Ci voleva uno come Donald Trump per mandare in cu*o l'Organizzazione delle Nazioni Unite direttamente dal palco del Palazzo di Vetro di New York, ossia la sede di quelle stesse Nazioni Unite riunitesi in occasione della loro 80esima Assemblea Generale. E forse anche una delle ultime se gli Usa dovessero concretizzare anche solo la metà delle cose dette dal loro presidente. Già, perché mentre tutti hanno sostanzialmente parlato del dramma umanitario di Gaza, delle gravi responsabilità di Israele, di una crisi che rischia di incendiare l'intero Medio Oriente e polarizzare le opinioni pubbliche globali, del riconoscimento dello Stao palestinese, ecco che Trump ha iniziato il suo intervento affermando che “le Nazioni Unite non hanno mai offerto un contributo” e che lui ha risolto sette conflitti dall'inizio del suo mandato. “Non ho mai ricevuto una telefonata dalle Nazioni Unite” con l'offerta di supporto per finalizzare quegli accordi, ha aggiunto il leader statunitense, specificando che l'Onu si è fatta notare solo per aver inviato varie lettere dai toni forti alle quali non ha mai dato seguito. “L'Onu dovrebbe fermare le invasioni, non crearle o finanziarle”, ha proseguito il tycoon in un intervento durato quasi un'ora.

La summa del pensiero trumpiano è semplice: le crisi globali possono essere risolte al meglio da uomini potenti che si uniscono e raggiungono un accordo, non utilizzando organismi multilaterali come l'Onu o, peggio ancora, affidandosi a soluzioni collettive (influenzate spesso da Paesi non proprio amici degli Usa, come la Cina). Ecco, Trump ha detto basta a questa finta comunità mondiale. Per 58 minuti esatti, il leader statunitense ha attaccato i suoi avversari e le loro idee. Ha però prima elogiato gli Stati Uniti, che starebbero vivendo un'età dell'oro (grazie a lui, si intende). Poi ha parlato dell'Europa attaccandola per aver investito nelle energie rinnovabili (criptonite per il modello economico sognato da Trump) e aver aperto le sue frontiere all'immigrazione: "L'Europa è in guai seri. È stata invasa da una forza di immigrati clandestini come nessuno ha mai visto prima. Sia l'immigrazione che le idee suicide sull'energia saranno la morte dell'Europa occidentale". E il cambiamento climatico? È “la più grande truffa mai perpetrata al mondo”. Trump ha infine condannato i crescenti sforzi per riconoscere uno Stato palestinese, accusando Hamas di bloccare la pace e chiedendo il rilascio dei prigionieri tenuti a Gaza.

A margine dell'Assemblea Generale dell'Onu, Trump ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dichiarando che Kiev, con il sostegno della Nato e dell'Unione Europea, può riconquistare “tutti i territori persi” dall’inizio dell'offensiva russa. Una presa di posizione netta, che segna un possibile cambio di tono rispetto alle dichiarazioni più caute del passato, e che non farà sicuramente piacere a Vladimir Putin. Ma perché questo clamoroso cambio di passo? Trump ha sfruttato il palcoscenico dell'Onu per dire che gli Usa, da ora in avanti, giocheranno da soli le loro partite sullo scacchiere globale. Che si tratti di fare un accordo con Putin, di imbastire una politica energetica o negoziare i dazi con la Cina, Trump non vuole più nessun organismo multilaterale o istituzionale tra i piedi. Meglio ancora, il tycoon ha illustrato il suo manifesto, il suo piano d'azione per rendere gli Stati Uniti invincibili. E noi, intesi come europei, che ruolo abbiamo in questo mondo trumpiano 2.0? Possiamo scegliere di essere suoi alleati strettissimi (vassalli) oppure di prendere le distanze dal nuovo Re Sole. Con tutte le conseguenze nefaste del caso, economiche e politiche, si intende. L'ultimo aspetto da evidenziare riguarda un risvolto culturale probabilmente insito nelle critiche di Trump all'Europa. La sensazione è che “l'immigrazione incontrollata” stia minacciando quella che il leader repubblicano considera l'eredità giudaico-cristiana del continente europeo. Non a caso Trump è a capo di un'amministrazione che ostenta la propria religione: quella cattolica. E – vuoi vedere? - forse è anche per questo che il tycoon preferirebbe trasformare Gaza in una sorta di Disneyland piuttosto che consegnarla a qualche leader arabo...
