Un incubo per i genitori, un apparente paradiso per i bambini. Che cosa sta succedendo negli Stati Uniti e potrebbe succedere anche in Europa? L'“allarme”, se così possiamo definirlo, è più serio di quanto non si possa pensare. Le famiglie Usa, appena uscite dall'incubo delle elezioni presidenziali, si apprestano ad affrontare un altro ostacolo non da poco: il Natale. “Qual è il miglior regalo da fare a figli, nipotini e cuginetti?”, è la domanda che i cittadini-consumatori degli States si ripetono in silenzio. Bene, una delle possibili risposte è: non regalate assolutamente giocattoli. Il perché? Beh, i nuclei familiari del Paese ne sono letteralmente invasi, travolti, subissati. Soldatini, cucine, utensili, macchinine, bambole, peluche, per non parlare poi dei videogame, dell'elettronica: i bambini occidentali (allargando il campo) hanno tanti, troppi giocattoli rispetto al passato. E questo rischia di essere un doppio problema: per papà e mamma, costretti a sborsare ingenti quantità di denaro per pezzi di plastica molto spesso lasciati a prender polvere sugli scaffali, o per consolle che isolano i pargoli dalla vita reale; ma anche e soprattutto per gli stessi bambini, che si ritrovano tra le mani qualsiasi cosa con una facilità estrema. Per intenderci: non funziona più come negli anni '90, quando cioè i ragazzini dovevano aspettare il fine settimana per farsi portare dai genitori in negozi specializzati di giocattoli di ogni genere. Oggi esiste l'e-commerce e gli acquisti si effettuano, non solo da casa, ma anche in tempo reale, e pure più volte al giorno. Ottenere tutto e subito, vivere nell'abbondanza inutile, poter contare su un immenso ventaglio di scelte: sono davvero aspetti che aiutano i bambini a crescere in modo sano?
Il dibattito è aperto. I dati sono invece chiarissimi: le vendite di giocattoli negli Stati Uniti sono balzate dai 22,3 miliardi di dollari del 2019 ai 26 miliardi nel 2020, e poi a 30,1 miliardi di dollari nel 2021. Secondo alcune stime, alla fine del 2024 il mercato dei giocattoli e dei giochi genererà un fatturato dal valore di 40,1 miliardi. In Europa – a proposito: in Germania si sta diffondendo la tendenza a preferire giocattoli ecologici e educativi - si dovrebbe invece arrivare a sfiorare i 32,7 miliardi. Numeri importanti che raccontano molto altro. Come detto, gli scaffali stracolmi di macchinine e action figure possono essere stressanti tanto per i bambini quanto per i genitori. A volte “i bambini non giocano con niente, perché ci sono troppe opzioni”, ha spiegato Sarah Davis, coach genitoriale e coautrice del libro Modern Manners for Moms and Dads. Come se non bastasse, un'eccessiva enfasi sull'acquisizione di nuovi giocattoli può alimentare il materialismo, che a sua volta è collegato ad ansia e depressione.
Nei primi anni 2000, un team guidato da Jeanne E. Arnold aveva contato i beni di 32 famiglie della classe media Usa. La famiglia media possedeva 139 giocattoli visibilmente in mostra, con “numeri imprecisati” nascosti negli armadi o sotto i letti. “Riversandosi dalle camerette dei bambini nei salotti, nelle sale da pranzo, nelle cucine e nelle camere dei genitori, i giocattoli dei bambini americani sono onnipresenti nelle case della classe media”, scrivevano gli autori della ricerca. Ebbene, quel problema non ha fatto altro che peggiorare. Anche perché adesso, e a differenza della maggior parte delle altre categorie di prodotti, i giocattoli per bambini sono diventati più economici. Per intenderci: un giocattolo che costava 20 dollari nel 1993 oggi verrebbe venduto al dettaglio a soli 4,68 dollari, in parte a causa dei minori costi di produzione (ormai delocalizzata all'estero). “I bambini spesso giocano solo con un sottoinsieme di giocattoli, mentre gli altri non sono poi così rilevanti”, ha detto la sociologa Allison Pugh a Vox, che al tema ha dedicato un lungo approfondimento. Dunque, con il Natale alle porte, prendete appunti: limitate l'acquisto casuale di giocattoli (a meno, certo, di richieste specifiche). Ci sono tanti altri regali su cui puntare...