Le indagini sul delitto di Pierina Paganelli continuano a ritmi serrati, ma i colpi di scena sul caso di Rimini sembrano non finire mai. È di ieri la notizia dell’iscrizione di Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva, nel registro degli indagati. La donna è stata denunciata da Manuela Bianchi per il reato di atti persecutori dopo essere stata bersaglio di insulti, minacce e persino di un’aggressione fisica dinnanzi alle telecamere. Più rilevante, però, per chi scrive è l’ennesimo sopralluogo svolto nel pomeriggio del 22 luglio dalla squadra mobile in via del Ciclamino. Che cosa si va ancora cercando? Torniamo lì da dove tutto è cominciato, sulla scena del crimine. Secondo quanto emerso dalle telecamere di sorveglianza della farmacia, Louis avrebbe mentito sui movimenti della sera del 3 ottobre. Lui ha riferito di essere rincasato alle 19:00 e di non essere più uscito fino alla mattina successiva. Le immagini in questione però lo sconfessano. Lo immortalano infatti alle 19.26 e alle 22.17. In quest’ultimo caso circa sette minuti dopo la consumazione del delitto. Ma non solo. Quei frame potrebbero ancora complicare la sua posizione in ordine ai vestiti indossati. Dai video emerge come quel giorno Dassilva indossasse una maglia a manica corta bianca, un pantalone della tuta grigia e delle scarpe nere con la suola bianca. Louis, però, ha in un primo momento consegnato una maglia bianca a maniche lunghe, un pantalone nero e delle scarpe bianche. I vestiti cristallizzati dalle telecamere, dunque, sono stati sequestrati circa un mese dopo il delitto. Lavati. Verosimilmente ventinove coltellate devono aver inevitabilmente intriso gli abiti dell’assassino con il sangue della vittima. E a proposito di sangue, orari e ripulitura della scena del crimine, vi do qualche dettaglio in più. Ventinove coltellate, dicevamo, sono parecchie. Eppure, dal sopralluogo non sono emerse tracce di sangue oltre a quelle rinvenute nel vano dove si trovava il cadavere di Pierina in posizione supina. E, anzi, il sangue presente su quest’ultimo e sul pavimento era contenuto. Anche considerando che l'omicidio si è consumato tra due porte tagliafuoco rettangolari con una lunghezza di 540 cm e una larghezza di 144 cm, la limitata presenza di tracce di sangue rimane sospetta e continua a suggerire una possibile manipolazione della scena del crimine. Louis ha agito da solo? Grazie all’audio registrato da uno dei garage dei condomini si è potuto stabilire, dall'ascolto delle urla strazianti della povera Pierina, che l'aggressione è iniziata alle ore 22.13.31 quando sono registrate le prime urla della donna. Aggressione che si è protratta per ulteriori secondi rispetto al momento in cui si è ascoltato l'ultimo urlo della vittima. Vale a dire circa undici secondi dopo. In più, secondo quanto accertato dalla Polizia Scientifica, tra le ore 22.13.43 e le ore 22.13.45 sarebbero stati percepiti alcuni suoni vocali con tono alto e greve. Suoni emessi dall’assassino.
Torniamo alla scena del crimine. Le porte tagliafuoco avrebbero potuto contenere il sangue in un'area delimitata, ma con ventinove coltellate, mi sarei comunque aspettata una dispersione significativa di sangue entro questa area. Cosa che, però, secondo quanto emerge, non si sarebbe verificata. Dunque, da tale angolo di visuale è probabile che la scena sia stata ripulita. Da chi e come? È evidente che le porte tagliafuoco avrebbero potuto limitare la diffusione del sangue, ma non al punto di far sparire le tracce ematiche oltre il punto di ritrovamento del corpo. Chiaramente a meno che non ci sia stata una pulizia intenzionale. In un ambiente delimitato come quello descritto, ogni movimento e interazione che produce sangue sarebbe ancora più evidente. Ancor più nel dettaglio, la presenza di superfici chiuse e delimitate tra le porte tagliafuoco potrebbe aver facilitato l'uso di detergenti e strumenti per rimuovere il materiale ematico in modo efficace, lasciando solo quello nell’immediatezza del cadavere. Il tempo in cui si è consumato l’omicidio, si è detto, è stata questione di secondi. Louis viene ripreso alle ore 22.17 probabilmente, secondo chi indaga, mentre va a disfarsi dell’arma. Il corpo di Pierina verrà rinvenuto solamente la mattina successiva intorno alle 8.20-8.30. Tempo ce n’è stato. Ammesso che l’assassino sia il senegalese, ha ripulito la scena del crimine? E nel caso di risposta affermativa ha potuto davvero fare tutto da solo? Così argomentando bisognerebbe suppore che sia stato un assassino fortunato. Pur senza vigilanza, quindi senza nessuno che lo avvisasse circa l’eventuale discesa nel garage, è riuscito ad agire inosservato. Le coincidenze sulla scena del crimine non esistono. Dassilva aveva comprato un biglietto open per il Senegal.