A Milano è emergenza inquinamento. Domenica 18 febbraio le vette raggiunte hanno ulteriormente confermato dati preoccupanti ed è stato lanciato nuovamente l'allarme smog. Che nella grande metropoli ci fosse un elevato tasso di inquinamento è stato sempre sotto gli occhi di tutti, ma come ha fatto la capitale economica d'Italia a raggiungere il terzo posto nel mondo come città più inquinata? Quali sono le responsabilità del sindaco e quali quelle della regione? Ne abbiamo parlato con Tomaso Greco, cofondatore di Adesso, movimento di proposta,che ha come obiettivo quello di far ripartire l'ascensore sociale, secondo cui: “Serve un piano straordinario sulla qualità dell’aria a Milano, ma non solo a Milano. È comunque un problema che si trascina da molto tempo e gli interventi che sono stati fatti non sono assolutamente in grado di fermare la crescita della problematica”. E sugli interventi del sindaco Sala ha più di qualche perplessità.
Tomaso Greco, ieri sono stati raggiunti dei livelli impressionanti a Milano. Cosa fare per invertire la rotta?
Credo che serva un piano straordinario sulla qualità dell’aria a Milano, ma non solo a Milano. È comunque un problema che si trascina da molto tempo e gli interventi che sono stati fatti non sono assolutamente in grado di fermare la crescita della problematica. Serve un piano straordinario che coinvolga Governo, regione e comune di Milano. Perché la qualità dell’aria poi diventa qualità della vita e della salute, cosa che a Milano deve diventare prioritario.
Ma se ne parla abbastanza?
Assolutamente no, se ne parla troppo poco e si affronta solo raccontando il problema ma non le soluzioni. Non credo che una questione così si possa risolvere con un’unica leva.
E la leva della limitazione del traffico?
Non mi sembra né la leva principale né l’unica per risolvere un problema che oramai è di dimensioni estremamente significative.
Bisognava arrivare a un dato come quello di ieri per parlarne? Perché Sala non si è posto il problema prima?
C’è una tendenza che riguarda tutta la politica degli ultimi anni, sia a destra che a sinistra, ovvero il fatto che i problemi non si affrontano quando sono maturi, ma quando sono marci. Ovvero quando la situazione è diventata emergenziale. Quindi bisogna intervenire nell’emergenza secondo loro, anziché quando il problema sta crescendo. Questo si vede su diverse cose, non solo sulla qualità dell’aria. C’è un problema della politica di leggere i problemi e di intervenire su di essi.
Questo caso però è già emergenziale e non ci sono interventi
Eh, questo caso fa eccezione perché, nonostante sia diventato un caso emergenziale, si interviene troppo poco.
Cosa ha sbagliato nel concreto Sala?
Quello che prima di tutto è stato sbagliato è che il sindaco di Milano doveva essere promotore, doveva creare un tavolo emergenziale in cui coinvolgere regione e governo sulla questione di Milano. L’errore della giunta e del consiglio comunale è stato pensare che si potesse fermare una deriva con dei ritmi di crescita vistosi e che si potesse fermare con degli interventi da “pannicello caldo”.
Ovvero?
È stata portata avanti la strategia della limitazione del traffico e con essa tutta una serie di interventi volti a limitare alcuni aspetti. Questi sono stati presentati come salvifici, ma hanno avuto un impatto molto modesto e oggi ci troviamo con un problema che è esploso.
Tra regione e comune non c’è abbastanza questo dialogo di cui parla quindi.
Ci sono momenti in cui la collaborazione tra le istituzioni ha funzionato e in altri meno. Ma quando c’è una zona del Paese in cui c’è un’emergenza così forte che riguarda la salute dei cittadini credo che si debbano superare le differenze di colore e aprire un tavolo tra regione e comune.
Però Sala non sembra a volte un’entità a sé stante?
L’idea della città stato non funziona. Che i problemi di Milano si risolvano a Milano è abbastanza evidente che non sia così. È così perché in Italia i sindaci, neppure quelli delle grandi metropoli, hanno sufficienti poteri per risolvere i problemi. Ci sono diversi esempi oltre l'inquinamento come gli affitti. Tutti questi problemi che rendono Milano sempre meno vivibile sono problemi che non si possono risolvere a Palazzo Marino. Ma è da Palazzo Marino che deve venire l'impulso nei confronti del governo e bisogna avere la capacità di battere i pugni sul tavolo nei confronti di governo e regione.
Pugni che non sono stati battuti?
Credo che Milano abbia vissuto un complesso di autosufficienza e, purtroppo, però le regole sono quelle. Poi si può discutere se i poteri di un sindaco siano o meno sufficienti, ma questa è una discussione più teorica che pratica. Dal dal punto di vista pratico il sindaco deve essere anche in qualche modo il difensore degli interessi del proprio territorio e deve quindi riuscire a portare nei tavoli competenti alcune istanze del proprio territorio che iniziano a diventare emergenziali.
Sala ha risposto in modo piccato a chi gli ha chiesto conto della questione e lo ha messo davanti ai dati. Hai visto il video?
Sì. Le classifiche su un problema enorme come l'inquinamento appassionano poco, i dati dicono che il problema c'è, è rilevante e su quello bisogna intervenire. È un'emergenza che riguarda Milano e sulla quale va convocato un tavolo immediato con Governo, Regione e Comune. Un tavolo che prenda provvedimenti urgenti, che oggi più che mai sono necessari. Si è già perso fin troppo tempo. Non è più il tempo di discutere del problema e dei possibili palliativi, ma di risolverlo con misure efficaci. Stupisce che si possa ancora negare l’esistenza e la portata del problema.