Ultimamente, tra i militanti di Forza Italia, serpeggia un dubbio parecchio malizioso. Ma come mai Antonio Tajani ripone tutta questa attenzione alla dimensione locale della politica italiana quando è ministro degli esteri, e soprattutto alle prossime elezioni per la presidenza del Veneto? Tra i tesserati più informati si vocifera che il lancio di Flavio Tosi in qualità di candidato a governatore del Tridente debba leggersi piuttosto come un tentativo di mantenere il controllo del partito per un malcelato timore che Tosi glielo soffi da sotto il naso. Non vi è una scadenza formale per il segretariato di Forza Italia, sia chiaro, ma il 2026 appare sempre più come anno di cesura per la politica italiana e quindi mantenendo questa chiave di lettura non è improbabile che da qualche parte si stia già guardando ad un dopo Tajani, leader che ha avuto il difficile compito di raccogliere la pesante eredità politica dell’inimitabile Berlusconi. Ora, non mancano certamente gli scettici sulla possibilità che Tosi sia in grado di prendere il posto dell’attuale segretario di partito, però i due incontri organizzati tra marzo e maggio di quest’anno a Verona sono risuonati come specchietti per le allodole: “Il ruolo dell’Italia in Europa” per giungere all’iperbole del “ruolo delle pmi [piccole e medie imprese, ndr] per la ricostruzione dell’Ucraina”.

La voce effettivamente è iniziata a circolare proprio a ridosso della pubblicazione di un articolo su Open online, rilanciato poi da Dagospia, sulla mancata “paghetta” a Tajani e a Forza Italia da parte degli eredi del Cavaliere. Tra i più informati si vocifera anche del fatto che Forza Italia parrebbe avere un debito importante con la famiglia Berlusconi, quindi, ci sta che qualcuno abbia pensato “questi non versano più niente perché poco o nulla torna a loro indietro”. Alle elezioni europee la campagna elettorale di Tajani era stata poi finanziata da Letizia Moratti che dispone in questo senso di grandi risorse a differenza del partito fondato da Berlusconi. La nuova sede di Forza Italia a Milano poi l’ha fatta aprire sempre lei. Non ci fosse stata lei sarebbe andata diversamente. Alla fine, però, a distanza di qualche giorno, quasi a smentire rapidamente le malelingue che andavano diffondendosi sono arrivati i 700 mila euro dai Berlusconi. È vero, pensare che Tosi possa prendere il posto di Tajani così su due piedi può apparire effettivamente un po’ fantasioso, essendo l’attuale sindaco di Verona un candidato “taylor made” per le elezioni al governatorato del Veneto e in teoria dovrebbe finire lì. Però il tempo vola, il 2026 si fa sempre più vicino e il piano di Tajani di prendersi i cattolici veneti orchestrando da dietro le quinte l’azione diretta di Tosi in primo piano, gli si potrebbe paradossalmente ritorcere contro, relegandolo eccessivamente nel buio e polveroso “dietro le quinte”, da sommarsi alla lontananza cui lo costringe il suo ruolo di ministro degli Esteri.

Ad ogni modo l’ultima statistica stilata dal Sole24ore circa il gradimento di cui godono i rispettivi governatori regionali, mette un po’ in secondo piano questo attrito sotterraneo tra Tajani e Tosi, dato che proprio in Veneto, Luca Zaia con una lista propria potrebbe arrivare anche al 40-45% alle prossime regionali e come lui stesso ha dichiarato si cercherà di capire “se il centrodestra (quindi anche Tajani, oltre a Salvini) la vuole valorizzare oppure no”, aggiungendo un preoccupante “dopo capiremo cosa faremo”, dicendosi imbarazzato per le proprie dimensioni di consenso. “I dati parlano da soli” come a dire che non se ne starà buono nell’angolo di fronte a chi non si è speso a sufficienza per la norma del terzo mandato. Tajani al riguardo, a margine di un convegno alla Camera, ha risposto indirettamente a Zaia che la proposta avanzata da Forza Italia di Tosi per il Veneto sia dovuta alla sua capacità di amministrare e perché effettivamente questi ha “le carte in regola” per governare, senza voler “imporre a nessuno” il proprio candidato, ma rimarcando allo stesso tempo di non volere nemmeno che gli “vengano imposti”. Tajani ha infine dichiarato: “Sosterremo il candidato di centrodestra chiunque esso sia. La Lega vuole il candidato? Ci mettiamo attorno ad un tavolo e vediamo”. Ad ogni modo, il discorso sull’attrito sotterraneo tra Tajani e Tosi rimane limitato a speculazioni, ma soprattutto a delle voci di corridoio, e di questo soltanto possiamo essere certi, che circolano con una certa insistenza, ma allora domandiamoci: chi è che le ha messe in giro? E a quale scopo?
