Elon Musk ha fatto una scelta che nessun giornalista serio dovrebbe criticare. A seguito degli attacchi a Israele da parte di Hamas, l’operazione cosiddetta “Al Aqsa Flood”, Israele dichiara lo stato di guerra. Gli schieramenti sembrano in parte già chiari: l’Occidente con Israele e Netanyahu, alcune forze che diremo antimoderne con Hamas e i palestinesi. Tra queste l’Iran, che si espresso senza mezzi termini a favore della distruzione totale dello Stato israeliano. Ad affermarlo è la Guida Suprema dell'Iran Ali Khamenei che su X pubblica un video con queste parole: “A Dio piacendo, il cancro del regime usurpatore sionista sarà sradicato per mano del popolo palestinese e delle forze della Resistenza in tutta la regione”. Il tweet è stato immediatamente segnalato e X ha oscurato, senza cancellare, il contenuto del post, che può essere letto solo cliccandoci sopra: “Questo post ha violato le Regole di X. Tuttavia, abbiamo deciso di non oscurarlo poiché potrebbe essere di pubblico interesse”.
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Tuttavia sembra che a molti non sia bastato. In fondo, una frase del genere, detta da un capo di Stato che spera di veder spazzato via un altro Paese riconosciuto a livello internazionale non ci sembra, legittimamente, tollerabile. Ma va tollerata, se lo spazio che si gestisce è diventato, più o meno consapevolmente, una piattaforma di informazione e di dibattito, un ibrido, molto simile a una agorà, solo ben più inclusiva di quanto non lo fosse nell’antichità e di quanto non lo siano stati negli ultimi decenni i vari talkshow italiani e non. In altre parole: tollerare l’intollerabile, seppure con qualche filtro.
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È ciò che Musk ha fatto e nel farlo ha generato scalpore. Il ceo dell’ex Twitter ha anche spiegato la sua posizione con una sua dichiarazione: “La posizione ufficiale di Khamenei è chiara: l'obiettivo reale è lo sradicamento di Israele, non solo il sostegno ai palestinesi. Questo non accadrà. Tutto ciò che realmente accade, decennio dopo decennio, è un ciclo infinito di violenza e vendetta. Alimentare il fuoco dell'odio non funziona. Forse è giunto il momento di considerare qualcos'altro”. Molto chiaramente Musk, come in altre occasioni (si veda la riapertura del profilo di Trump e quella del profilo di Kanye West), ha preferito tenere le carte sul tavolo e permettere a tutti di entrare a conoscenza di qualsiasi opinione e qualsiasi notizia inerenti la guerra israelo-palestinese. Una scelta, quella di Musk, che potrebbe sembrare radicale, ma non dovrebbe esserlo per dei giornalisti occidentali.
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Musk ha infatti moderato un contenuto senza eliminarlo o contraffarlo, ma semplicemente permettendo la diffusione di quel messaggio con un alert chiaro. Fa quello che dovrebbero fare i giornali e che, anzi, molti giornali fanno senza essere costretti a porsi il quesito morale: è giusto diffondere opinioni del genere? Non è chiaro per quale motivo da Musk si pretenda altro, nonostante un social network come X sia pensato esattamente per diffondere opinioni, possibilmente brevi, e notizie, possibilmente vere. E questo non toglie, come ha notato Musk, che le posizioni di Khamenei siano radicali ed estremiste e possono giustamente apparire come ripugnanti. Ma davvero potremmo giudicarle tali senza prima averle lette perché censurate?