Sono giorni di fuoco per il Medio Oriente: scosso dall'escalation tra Israele e Hezbollah; dall'offensiva di terra delle Forze di difesa israeliane (Idf) nel sud del Libano; dalla pioggia di missili che l'Iran ha riversato su Tel Aviv; dalla possibile contro reazione di Benjamin Netanyahu; dal rischio che il conflitto, iniziato con un'operazione militare dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza contro Hamas, possa estendersi nell'intera regione. Tutto questo viene raccontato, in maniera più o meno professionale, da media, giornali e trasmissioni televisive. Ebbene, in Italia c'è una finestra informativa molto interessante che va in onda su Rai 3, il terzo canale nazionale, dal lunedì al venerdì. Il programma in questione dura un'oretta abbondante e inizia a mezzanotte, quando cioè la maggior parte delle persone è già immersa nel mondo dei sogni con il lenzuolo tirato all'altezza del collo. Da qui il nome di Linea Notte, un rotocalco giornalistico di approfondimento legato alla redazione del TG3 e all'interno del quale, in ogni puntata, una serie di ospiti protagonisti della politica, dell'economia e della cultura, dibatte attorno ai temi caldi della giornata.
Ci vuole un "fisico bestiale" per: 1) moderare una specie di talk show camuffato da approfondimento. Tanto più oggi nell'era dei social network, con gli spettatori molto più interessanti alla rissa (verbale, ma per lo share sarebbe meglio fisica) che non alla reale informazione; 2) farlo in un orario così complesso, quando di solito i canali mandano in onda le repliche dei programmi giornalieri, film horror e, le reti minori, qualche pellicola a luci rosse; 3) rendere interessante un programma che parla di tematiche complesse e non del gossip del cantante di turno. Ecco: Monica Giandotti, la conduttrice di Linea Notte, ha il Physique du role richiesto per condurre una simile “impresa”. Ha ereditato il timone dello studio da Maurizio Mannoni, che prima di lei lo aveva gestito per ben 15 anni, e, a suo modo, è riuscita a farsi apprezzare dalla critica. Anche perché è bene sottolineare che non è facile rendere piacevole un tema ostico quale è la crisi tra Israele e Libano, tanto più a mezzanotte. Giandotti, invece, ha capitalizzato al meglio la sua esperienza (ha condotto, tra gli altri, Agorà e Unomattina) e, almeno fino a questo momento di "crisi internazionale", sta riuscendo nell'impresa.
I numeri, si sa, parlano ma dipende come vengono fatti parlare. Linea Notte non risulta essere il programma in seconda serata più visto, dato che – leggiamo dai dati relativi al 30 settembre – con il 4,3% di share si trova alle spalle di Cose Nostre di Emilia Brandi (Rai 1) con l'8,3% di share nella prima parte e il 5,7% nella seconda. La qualità dei temi trattati è però alta, così come preparati e mai banali sono gli ospiti. Il modus operandi di Giandotti, con uno stile forse un po' impostato per apparire più seria e in linea con gli argomenti in scaletta, piace e convince. E convince, forse, ancor più dell'approccio adottato dallo storico predecessore Mannoni, eccellente nella preparazione ma forse troppo piatto per tenere sull'attenti il risicato pubblico notturno. Giandotti, come si dice in casi simili, "buca lo schermo", interagisce con gli ospiti, li interrompe con educazione per esprimere la propria opinione, si inserisce tra un discorso e l'altro per arricchire il quadro. In un mondo di tuttologi, dove i conduttori danno l'idea di conoscere ogni argomento come se quello fosse stato il loro tema di laurea, la "regina di Linea Notte" ha trovato la giusta ricetta per seguire avvenimenti in diretta con professionalità ma senza spocchiosità. Riuscirà Giandotti a resistere ancora nel caso in cui la guerra dovesse espandersi ulteriormente?