Il caso Garlasco torna sulla scena mediatica e Fabrizio Corona lo trasforma in un evento. “Quello che sapete è finto”, dice nelle storie del suo profilo Instagram. E promette una puntata di Falsissimo che ribalta tutto. Più che una controinchiesta, un colpo di teatro. Tra omissioni vecchie e dettagli ignorati, la verità resta sepolta. Ma meno di ieri. Perché nel fango, a volte, c’è più che un martello. C’è tutto quello che non abbiamo voluto vedere…
Una mazza riaffiora dal fango di un canale a Tromello. Sembra un cold case che si sblocca, uno di quei colpi di scena da serie crime. Invece è solo il prologo. Perché quello che si sta riaprendo, più che un caso giudiziario, è un buco nero mediatico. Dove indizi, nomi e sospetti risucchiano certezze e risputando ipotesi. Nel canale vicino alla casa della nonna delle gemelle Cappa, le cugine di Chiara Poggi, i carabinieri hanno tirato su un martello, un’ascia, una mazzetta e un attizzatoio. E già lì i sospetti si riaccendono: possibile che per 18 anni nessuno abbia pensato di dragare quel tratto d'acqua? Poi i messaggi. Duecentottanta. Uno su tutti: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. Firmato, dicono, da Paola Cappa. Frase a effetto, rilanciata ovunque. Le gemelle, mai indagate, ora dovranno dare il proprio Dna. Ma a mettere la parola “Falsissimo” su tutto è Fabrizio Corona. Che dalle sue storie Instagram ha lanciato la bomba: “Tutto quello che avete sentito sull'inchiesta di Garlasco, dal dragaggio del fiume al martello, fino ai virgolettati attribuiti a Paola Cappa, non è altro che un'operazione di comunicazione basata su clickbait. Una narrazione costruita ad arte da una nuova informazione che non cerca la verità, ma il sensazionalismo”.


E mentre le testate spingono sull'acceleratore, lui frena. E rilancia. “È proprio per questo che è nato Falsissimo. Per riportare la verità. Cosa vedrete: un contenuto clamoroso, esclusivo, che vi lascerà senza parole. Su Garlasco, sulla riapertura del caso e su chi sono davvero i colpevoli”. Corona promette di fare quello che gli inquirenti non fecero nel 2007: indagare a 360 gradi. Anche lì dove gli occhi non si erano mai posati. Come su quella bici nera mai sequestrata. O su una ragazza bionda con occhiali scuri, in sella proprio nei pressi della villetta di via Pascoli tra le 9.30 e le 10 di quel 13 agosto. A segnalarla fu Marco Muschitta, ex operaio, che poi ritrattò tutto. Ma in un'intercettazione disse al padre: “Mi hanno chiesto di ritrattare”. Fabrizio, con i suoi toni da controinchiesta, ci va giù secco: “Abbiamo messo in discussione tutto, anche rischiando la nostra libertà. In nove puntate abbiamo dimostrato che si può fare, con rigore, coraggio e responsabilità”. E il decimo episodio, “SPECIALE GARLASCO”, promette di scoperchiare il vaso di Pandora. Corona non cerca giustizia. Cerca attenzione, certo. Ma anche una verità che la stampa, quella ufficiale, ha forse accarezzato troppo piano.

