"America... solo una nazione di duecento milioni di venditori di auto usate con tutti i soldi che ci servono per comprare armi e senza scrupoli uccidere chiunque altro nel mondo cerchi di metterci a disagio”. È il ritratto spietato dell’America di un maestro del “gonzo journalism” come Hunter S. Thompson, il celebre autore di Fear and Loathing in Las Vegas (Paura e disgusto a Las Vegas).
Una caricatura non troppo lontana dalla realtà se pensiamo a cos’è diventata l’America oggi dopo l’attentato di sabato ai danni dell’ex presidente Donald J. Trump, un tentativo di assassinio che ha riportato il Paese nei giorni più bui della sua storia, e avvenuto in un clima di crescente polarizzazione politica e “guerre culturali” che stanno minando le fondamenta della democrazia statunitense.
Gli appelli all’unità dopo l’attentato di sabato non hanno infatti placato le polemiche e le accuse reciproche di fomentare odio nei confronti dell’avversario politico, diventato un “nemico esistenziale” a tutti gli effetti. Tanto che i riferimenti a una possibile “guerra civile” sono stanti ampiamente sdoganati.
In America una “guerra esistenziale” tra progressisti e conservatori
Altro che unità nazionale, dunque. Come si può leggere anche dai social, il clima è a dir poco avvelenato e polarizzato, mentre è ancora tutto da decifrare come reagiranno nelle prossime settimane le frange più radicali (MAGA) che sostengono l’ex presidente. “Il New York Times ha appena pubblicato oggi questo su Trump. Sono esseri umani veramente insensibili e spregevoli. Nemmeno un briciolo di empatia” accusa il patron di X, Elon Musk, commentando un editoriale del NYT pubblicato dopo l’attentato nel quale si dice che Donald Trump “non ha superato le prove di leadership e ha tradito l'America. Gli elettori devono opporsi a lui a novembre”.
Come nota su X il professore e analista geopolitico Glenn Diesen, pubblicando una serie di prime pagine di quotidiani liberal dove Donald Trump viene dipinto come un nuovo Adolf Hitler, "le élite politico-mediatiche mettono in guardia dalla violenza politica, ma avvertono anche che Trump è il nuovo Hitler che deve essere fermato. Non è possibile sostenere entrambe le cose. Si tratta di propaganda, poiché anche tutti gli avversari dell'America sono etichettati come nuove reincarnazioni di Hitler”. Non esattamente un clima politico sereno che fa presupporre una “pacificazione” nazionale imminente.
La violenza politica
A proposito di polarizzazione, Reuters ha pubblicato nei mesi scorsi un’interessante un’inchiesta nella quale documenta gli episodi di violenza politica registrati negli Stati Uniti a seguito dell’assalto a Capitol del 6 gennaio 2021 da parte di un gruppo di sostenitori dell’ex presidente Trump. Sono 213 i casi di violenza politica identificati da Reuters, tra cui 30 omicidi.
Secondo Gary LaFree, criminologo dell'Università del Maryland che ha monitorato questo tipo di violenza in un database sul terrorismo tra il 1970 e il 2020, negli ultimi dieci anni la violenza politica negli Usa è aumentata in maniera esponenziale mentre Rachel Kleinfeld, che studia i conflitti politici e l'estremismo presso il Carnegie Endowment for International Peace, spiega che, se nei primi anni '70, la violenza politica americana era perpetrata più spesso da radicali di sinistra e si concentrava in gran parte sulla distruzione di proprietà, come edifici governativi, oggi è diverso gran parte della violenza politica odierna è rivolta alle persone e in molti caso proviene dall’estrema destra.
Le diseguaglianze sociali
Il concetto del "Sogno Americano" ha alimentato la percezione secondo cui chiunque, indipendentemente dalla propria origine, potesse raggiungere il successo attraverso il duro lavoro e la determinazione. Gli Usa, inoltre, sono la nazione che ha regalato la mondo il meglio della letteratura mondiale, del cinema, della musica. Ma oggi è diventata una nazione segnata anche da profonde diseguaglianze sociali.
Secondo i dati della Federal Reserve, il 10% più ricco delle famiglie americane detiene circa il 70% della ricchezza totale del paese. Al contrario, il 50% più povero delle famiglie possiede solo l'1% della ricchezza. Nel 2021, secondo Forbes, il patrimonio netto collettivo dei miliardari del Paese, secondo un report dell’Institute for Policy Studies e Americans for Tax Fairness, è cresciuto di 1.100 miliardi di dollari.
Armi, droga e criminalità
Droga, armi e criminalità rappresentano tre problematiche sociali strettamente interconnesse che affliggono gli Stati Uniti. Nel Paese, ad esempio, si stanno facendo i conti, soprattutto negli ultimi anni, con una crisi di consumo e abuso di oppioidi ben raccontato da serie tv come Dopesick. Il numero di decessi per overdose da oppioidi, compreso il Fentanyl, nel 2021 è stato 10 volte superiore a quello del 1999, secondo i dati del Centers for Disease Control and Prevention, National Center for Injury Prevention and Control. Le overdose da oppioidi hanno ucciso più di 80.000 persone nel 2021, e quasi l'88% di questi decessi ha riguardato oppioidi sintetici.
Sul fronte della criminalità, una fetta consistente di americani sostiene che la riduzione della del fenomeno, soprattutto nelle grandi città, dovrebbe essere una priorità assoluta che il Presidente e il Congresso dovrebbero affrontare quest'anno. Circa sei adulti statunitensi su dieci (58%) sono di tale opinione, rispetto al 47% dell'inizio della presidenza di Joe Biden nel 2021.
Sebbene i tassi di criminalità siano diminuiti nell’ultimo periodo, nel 2020, ad esempio, il tasso di omicidi negli Stati Uniti ha registrato il più grande aumento annuale mai registrato, e nel 2022 è rimasto notevolmente più alto rispetto a prima della pandemia da Covid-19. Chiaramente, ci sono notevoli differenze da città a città e da stato a stato. Nel 2022, ci sono stati più di 700 crimini violenti ogni 100.000 residenti in New Mexico e Alaska; troppi rispetto ai 200 ogni 100.000 persone a Rhode Island, Connecticut, New Hampshire e Maine, secondo i dati dell’FBI.
C’è poi l’annoso problema della proliferazione delle armi. Secondo le ultime statistiche disponibili dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), nel 2021 sono morte 48.830 persone per ferite legate ad armi da fuoco, il numero più alto mai registrato nella storia del Paese. Si tratta di un aumento record del 23% rispetto al 2019. Complessivamente, il quadro sociale e politico che ne emerge è a tinte fosche. La domanda sorge dunque spontanea: gli Usa possono essere ancora un modello per le altre nazioni?