Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, non risparmia colpi e risponde senza mezzi termini alle recenti dichiarazioni di Marina Berlusconi, che ha definito l’inchiesta di Report su suo padre Silvio “pattume mediatico”. Per Travaglio, quelle parole sarebbero un esempio di “invidia professionale” da parte di chi, negli anni, ha tratto beneficio da un sistema mediatico non certo immacolato. “Il fatto che Marina parli di pattume mediatico – ha scritto Travaglio – è significativo, considerando le tonnellate di monnezza prodotte dalla casa Fininvest fin dalla fondazione. Un esempio classico di chi predica bene e razzola male”. Le critiche del giornalista non si fermano qui. Travaglio punta il dito contro il centrodestra e contro i media italiani, accusandoli di non affrontare con la dovuta serietà i fatti storicamente accertati. “Il fatto che l’intero centrodestra, incluso Renzi, si lanci a rilanciare le accuse contro Report, dimostra quanto sia ridotta l’Italia. E il fatto che i media parlino ancora di ‘presunti rapporti’ tra Berlusconi e la mafia, ignorando la sentenza definitiva della Cassazione che li certifica, è l’ennesima prova della morte dell’informazione”.
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Travaglio non si limita alle dichiarazioni di principio e rievoca la sentenza della Cassazione che nel 2004 condannò Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. “I giudici accertarono un incontro a Milano, nel 1974, tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e diversi boss mafiosi, tra cui Stefano Bontade e Gaetano Cinà. Fu lì che si concluse un accordo di reciproco interesse tra Cosa Nostra e l’imprenditore Berlusconi”. Secondo Travaglio, l’assunzione di Vittorio Mangano ad Arcore sarebbe stata parte di quell’intesa. “Quell’accordo serviva a garantire protezione mafiosa alla villa di Arcore, in cambio di cospicue somme di denaro versate fino al 1992”, ha ricordato il direttore, citando testualmente le conclusioni della sentenza. Berlusconi Rispondendo alla minaccia di “tutti gli strumenti legali” annunciata dalla presidente di Fininvest, Travaglio è lapidario: “Se la questione arrivasse in Cassazione, i giudici non farebbero altro che rispolverare quella sentenza. Magari potrebbero anche inviarne una copia a Marina, che continua a credere – poverina – che suo padre sia sempre stato in prima fila contro la mafia”. Un commento che chiude con una provocazione tagliente, ma che riapre una discussione mai davvero chiusa sul passato di Berlusconi e i rapporti tra politica, affari e criminalità organizzata.
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