Report ha promesso uno scoop ai livelli del caso Boccia-Sangiuliano. Lo annuncia con una settimana di anticipo in tv e in radio (rispettivamente a Di Martedì da Giovanni Floris e a Un giorno da pecora). Ma le dimissioni anticipate del capo di gabinetto del Ministero della Cultura Francesco Spano potrebbero aver tolto tutta la suspence creata in questi giorni. Al centro dell’inchiesta il braccio destro di Alessandro Giuli, a capo del Mic, già presidente della Fondazione Maxxi, in cui Spano e il suo compagno, l’avvocato Marco Carnabuci, lavoravano. In realtà la nomina di Spano, come avevamo segnalato, aveva già fatto discutere e l’Associazione Pro Vita e Famiglia era intervenuta criticando la scelta, criticando Giuli e, infine, evidenziando la presunta ipocrisia di Giorgia Meloni, che nel 2017 si schierò apertamente contro di lui durante un caso di finanziamenti che coinvolse l’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. Stavolta, al centro del caso, però, ci sarebbero non tanto i ruoli ricoperti da Spano e compagno, quanto le reazioni all’interno di Fratelli d’Italia.
Nella chat romana di Fratelli d’Italia, tra l’altro, sarebbero state usate espressioni omofobe come “pederasta”, pronunciate da Fabrizio Busnengo, coordinatore di FdI nel IX Municipio, dimessosi dopo la reprimenda del coordinatore romano Marco Perissa (“Ve lo dico chiaro e tondo: non sono disponibile ad accettare che questa chat venga utilizzata per dare sfogo agli umori di chicchessia arrivando a tacciare di pedofilia il primo bersaglio che si decide di avere: le critiche vanno bene ma non le affermazioni che raggiungono il limite della denuncia... Su una chat con il simbolo del primo partito d’Italia o si ha la capacità di comportarsi o se ne sta fuori”).
In realtà i commenti tradirebbero una generale antipatia verso Alessandro Giuli, considerando dagli interni a FdI una figura eccentrica e lontana dai valori conservatori su cui si basa l’attuale propaganda politica del primo partito di Italia. Un esempio su tutti, le sue critiche ai cattolici e il suo presunto “anticlericalismo” (definì gli elettori cristiani “vedove inconsolabili del Papa re che vogliono rodersi il fegato”). Il Fatto quotidiano e il Foglio avrebbero parlato persino di una lite interna tra Alessandro Giuli e Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del consiglio, ma quest’ultimo ha immediatamente smentito (“notizia falsa e pateticamente inventata”).
E ora la tensione riguarderebbe anche Antonella Giuli, sorella del ministro, giornalista assunta all’ufficio stampa della Camera (ed ex portavoce del ministro Lollobrigida), amica di Arianna Meloni e da sempre vicino al fratello. Proprio lei, infatti, avrebbe discusso in pubblico con il presidente della Commissione Cultura di Fratelli d’Italia Federico Mollicone. Lei lo avrebbe visto parlare con una giornalista ma lui le avrebbe risposto che era fuori strada. La risposta di Antonella Giuli? “Perché negare? Sei una persona piccola piccola”, promettendo al suo interlocutore che ne avrebbero riparlato. Così Mollicone si avvicina a Giuli e le urla: “Questa è una minaccia?” e sarebbe stato necessario separarli.
Come detto, Antonella Giuli è ora assunta a chiamata diretta nell’ufficio stampa della Camera dei deputati per 120 mila euro all’anno, ma fino a pochi mesi fa era stata portavoce dell’ex compagno di Arianna Meloni, Francesco Lollobrigida. Prima ancora, Giuli è stata responsabile della comunicazione di Fratelli d’Italia, dimostrando dunque vicinanza all’establishment del partito, nonostante i racconti di questi giorni. Antonella Giulia era stata vista già al debutto del fratello in Aula, quando il neoministro si avvicinò a lei e la abbracciò, scusandosi con i colleghi, disse: “Scusate, ma devo salutare una sorella d’Italia”.