Non si fermano neppure alla vigilia di Ferragosto le indagini in via del Ciclamino. Gli uomini di Paci vogliono dare un volto e un nome al killer di Pierina Paganelli e hanno evidentemente dato una stretta. L’obiettivo è quello di chiudere il cerchio prima dell’udienza fissata per discutere dell’istanza di riesame depositata dall’Avv. Fabbri e dalla criminologa Roberta Bruzzone. Sono questi ultimi infatti a difendere Louis Dassilva. L’unico, per ora, ad essere indagato per la morte dell’ex infermiera in pensione. Dunque, proprio tale volontà ha portato nuovamente la sera dell’8 agosto gli uomini della squadra mobile e la polizia scientifica a ripetere l’esperimento giudiziale nel garage dove è stata uccisa Pierina. Una notte di sopralluoghi e ulteriori prove tecniche, con telecamere per ricostruire quanto accaduto la sera del 3 ottobre 2023. Un nuovo figurante e nuove simulazioni verosimilmente replicando il video delle telecamere della vicina farmacia che secondo chi indaga avrebbe ripreso Dassilva negli istanti immediatamente successivi al delitto. Secondo indiscrezioni, proprio il nuovo figurante avrebbe avuto le stesse caratteristiche del trentaquattrenne senegalese, avrebbe indossato un cappellino al contrario e tenuto sottobraccio una tuta da lavoro. Sappiamo che gli esami sul Dna maschile isolato sul cadavere e sugli effetti personali della povera Pierina saranno disponibili i primi di settembre. Sorge spontanea una domanda. Il Dna è da considerarsi una prova regina. Perché allora ripetere l’esperimento giudiziale già espletato mesi fa? Il profilo genetico di per sé sarebbe in grado di incastrare l’assassino sulla scena del crimine. Forse qualcosa non torna nella ricostruzione?
“Esattamente. È l'analista che ha la responsabilità di decidere se un profilo genetico sia idoneo o meno alla comparazione. Le linee guida dei Genetisti Forensi Italiani sono molto chiare a riguardo: un profilo genetico che presenta almeno dieci marcatori è considerato idoneo per una comparazione, anche in presenza di complessità. Se, invece, i marcatori sono meno di dieci, il profilo potrebbe essere potenzialmente idoneo, ma non è una certezza. E in casi estremi, quando l'elettroferogramma non presenta alcun allele o solo pochi, si può considerare il profilo inidoneo alla comparazione”. Nel caso specifico di Pierina Paganelli, si è parlato molto del Dna ritrovato sulla scena del crimine. Cosa succederebbe se non dovesse appartenere a Louis Dassilva? Spieghiamolo bene perché c’è tanta confusione. “In quel caso, si procederebbe con l'inserimento del profilo genetico maschile riscontrato sui reperti nella banca dati nazionale, per verificare se esiste un Dna compatibile tra quelli già registrati. È una procedura standard che permette di ampliare le possibilità di identificazione dell'autore del reato”. In attesa che i riscontri investigativi diano le loro risposte, ho approfondito la questione con la criminalista Katia Sartori, membro dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi del Generale Luciano Garofano, certificata negli States in Lofoscopia forense avanzata e sopralluogo tecnico sulla scena del crimine. La Dottoressa Sartori, nota alle cronache per aver smascherato dai pizzini Matteo Messina Denaro e per essere consulente nel caso di Alice Neri e Denise Pipitone, mi aiuta oggi a guidarvi nello spinoso campo delle analisi genetiche. “Occorre fare un inciso. Quando si parla di genetica forense, ci si riferisce a un campo estremamente complesso, dove ogni dettaglio è fondamentale. Prima di arrivare a una vera e propria interpretazione del profilo, esistono diverse fasi propedeutiche, dei criteri analitico-valutativi che ogni genetista deve applicare per valutare correttamente i risultati ottenuti”. Quindi non è solo una questione di analisi, ma anche di valutazione da parte di chi esamina i dati.
Con conseguente ampliamento delle indagini. “Senza dubbio. Sarebbe necessario per l'organo inquirente considerare un numero maggiore di persone da indagare, soprattutto coloro che avevano accesso a quel luogo e conoscevano bene la vittima. Ventinove coltellate non sono un numero casuale: rappresentano un movente emotivo molto potente. Difficilmente possiamo immaginare che il killer sia un estraneo o una persona non legata in modo stretto alla Paganelli. Chi ha ucciso quest’ultima conosceva bene i luoghi e le abitudini”. Quindi conviene con me che è da escludere la possibilità di un intervento di terzi estranei al contesto familiare o lavorativo di Pierina? “Assolutamente. Mi sento di escludere piste fantasiose su ipotetici soggetti terzi e maggior ragione escluderei la necessità di campionare tutti i condomini residenti in via del Ciclamino”. Insomma, escluderei le “fantapiste”, peraltro mai prese in considerazione dalla Procura di Rimini proprio perché lontane dalla verità”. Per quanto riguarda le indagini in corso, sembra che ci sia stato un lavoro di investigazione di elevato spessore. “Senza dubbio molto approfondito. Le intercettazioni ambientali e telefoniche effettuate sono state imponenti, indice di una volontà precisa di esplorare ogni pista possibile. Tuttavia, nonostante tutto, non è ancora stato notificato alcun avviso di conclusione delle indagini preliminari. Louis Dassilva rimane l'unico indagato al momento, ma le indagini sono ancora aperte, e non possiamo escludere che nelle prossime settimane ci siano sviluppi importanti, magari persino colpi di scena”. Che cosa si aspetta Sartori? “Che si arrivi presto alla verità, per rendere giustizia alla memoria di Pierina Paganelli e per dare pace ai suoi figli, le vere vittime di questa tragedia. È fondamentale che la verità emerga attraverso il lavoro delle autorità, lontano dai riflettori e dalle speculazioni mediatiche”. Pierina Paganelli avrà giustizia? Io penso di sì e conviene con me anche la dottoressa Sartori. Chi coordina le indagini è una cintura nera della magistratura, il Dottor Daniele Paci. Che, non dimentichiamolo, ha assicurato alla giustizia, tra gli altri, i fratelli Savi della banda della Uno Bianca. Davvero credete che si lasci sfuggire i(L) killer di via del Ciclamino? Il delitto perfetto non esiste.