per poi rigettarli come se vi fosse allergico. Ma per un’inspiegabile e incurabile malattia, lui vuole essere americano a tutti i costi, la sua vita dev’essere come un film di Hollywood. Sale addirittura in cima al Colosseo minacciando di buttarsi se qualcuno non lo aiuta a partire per l’America.
Ma Lorenzo in America finalmente c’è stato, per il semestre all’estero presso l’Università di San Diego, già studente triennale di Economics and Finance presso l’ateneo americano a Roma, John Cabot University. Aspira a un lavoro prestigioso, non è un sognatore ad occhi aperti, ma un chad. È stato sales director per 5 anni presso Musound, società di noleggio di cuffie per audiovisite, e ad oggi è in stage presso il ramo di private banking di Intesa Sanpaolo. Ma la cosa più importante è che, a differenza del Nando Mericoni interpretato da Sordi, Lorenzo è un “italian patriot”, come si legge dalla bio del suo profilo X, scritta ovviamente in inglese, anzi, americano. Sul suo canale TikTok, invece, nella bio c’è scritto “no bio yet”, avendolo probabilmente aperto in fretta e furia per caricare anche lì il video andato virale in cui, da Roma con sullo sfondo il Cupolone, ricorda Charlie Kirk indossando il cappellino bianco firmato e rivolgendosi a un pubblico immaginiamo ancora una volta americano, dato l’inglese romanaccio che lo ha reso celebre sul web.

Però tutta questa mania di scrivere e parlare sempre in inglese, un po’ ci ricorda il buon Alberto Sordi e il soggetto, se volete, ce l’abbiamo. E siamo aperti a lavorare a una sceneggiatura con qualunque regista sia interessato all’idea. Uno particolarmente adatto sarebbe Carlo Verdone, perché a giudicare dal trasporto con cui Caccialupi parla e riposta contenuti di Silvia Sardone, Fratelli d’Italia, Bandecchi ecc., parrebbe pronto a una discesa in campo simile a quella di Armando Feroci in Gallo cedrone, che alla fine del film, dopo esser stato riportato sano e salvo dalla Farnesina in Italia, corre per la carica di sindaco di Roma e chiude un comizio in bellezza storpiando la Divina Commedia: “Con me si va nella città ridente, con me si va nell’eterno splendore”. Aggiungete alla fine un bel “Orrait?” e il gioco è fatto.
