Le indagini sulla morte di Pierina Paganelli proseguono, tra l’intreccio giudiziario che coinvolge la nuora della vittima, Manuela Bianchi, e l’ex amante Louis Dassilva, unico indagato attualmente in carcere. Un intreccio a cui si aggiunge il clamore mediatico dell’inchiesta giornalistica delle Iene su Davide Barzan, il “criminalista d’Italia” e legale di Bianchi su cui si è scagliata la moglie di Dassilva, Valeria Bartolucci. Scavando nel suo passato, si è scoperto il passato fosco di una figura oggi centrale nell’omicidio Paganelli: posti di lavoro promessi in cambio di soldi, utilizzo di assegni falsi e una condanna definitiva a 6 mesi di reclusione – poi sospesi – per truffa nel 2023. Ed è proprio su Barzan che convergono le accuse di Bartolucci, in una piega mediatica della vicenda che però pare intrecciarsi con quella giudiziaria. La moglie di Dassilva, che ha sempre difeso il merito accusando Bianchi di averlo circuito per incastrarlo nell’omicidio, ritiene che Barzan abbia spinto la sua assistita a convincerlo ad assumersi la responsabilità del fatto: “Facciamo confessare Louis, poi troviamo un tossico disposto a prendersi la colpa per 5.000 euro”, sarebbe la fantasiosa strategia di Barzan.

Intanto, il giudice per le indagini preliminari, Vinicio Cantarini ha deciso di lasciare in carcere Dassilva, respingendo l'istanza di scarcerazione presentata dai legali del 35enne senegalese in carcere dal 16 luglio scorso. Nella sentenza Cantarini ha citato un “clima emotivo" che potrebbe spiegare l'omicidio di Pierina Paganelli. Un clima ricostruito grazie alla testimonianza di Manuela Bianchi, nuora della vittima ed ex amante di Dassilva, di fatto divenuta la principale teste a carico dell’indagato. Bianchi, anch’essa indagata per favoreggiamento, ha raccontato che la mattina del ritrovamento del cadavere, il 4 ottobre 2023, c'era Dassilva. Fu lui a dirle cosa fare, chi avvisare e come dissimulare la loro relazione. C’è voluto quasi un anno e mezzo affinché Bianchi fornisse questi, fondamentali elementi di indagine: “Ero profondamente combattuta - ha detto la donna in interrogatorio - il mio cuore tirava da una parte ma la mia mente cercava di capire. Non ho fatto domande troppo esplicite con le quali l'avrei messo in grosse difficoltà”, scrive oggi l’Ansa citando la teste.

Bianchi ha poi commentato con poche parole la decisione del gip di lasciare in carcere Dassilva: “È una storia tristissima, ma non voglio commentare la decisione del giudice”. Sono state proprio le dichiarazioni di Bianchi, che ha detto di essere stata informata dalla notizia dai giornalisti, a convincere il magistrato a prendere questa decisione. Nel corso dell’incidente probatorio, durato tre giorni, il giudice avrebbe rilevato pesanti indizi a carico del metalmeccanico senegalese.
