Steven Seagal, ex star del cinema d'azione di Hollywood degli anni '80 e '90, è oggi al centro di una controversia che ha quasi dell'incredibile. L’attore, ormai 72enne, è noto da anni per le sue simpatie verso il governo russo, al punto da aver ottenuto la cittadinanza russa nel 2016 e tagliato i ponti con gli Stati Uniti (dove peraltro dovrebbe affrontare accuse di violenza sessuale e problemi finanziari). Ma il suo sostegno nei conftonti di Vladimir Putin è andato ben oltre le semplici dichiarazioni di apprezzamento. Recentemente, Seagal pare aver dichiarato apertamente: "Morirei per Putin", e questa frase ha attirato l'attenzione di un movimento patriottico russo che intenderebbe prenderlo alla lettera.
Il movimento "Veterani della Russia", infatti, ha risposto prontamente alle sue parole, proponendo all'attore di arruolarsi tra le forze volontarie che combattono a fianco dell’esercito russo in Ucraina. In una lettera, il presidente del movimento, Ildar Rezyapov, ha lodato la dedizione e il patriottismo di Seagal, offrendo "pieno sostegno" qualora l'attore volesse davvero unirsi al conflitto.
Questa storia prende una piega ancora più bizzarra se si considera che Seagal, nonostante la sua fama hollywoodiana, è ora attivo come portavoce del Cremlino in campagne propagandistiche. Il 10 ottobre, ha pubblicato un film su una piattaforma russa, In nome della giustizia, in cui racconta la sua visita nel Donbass e rinnova il proprio sostegno a Putin. Nel film, Seagal afferma di aver scritto al presidente russo subito dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina per esprimergli solidarietà e dichiarare appunto che sarebbe pronto a combattere al suo fianco, se necessario fino alla morte.
Seagal prenderà davvero sul serio l'offerta di unirsi alla guerra, o si tratta solo dell'ennesima uscita plateale di un personaggio che ormai vive più nei panni di una sorta di caricatura di sé stesso che in quelli di un attore di film? Immaginare un settantenne come Seagal sul campo di battaglia resta difficile, ma… Che dire? Azione!