Ahi ahi ahi. Brutta giornata per l’onorevole Aboubakar Soumahoro – sindacalista e deputato - colto in una situazione che dovrebbe far riflettere non solo sul rispetto o meno della legalità nel nostro paese, ma anche sul senso di responsabilità di chi ricopre un ruolo pubblico. Le telecamere di Striscia la Notizia lo hanno immortalato mentre percorreva le strade di Roma a bordo di un’auto priva di copertura assicurativa, scaduta il 14 febbraio. Un dettaglio non da poco, considerando che il rispetto delle regole è (o, almeno, dovrebbe essere) il presupposto minimo per chi rappresenta le istituzioni. L’inviato Moreno Morello si è premurato di segnalargli la violazione, offrendogli l’opportunità di chiarire la propria posizione. Ma Soumahoro, invece di fornire una spiegazione, ha preferito svoltare senza neanche segnalare il cambio di direzione. Ma eludere il confronto anziché affrontare le proprie responsabilità non è mai una strategia vincente. La vicenda ha avuto comunque un esito positivo, alla fine: dopo l’intervento di Striscia, il deputato si è affrettato a regolarizzare la situazione, quasi a confermare che la pressione mediatica è più efficace delle norme stesse. Chissà se avrebbe avuto la stessa solerzia senza la presenza delle telecamere. Ma d’altronde, perché preoccuparsi della scadenza dell’assicurazione quando si è convinti di essere sempre in regola? Un piccolo lapsus burocratico che risulta particolarmente stonato in un’epoca in cui ogni cittadino è chiamato a rispettare obblighi e doveri senza sconti o distrazioni. Eppure, la questione dell’auto è solo l’ultimo episodio di una serie che sta trasformando Soumahoro in un protagonista involontario della cronaca giudiziaria. Ricordate quando, nel 2022, sono emerse irregolarità amministrative nelle cooperative di accoglienza gestite dalla suocera Marie Thérèse Mukamitsindo, accusata di sfruttare i braccianti? O quando la Procura di Latina ha avviato delle ulteriori indagini per malversazione?

Poi, nel 2023, la situazione ha preso una piega ancora più imbarazzante: moglie e suocera agli arresti domiciliari e, come se non bastasse, un’ammenda di 40.000 euro per illeciti sui fondi elettorali direttamente sul capo dell’onorevole. Una sanzione che non ha però scalfito la sua sicurezza: Soumahoro ha ribadito la correttezza del suo operato. Li abbiamo visti tutti i video mentre piange che ha condiviso sui social, no? Forse sarebbe bastato un controllo più attento, un gesto di consapevolezza in più, per evitare di offrire il fianco a critiche, direi, legittime. Perché in un momento storico in cui la fiducia nelle istituzioni è già messa a dura prova, il rispetto delle regole, anche quelle apparentemente minime, assume un significato che va ben oltre una semplice scadenza assicurativa. Non si tratta solo di una questione burocratica, ma anche di un principio morale. Chi governa e chi legifera non può permettersi di derogare alle norme che impone ai cittadini. E se da questa vicenda possiamo trarre una lezione, è che l’esempio conta più di mille discorsi. Caro onorevole, la prossima volta meglio fermarsi prima e, soprattutto, segnalare il cambio di direzione, in tutti i sensi. Perché nel traffico della politica, così come in quello cittadino, la trasparenza non è un optional. E, alla luce degli ultimi eventi, nemmeno l’assicurazione.