Scorro con gli occhi assonnati le notizie sul quotidiano, mentre il caldo d’agosto inizia ad intensificarsi. Sarà un’altra giornata in stile deserto del Gobi, penso tra me e me. Il cellulare mi avverte di un messaggio, è la mia amica pasticcera che mi scrive di dare un'occhiata ad un post, mi immergo nella visione di uno dei soliti banalissimi video in cui una signora prepara un tiramisù. A parte la tristezza della mediocrità, l’unica cosa che mi salta all’occhio è l’uso delle uova fresche che se accettato dal punto di vista casalingo (prendendosi tutti i rischi del caso) in una pasticceria non si dovrebbe più vedere. Chiedo spiegazioni alla mia amica che mi dice di guardare i commenti. Spulciando tra questi mi imbatto in una signora che chiede delucidazioni sull’uso delle uova crude. Risponde direttamente la redazione di Giallo Zafferano (pagina Ig su cui è stato pubblicato il video) dicendo testualmente: "ciao! (manco la lettera maiuscola) in questo caso le uova non sono pastorizzate perché sono fresche, quindi non c’è bisogno!”. Ma è la verità?

Probabilmente, quando ho letto le linee di condotta indicate dall’Istituto superiore di sanità ero molto “ubriaco”, perché me le ricordavo molto diverse. Quindi apro il computer e vado a dare una rilettura (le trovate anche qui). Ma le riportiamo anche di seguito:
In particolare, sono da considerarsi alimenti a rischio:
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uova crude (o poco cotte) e derivati a base di uova
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latte crudo e derivati del latte crudo (compreso il latte in polvere)…
Popolazione sensibile
Sono particolarmente suscettibili all’infezione da salmonella i soggetti:
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affetti da acloridria (disfunzione dell’apparato digerente, consistente nell’assenza di acido cloridrico nel succo gastrico) e da malattie neoplastiche
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in terapia con farmaci anti-acido, in pregressa o concomitante terapia antibiotica ad ampio spettro, e/o in terapia immunosoppressiva
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che hanno subito interventi chirurgici a carico dell’apparato gastrointestinale.
La gravità della malattia è in relazione al sierotipo infettante, al numero di microrganismi ingeriti e a fattori di resistenza del paziente. In particolare, a livelli di acidità gastrica ridotti corrispondono maggiori probabilità di manifestare diarrea. Ai germi che non vengono neutralizzati dalla secrezione acida dello stomaco l’intestino umano risponde con una reazione infiammatoria che provoca il fenomeno diarroico.
Soggetti a rischio sono anziani, bambini e donne in gravidanza, ma anche individui affetti da anemia falciforme e Hiv. Per questi ultimi l’infezione da salmonella si manifesta anche con ricorrenti episodi di setticemia non tifoidea.
A questo punto mi sorge un grande dubbio: o io non capisco più l’italiano, oppure la redazione di Giallo Zafferano non ha conoscenza delle normative che regolano l’uso delle uova crude. Voglio dire, non si può conoscere tutto, ma considerando che le uova sono parte di almeno un 70% dei dolci e Giallo Zafferano si occupa di ricette di cucina, mi chiedo in cosa siano edotti. Forse la loro formazione è più specializzata sulla meccanica applicata all’agricoltura, salto con l’asta, tiro al piattello, uncinetto e punto a croce? Il mio cane mi passa accanto sbuffando, forse anche lui si chiede come si faccia ad essere così disinformati, oppure ha solo caldo e sta andando dal giardino a casa per accoccolarsi davanti al ventilatore. Immerso nella mia riflessione su quanto sia insostenibile la mancanza di conoscenza mi torna in mente il video di uno che faceva le conserve di tonno. Al tempo lo criticai aspramente citando le linee guida dell’Istituto superiore di sanità riguardanti il rischio botulino e spiegandoli che bollire qualcosa non lo sterilizza: “Si deve evitare la preparazione casalinga di conserve di carne o di pesce. Questi prodotti non possono infatti essere acidificati o trattati con quantità di sale o zucchero idonee a bloccare lo sviluppo e la tossinogenesi dei clostridi produttori di tossine botuliniche. La loro sicurezza è subordinata alla distruzione di tutte le spore eventualmente presenti, applicando un processo termico denominato sterilizzazione. Questo processo si effettua con vapore surriscaldato alla temperatura di 121°C ed alla pressione di 2 atmosfere e non può essere condotto con gli strumenti normalmente presenti nelle cucine domestiche”. Chiaramente il giovane influencer di turno non la prese bene, vide il tutto come se avessi commesso “lesa maestà”. Com’è possibile che chi si occupa di divulgazione di preparazioni alimentari e influenzi col suo lavoro numeri consistenti di persone non si senta obbligato a presentare del materiale quanto meno decente? Perché la ricetta fatta male per strizzare l’occhio allo sponsor di pentolame o della friggitrice ad aria di turno la posso capire, ma dare delle indicazioni alimentari che potrebbero mettere a rischio la salute di chi segue queste persone mi lascia veramente “basito”. Non posso che pensare quanto sia “insostenibile" la leggerezza della mancanza di conoscenza. Sbuffo e torno in casa seguendo il saggio esempio di Achille (il mio cane): rinfrescarsi al ventilatore.
