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Musk non cancella la frase di Khamenei contro Israele. Ecco perché nessun giornalista dovrebbe scandalizzarsi

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

9 ottobre 2023

Musk non cancella la frase di Khamenei contro Israele. Ecco perché nessun giornalista dovrebbe scandalizzarsi
Elon Musk ceo di X non raccoglie mai molti consensi, tantomeno se decide di segnalare ma non cancellare un post della Guida Suprema dell’Iran Khamenei che, dal suo profilo, inneggia allo sradicamento “dell’usurpatore sionista”. Ma cosa avrebbe sbagliato Elon Musk? Chiunque tenga ancora al modello di giornalismo occidentale non dovrebbe sorprendersi di Musk. Ecco perché

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Elon Musk ha fatto una scelta che nessun giornalista serio dovrebbe criticare. A seguito degli attacchi a Israele da parte di Hamas, l’operazione cosiddetta “Al Aqsa Flood”, Israele dichiara lo stato di guerra. Gli schieramenti sembrano in parte già chiari: l’Occidente con Israele e Netanyahu, alcune forze che diremo antimoderne con Hamas e i palestinesi. Tra queste l’Iran, che si espresso senza mezzi termini a favore della distruzione totale dello Stato israeliano. Ad affermarlo è la Guida Suprema dell'Iran Ali Khamenei che su X pubblica un video con queste parole: “A Dio piacendo, il cancro del regime usurpatore sionista sarà sradicato per mano del popolo palestinese e delle forze della Resistenza in tutta la regione”. Il tweet è stato immediatamente segnalato e X ha oscurato, senza cancellare, il contenuto del post, che può essere letto solo cliccandoci sopra: “Questo post ha violato le Regole di X. Tuttavia, abbiamo deciso di non oscurarlo poiché potrebbe essere di pubblico interesse”.

La Guida Suprema Khamenei
La Guida Suprema Khamenei

Tuttavia sembra che a molti non sia bastato. In fondo, una frase del genere, detta da un capo di Stato che spera di veder spazzato via un altro Paese riconosciuto a livello internazionale non ci sembra, legittimamente, tollerabile. Ma va tollerata, se lo spazio che si gestisce è diventato, più o meno consapevolmente, una piattaforma di informazione e di dibattito, un ibrido, molto simile a una agorà, solo ben più inclusiva di quanto non lo fosse nell’antichità e di quanto non lo siano stati negli ultimi decenni i vari talkshow italiani e non. In altre parole: tollerare l’intollerabile, seppure con qualche filtro.

Il tweet di Khamenei
Il tweet di Khamenei
Il tweet di Elon Musk
Il tweet di Elon Musk

È ciò che Musk ha fatto e nel farlo ha generato scalpore. Il ceo dell’ex Twitter ha anche spiegato la sua posizione con una sua dichiarazione: “La posizione ufficiale di Khamenei è chiara: l'obiettivo reale è lo sradicamento di Israele, non solo il sostegno ai palestinesi. Questo non accadrà. Tutto ciò che realmente accade, decennio dopo decennio, è un ciclo infinito di violenza e vendetta. Alimentare il fuoco dell'odio non funziona. Forse è giunto il momento di considerare qualcos'altro”. Molto chiaramente Musk, come in altre occasioni (si veda la riapertura del profilo di Trump e quella del profilo di Kanye West), ha preferito tenere le carte sul tavolo e permettere a tutti di entrare a conoscenza di qualsiasi opinione e qualsiasi notizia inerenti la guerra israelo-palestinese. Una scelta, quella di Musk, che potrebbe sembrare radicale, ma non dovrebbe esserlo per dei giornalisti occidentali.

L'attacco da parte di Hamas a Israele
L'attacco da parte di Hamas a Israele

Musk ha infatti moderato un contenuto senza eliminarlo o contraffarlo, ma semplicemente permettendo la diffusione di quel messaggio con un alert chiaro. Fa quello che dovrebbero fare i giornali e che, anzi, molti giornali fanno senza essere costretti a porsi il quesito morale: è giusto diffondere opinioni del genere? Non è chiaro per quale motivo da Musk si pretenda altro, nonostante un social network come X sia pensato esattamente per diffondere opinioni, possibilmente brevi, e notizie, possibilmente vere. E questo non toglie, come ha notato Musk, che le posizioni di Khamenei siano radicali ed estremiste e possono giustamente apparire come ripugnanti. Ma davvero potremmo giudicarle tali senza prima averle lette perché censurate?

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