Omar Favaro, autore insieme alla fidanzata Erika De Nardo del duplice omicidio di Novi Ligure del 2001, è tornato al centro della cronaca, oltre che al centro di nuovi guai giudiziari per presunti maltrattamenti in danno dell’ex moglie. Al momento dell’uscita dal carcere, ormai qualche anno fa, Erika De Nardo e Mauro Favaro, detto Omar, avevano rivendicato il loro diritto all’oblio. Quell’alto personalissimo diritto a essere dimenticati. Personalissimo, secondo la legge. Non erano ancora usciti, ma già rivendicavano diritti. E che diritti. Il diritto all’oblio non è infatti un diritto a cancellare il passato, ma a proteggere il presente e il futuro dalle rappresentazioni non più veritiere dell’immagine di una persona. Secondo voi Erika e Omar hanno diritto a essere dimenticati? I fatti dicono proprio di no. “Ti sfregio con l’acido. Ti riduco in sedia a rotelle”. Queste alcune delle frasi agghiaccianti che il giovane avrebbe rivolto alla madre di sua figlia. Andiamo con ordine. Omar Favaro è attualmente indagato della Procura di Ivrea per una serie di episodi di violenza fisica e psicologica nei confronti della sua ex moglie, avvenuti tra il 2019 e il 2021. Le accuse includono maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. La coppia, che si era conosciuta sui social nove anni fa e aveva una figlia, ha visto il loro rapporto deteriorarsi durante i mesi del lockdown, culminando in minacce di violenza e umiliazioni da parte di Omar verso la moglie. Nonostante le denunce e la fuga della donna da casa nel 2021, il gip non aveva ritenuto di applicare alcuna misura cautelare nei confronti di Omar, non essendo ritenuto più attuale il pericolo dato che la convivenza era terminata. Tuttavia, le indagini hanno portato alla luce una lunga serie di episodi di violenza, consolidando le accuse contro Omar come un uomo violento e possessivo. Lui, intanto, nega tutto e se la vedrà in udienza. Recidiva o non recidiva?
Nella definizione dei ruoli della mattanza, equiparati nei tre gradi di giudizio, si era inizialmente detto che Erika avesse rappresentato una sorta di virago e Omar avesse incarnato il suo schiavo esecutore. Forse, la realtà dei fatti era molto diversa all’epoca. La lungimiranza nelle ultime però appare davvero tiranna. Non tutti sanno che all’inizio dell’estate del 2000 Omar aveva lasciato Erika perché voleva godersi l’estate da single. I due giovani erano tornanti insieme nel mese di ottobre e avevano iniziato a chiudersi sempre più spesso nella camera da letto di Omar per fare uso di droghe e sperimentare il sesso violento. Erika era stata considerata la mente criminale. Quella che aveva deciso di eliminare i genitori perché non le facevano vivere la vita che voleva. Con le libertà che voleva. Quindi, nella sua mente, si era rappresentata un’unica via d’uscita. Quella dell’omicidio della madre Susy e del padre Francesco. Il fratellino Gianluca, invece, non doveva essere eliminato. La scelta è stata fatta sul momento perché il piccolo era divenuto testimone scomodo. Rincorso e massacrato nel bagno. Francesco De Nardo, invece, era stato risparmiato perché Omar “era troppo stanco per uccidere anche lui” e aveva chiesto a Erika di pensarci sempre da sola. Omar in quel contesto era stato ritenuto soggetto debole e emotivamente dipendente dalla fidanzatina. Ma è stato davvero così? Ora come allora sembra proprio che Favaro continui a cercare di abbattere ogni persona che incontra sul cammino e che possa rappresentare un ostacolo. Il problema dei maltrattamenti era che non poteva vedere la figlia? Sicuramente, anche rispetto alle ultime accuse, Omar ha dimostrato una forte inclinazione a non saper riconoscere il limite. Parola al giudice per l’udienza preliminare a cui spetta la decisione se rinviare o meno a giudizio. L’interrogativo è d’obbligo. A cosa è servita la rieducazione in carcere?