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Unicredit e Bpm, il risiko prosegue ma l’Europa blocca il golden power. Il ministro Giorgetti: “Bruxelles? Non decide sulla sicurezza nazionale”. E Andrea Orcel che farà?

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

11 maggio 2025

Unicredit e Bpm, il risiko prosegue ma l’Europa blocca il golden power. Il ministro Giorgetti: “Bruxelles? Non decide sulla sicurezza nazionale”. E Andrea Orcel che farà?
Il Ministro dell'Economia Giorgetti ha ribadito la competenza dello Stato italiano sul golden power applicato all'offerta di Unicredit su Banco Bpm, respingendo le critiche della Commissione europea. Andrea Orcel di Unicredit sta affrontando resistenze sia in Italia che in Germania, dove punta a Commerzbank. Banco Bpm ha rafforzato la sua posizione con risultati trimestrali record, rendendo meno appetibile l'acquisizione. Parallelamente, si sviluppa il confronto tra Mediobanca e Monte dei Paschi di Siena, mentre Bper prosegue nella sua offerta su Popolare di Sondrio. Ecco come sta procedendo il risiko nel settore bancario

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha chiarito la posizione del governo italiano riguardo l'utilizzo del golden power nel caso dell'offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco Bpm. Durante un intervento a Tirano, Giorgetti ha affermato: “Bruxelles ha delle competenze in materia bancaria sotto il profilo della concorrenza. Sulla sicurezza nazionale decide lo Stato italiano e non l'Europa fino a prova contrari”. La dichiarazione giunge in risposta alla comunicazione inviata dalla Commissione europea, firmata dal dirigente Almorò Rubin De Cervin, che metteva in discussione la legittimità dell'applicazione del golden power in questo contesto. La Commissione aveva inoltre avviato una procedura Eu Pilot sulla questione. “Il golden power è stato valutato nell'interesse del Paese. È una decisione assunta dal Consiglio dei ministri”, ha proseguito Giorgetti. “Adesso, come prevede il golden power, c'è la fase di monitoraggio. Gli interessati devono adempiere a determinati requisiti e fornire documentazione, che verrà valutata dalle autorità competenti”. Le condizioni stabilite da Palazzo Chigi lo scorso 18 aprile per l'autorizzazione dell'acquisizione di Banco Bpm potrebbero compromettere l'operazione da 15 miliardi, già avviata sul mercato azionario. Unicredit sta lavorando per attenuare queste restrizioni, ma finora le richieste di chiarimenti tecnici non hanno ricevuto risposta. L'amministratore delegato Andrea Orcel ha tempo fino al 23 giugno per trovare una soluzione e decidere sul proseguimento dell'operazione. Il consiglio d'amministrazione di Unicredit si riunisce per esaminare i risultati finanziari del primo trimestre. Secondo le previsioni degli analisti, gli utili dovrebbero attestarsi intorno ai 2,3 miliardi di euro per il periodo chiuso a marzo.

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti

Reuters ha riportato che alcuni consiglieri avrebbero richiesto maggiori dettagli sulle strategie di acquisizione e sui piani futuri dopo le complicazioni emerse con il governo italiano riguardo l'operazione su Banco Bpm. Il presidente di Unicredit, Pier Carlo Padoan, ha contestato questa ricostruzione: “Il consiglio riceve regolarmente e in modo esaustivo aggiornamenti su tutti gli argomenti rilevanti e ha sostenuto l'intero percorso di crescita del gruppo appoggiando le decisioni della dirigenza”. Unicredit sta portando avanti simultaneamente due operazioni significative, con Commerzbank in Germania e Banco Bpm in Italia, in un contesto dove le considerazioni politiche stanno assumendo un peso crescente. Sotto la guida di Orcel, ex banchiere d'investimento, Unicredit ha registrato una notevole crescita del valore azionario, ma entrambe le principali operazioni stanno incontrando resistenze. Sul fronte tedesco, il nuovo ministro delle Finanze Lars Klingbeil ha espresso una posizione contraria all'iniziativa di Unicredit: “Crediamo nell'indipendenza di Commerzbank. Un'iniziativa non concordata come quella di Unicredit risulta problematica, specialmente considerando che Commerzbank è un istituto di rilevanza sistemica”. A gennaio, il sottosegretario alle Finanze Michael Schrodi aveva definito l'acquisizione progressiva di quote da parte di Unicredit (attualmente prossima al 29% del capitale) una mossa inusuale nel settore bancario, dove la fiducia rappresenta un elemento fondamentale. Commerzbank ha recentemente comunicato i risultati del primo trimestre, definendolo “il migliore dal 2011”, con un utile netto di 834 milioni (-12%) e ricavi in aumento del 12% a 3,1 miliardi. L'amministratore delegato Bettina Orlopp ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato capacità di crescita anche in un contesto economico complesso” e ha annunciato l'intenzione di “incrementare la remunerazione degli azionisti nei prossimi anni”. Riguardo a Unicredit, Orlopp ha specificato: “Non ci sono sviluppi recenti. Orcel ha comunicato agli investitori che le decisioni su Commerzbank verranno prese all'inizio del 2026”.

Alberto Nagel di Mediobanca
Alberto Nagel di Mediobanca

L'operazione di Unicredit su Banco Bpm appare sempre meno favorevole per diversi fattori: l'assenza del cosiddetto Danish Compromise sull'acquisizione di Anima, le rigide condizioni imposte dal governo e i solidi risultati finanziari dell'istituto. Banco Bpm ha registrato nel primo trimestre un utile netto di 511 milioni, con un incremento del 38% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Considerando l'integrazione di Anima, gli utili raggiungerebbero circa 550 milioni, proiettando il risultato annuale oltre i 2,2 miliardi. L'amministratore delegato Giuseppe Castagna ha sottolineato: “I risultati trimestrali costituiscono il parametro di riferimento per qualsiasi valutazione autonoma della banca”. Unicredit si trova quindi ad affrontare un obiettivo finanziariamente solido e determinato a mantenere la propria indipendenza. L'abbandono dell'operazione o una riconsiderazione verso altre potenziali acquisizioni rappresentano scenari possibili. Parallelamente si sta svolgendo un'altra operazione rilevante nel settore bancario italiano che coinvolge Mediobanca e Monte dei Paschi di Siena. Mps ha lanciato un'offerta pubblica di scambio su Mediobanca, mentre quest'ultima procede con i piani di aggregazione con Banca Generali. L'amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, ha dichiarato: «Non consideriamo l'operazione di Mediobanca su Banca Generali un ostacolo al nostro percorso». I risultati finanziari di Mps nel primo trimestre 2025 mostrano un utile netto di 413 milioni (+24,2%), un coefficiente patrimoniale del 19,6%, crescita dei prestiti e forte raccolta. Da Mediobanca, l'amministratore delegato Alberto Nagel ha affermato che l'aggregazione con Banca Generali, che sarà sottoposta al voto assembleare il 16 giugno, “completa il percorso di creazione di valore”. Secondo Nagel, l'operazione proposta da Mps presenta scarsa coerenza industriale. Mediobanca ha registrato risultati trimestrali superiori alle attese, con un utile netto di 593 milioni (+5%). È in corso anche l'offerta pubblica di scambio di Bper su Popolare di Sondrio. Il ministro Giorgetti ha commentato: “Il governo interviene quando la legislazione lo prevede. La Popolare di Sondrio ha un significato particolare per questo territorio, e auspico che l'operazione tenga conto delle specificità locali”. L'amministratore delegato di Bper, Gianni Franco Papa, ha escluso la possibilità di migliorare l'offerta, sostenendo che il prezzo proposto riflette adeguatamente il valore dell'istituto, ma ha riconosciuto che “è necessaria la volontà di entrambe le parti per concludere l'accordo”. Giorgetti ha anche espresso considerazioni sulle politiche europee: “L'industria manifatturiera sta affrontando difficoltà. L'economia italiana attualmente è sostenuta principalmente da servizi, turismo e agricoltura. Alcune iniziative europee necessitano di revisione e stiamo lavorando in questa direzione”. Il settore bancario italiano si trova in una fase di significativa trasformazione. Le iniziative di Unicredit, Mediobanca, Mps e Bper potrebbero ridefinire l'assetto finanziario nazionale nei prossimi mesi, con implicazioni rilevanti anche a livello europeo.

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