Ma Andrea Orcel ha davvero qualche speranza di appellarsi all’Unione europea (Ue) per liberare Unicredit dai vincoli imposti dal Golden Power imposti dal governo e proseguire l’offerta pubblica di scambio (ops) lanciata su Banco Bpm? Questa è sicuramente una delle domande che si stanno chiedendo in molti nelle ultime ore, tanto a Piazza Gae Aulenti quanto a Piazza Meda, sede di Bpm. L’esercizio dei poteri speciali annunciato dal governo in seguito al tentativo di scalata all’Ex Banca Popolare, che ha imposto vincoli talmente stringenti da far meditare a Orcel una ritirata, non è passato inosservato fra i tavoli della Commissione europea a Bruxelles. L’amministratore delegato di Unicredit ha cercato un dialogo con il governo, tentativo che avrebbe registrato un’apertura da parte di Antonio Tajani e Forza Italia, prima di essere però soffocato sul nascere dall’asse Lega-Fratelli d’Italia. Sia il ministro dell’Economia in quota Carroccio Giancarlo Giorgetti che il capo di gabinetto di Giorgia Meloni, Gaetano Caputi, hanno contrapposto un “atteggiamento ostile” alle richieste di chiarimento di Orcel, portando il dossier a un inevitabile impantanamento. Per questa ragione l’ad di Piazza Gae Aulenti starebbe meditando di invocare un intervento comunitario che, come detto, non arriverebbe dal nulla: già prima della decisione sul Golden Power, infatti, la Commissione aveva avviato un confronto informale con il governo attivando la procedura Eu Pilot, con la quale ha chiesto a Palazzo Chigi di condividere informazioni sul dossier.

Già alcune settimane fa l’Ue si era espressa per bocca del portavoce della Commissione Olof Gill che, intervistato, aveva annunciato l’attivazione della procedura per “chiedere alle autorità italiane maggiori informazioni”. “Le restrizioni alle libertà fondamentali sono consentite solo se proporzionate e basate su legittimi interessi pubblici, e se non violano il diritto dell’Ue», aveva spiegato un portavoce comunitario. Queste restrizioni non possono essere giustificate da motivi solo economici”, aveva aggiunto. Da tempo Bruxelles cerca di ampliare il proprio raggio d’azione nel monitoraggio del Golden Power – nelle intenzioni della commissione, per limitarne l’uso politico – da parte degli Stati membri. Giovedì 8 maggio gli eurodeputati hanno approvato il nuovo regolamento sugli investimenti esteri, che andrà negoziato con il Consiglio: “Oltre ad armonizzare le normative dei 27 Stati membri – scrive Milano Finanza – il testo espande le ipotesi di screening e rafforza la Commissione: l’esecutivo potrà intervenire in caso di mancata attivazione, per errore, dei poteri speciali e risolvere le dispute tra Paesi nelle operazioni transfrontaliere. Aumenteranno anche le notifiche obbligatorie verso Bruxelles, oggi eccezionali”. Attualmente, la procedura riguardante Unicredit è sotto analisi della commissaria alla Concorrenza Teresa Ribera Rodríguez: “Piazza Gae Aulenti ha notificato l’ops il 24 aprile e la decisione di Ribera arriverà entro il 4 giugno. A meno che l’Antitrust italiano non chieda di avocare sé la questione perché incide su dinamiche solo nazionali”, continua MF. L’attivazione dell’Eu Pilot da parte della commissione riguarda la libertà di circolazione di capitali, diritto sancito dai Trattati comunitari che l’uso del Golden Power potrebbe minare. Tuttavia, le tempistiche tra il pronunciamento della Commissione e le dinamiche dell’operazione potrebbero non coincidere, poiché l’incertezza che si è già diffusa potrebbe spingere gli azionisti di Bpm a boicottare l’operazione entro la fine dell’ops fissata al 23 di giugno.
