Ma cosa è accaduto realmente a Liliana Resinovich? Davvero l’ipotesi del suicidio continua a restare in piedi? Prima la scomparsa poi il ritrovamento del corpo all’interno di sacchi del tipo di quelli usati per la spazzatura. Liliana è stata trovata il 5 gennaio del 2022 e, in questi tre anni, non si è ancora arrivati a una soluzione. È la domanda delle domande a cui si tenterà di dare risposta con la seconda perizia medico legale, eseguita dalla dottoressa Cattaneo, attesa a breve è questa: Liliana è morta subito dopo la scomparsa, o poco prima che il suo corpo venisse ritrovato nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste poco lontano da dove abitava con il marito Sebastiano Visintin? Molte delle persone coinvolte in questa storia sostengono che l’uomo sappia molto più di quanto dice. Di questo parere anche l’avvocato Carlo Taormina, noto per aver seguito diversi casi di cronaca come legale delle parti in causa, è intervenuto a Fatti di nera, il programma di Cusano Media Group: “Gli errori commessi all’inizio dell’inchiesta, soprattutto nelle attività di indagine che avrebbero dovuto essere svolte, rendono estremamente complicato arrivare a una conclusione corretta, in un senso o nell’altro”.
E sulla seconda perizia medico legale: “Pur riconoscendo la competenza della professoressa Cattaneo, che conosco molto bene e considero una grande anatomopatologa, ritengo che vi siano limiti oggettivi che le impediranno di superare il confronto processuale, che, a mio avviso, alla fine risulterà perdente o, comunque, non porterà a una conclusione soddisfacente. Questa, naturalmente, è una mia opinione personale”. E dei dubbi su Sebastiano Visintin, marito di Liliana: “Io mi sono fatto l’idea che qualcuno stia, come dire, giocando col fuoco e che stia recitando una parte che non risponde alla realtà. Tanto per essere chiari, io ho conosciuto bene Sebastiano Visintin, il marito. L’ho conosciuto, ci ho parlato, l’ho sondato. E devo dire una cosa: ho la sensazione che ci stia prendendo in giro tutti. In quale senso? Nel senso che, essendo lui un narciso di prima qualità, ritengo che stia abilmente giocando con le ambiguità e con le difficoltà di accertamento dei fatti che tutti quanti conosciamo, e che sia lui stesso a creare situazioni di confusione e quindi di ulteriore difficoltà di diagnosi nella consapevolezza che la donna si sia suicidata, e che lui stia cercando grande pubblicità. È un malato di pubblicità”.