Di ciò che riguarda il caso dell’omicidio di Pierina Paganelli sentiamo parlare soprattutto (giustamente) gli esperti, gli avvocati. Bisogna leggere le carte per capire come sono andate realmente le cose. Talvolta, però, i protagonisti della vicenda prendono parola in prima persona. È il caso di Manuela Bianchi, che ha deciso di esporsi a Pomeriggio Cinque News di Simona Branchetti. Ha parlato di tutto: della relazione con Louis Dassilva, dei messaggi cancellati sulla scena del crimine, di come è cambiata la sua vita. E di sua suocera, Pierina Paganelli. Una conversazione aperta e completa, il quadro generale di tutta questa storia, per come è stata vissuta da una delle sue figure principali. “Sono tutt’ora convinta dell’innocenza di Louis e sono convinta che lui riuscirà a dimostrare la sua innocenza e potrà tornare a casa dalla sua famiglia”, ha detto all’inizio. Una convinzione che ha resistito anche alla rottura con il senegalese, ma che non si sostituisce alla fiducia nella procura di Rimini “che se ha deciso di prendere una decisione del genere sicuramente ha i suoi buoni motivi”. E che dire di quella lettera che Louis ha scritto alla moglie, Valeria Bartolucci, in cui dice di “vergognarsi per ciò che ha fatto”? “Chiede scusa della sofferenza che ha procurato alla moglie, che abbiamo procurato... Della vergogna che prova perché tutta Italia è venuta a sapere di questa frequentazione ed è profondamente dispiaciuto perché avrà visto sicuramente soffrire molto la moglie”. Nessun significato ulteriore, dunque, per Manuela. Sulle intercettazioni ambientali, invece, raccolte durante un suo colloquio con Louis, ha le idee chiare: “Ricordo che ero assolutamente conscia che eravamo registrati. Se avessimo dovuto parlare di cose che la gente può sospettare adesso sicuramente non sarebbe stato il luogo giusto”. Impossibile, quindi, suggerisce la donna, considerare le loro parole come rilevanti ai fini di un’ipotetica ammissione di colpa.
I maggiori dubbi di Manuela riguardano l’accanimento nei confronti di Dassilva, dato che, a suo dire, sulla scena del crimine era presente anche il ragazzo moldavo che vive nello stesso palazzo (colui a cui la stessa Bianchi, durante un colloquio con Louis, si riferiva con la frase: “Mi hanno fatto subito il tuo nome, mica quello dell’altro”). Le domande di Simona Branchetti, poi, ritornano sulla relazione amorosa che legava la donna all’unico indagato per l’assassinio di Pierina: “Se non avessi sperato di poter avere una relazione con lui alla luce del sole non avrei neanche iniziato questa storia”. Ecco quindi il senso della pausa di riflessione dal marito Giuliano Saponi, le conversazioni con gli anziani dei testimoni di Geova e con i parenti. La cosa per Manuela Bianchi, pare, poteva diventare seria. Ma per Dassilva evidentemente no. Il fatto che i due amanti avessero, come emerso dalle indagini, cancellato le chat in un momento del genere (sulla scena di un crimine) è fin dall’inizio uno degli aspetti più controversi del caso. Avevano paura, ammette Manuela, delle verifiche che necessariamente avrebbero dovuto fare gli inquirenti. Che il marito o altri venissero a conoscenza dei dettagli della sua storia con Louis. Non riesce a spiegarsi, invece, la presenza del dna dell’amante sul corpo della vittima, dato che di fronte a lei Dassilva non avrebbe mai toccato il corpo. In un’intercettazione, però, Manuela pronuncia alcune parole ambigue: “Forse ho esagerato, l'ho mandato fuori di testa Louis”. Qual era il senso di questa espressione? La “follia” dell’amante come potrebbe essersi manifestata? “Questa frase non la ricordo, se ce l'avete sicuramente l'ho detta, forse perché ero più pressante io riguardo alla frequentazione, allora mi sono detta ‘forse ho esagerato’”. Poi, sempre parlando di Dassilva, si lascia andare: “Sì, mi manca”.
Poi l’ammissione di essersi spaventata dopo le minacce che Valeria Bartolucci le ha rivolto (“Starò bene solo quando sarai morta”): “Queste parole mi fanno paura e mi aspetto che Valeria possa fare qualche azione violenta nei miei confronti, o fatta da lei o fatta fare da altri”. In chiusura, invece, nega di aver mai pensato di vendere la casa in cui viveva con Giuliano Saponi. Amore, soldi e gelosie: nel caso dell’omicidio di Pierina Paganelli diversi piani di lettura si sovrappongono. Resta da capire quale delle piste possa essere quella giusta per il riconoscimento dell’assassino.