Ieri sera abbiamo assistito ad una puntata de Le Iene che ha lasciato tutti letteralmente a bocca aperta per l’inchiesta di Gaston Zama su uno degli omicidi di cui da mesi si parla in tutte le trasmissioni televisive e su tutti i quotidiani a tutte le ore del giorno e della notte. Una vicenda intricatissima quella della morte della povera Pierina Paganelli, tanti dubbi, tanti interrogativi, parecchie stonature, come il fatto che spesso alcuni protagonisti paiono essere più interessati a mettersi in mostra sui media che a trovare l’assassino e rendere giustizia alla vittima e ai suoi figli, i quali, a onor del vero, in televisione e sui giornali non ci sono mai voluti andare. Sin dalle prime ore successive al delitto gli inquirenti e i media avevano attenzionato quattro persone: Manuela Bianchi, nuora della vittima, Loris Bianchi, fratello di Manuela, Louis Dassilva vicino di casa della vittima nonché amante della Bianchi e Valeria Bartolucci, moglie di Dassilva. Sin dalle prime ore successive al delitto i quattro non si sono certo risparmiati nell’occupare la gran parte dei programmi dell’intero palinsesto delle reti generaliste e la colpa, va detto, non è certo delle redazioni o dei giornalisti che certamente non hanno puntato loro un’arma alla tempia ma hanno solamente esercitato il sacrosanto diritto dovere di cronaca. Il coltello, casomai, è stato puntato contro una donna di oltre settanta anni che è stata barbaramente assassinata nel garage di casa sua mentre rincasava e, dopo più di un anno e mezzo, non c’è ancora certezza su chi le abbia potuto riversare addosso tutto quell’odio. Ora, sempre dopo più di un anno e mezzo, Valeria Bartolucci si decide a raccontare la sua verità a Gaston Zama e nel farlo rivela fatti che, se verificati, sarebbero di una gravità enorme. La Bartolucci racconta all’inviato delle Iene di aver denunciato Davide Barzan perché avrebbe scoperto che il criminalista consulente di Manuela Bianchi non è un avvocato, e su questa sua affermazione pare ormai non esserci più alcun dubbio perché lo stesso Barzan, messo alle strette da Zama che lo ha intercettato in un centro commerciale, ha dovuto ammettere di non essere un avvocato anche se sarebbe laureato in giurisprudenza e avrebbe una specializzazione in criminologia. Dato che c’è una denuncia, saranno i magistrati a stabilire se Barzan si sia dichiarato avvocato in varie occasioni come riportato dalla Bartolucci, e sia quindi passibile del reato di esercizio abusivo della professione. Ciò che desta maggiore preoccupazione è un altro fatto raccontato dalla moglie di Dassilva anche perché, va ricordato, quest’ultimo si trova in carcere dallo scorso luglio come unico imputato per l’omicidio di Pierina Paganelli.

La Bartolucci ha dichiarato che dopo il delitto, per mettere a tacere le voci sempre più insistenti che riferivano di una liason tra suo marito Louis e Manuela, quest’ultima avrebbe consigliato di rivolgersi a Davide Barzan, un avvocato di un prestigioso studio legale che avrebbe fatto da mediatore con la stampa e avrebbe evitato a lei, al marito e ai fratelli Bianchi di doversi continuamente esporre sui media. Barzan avrebbe a sua volta coinvolto un investigatore privato, Ezio Denti, ed entrambi avrebbero consigliato al quartetto attenzionato dai media e dall’opinione pubblica di indurre Louis Dassilva a confessare l’omicidio di Pierina nonostante fossero certi della sua innocenza. Questo perché il senegalese Dassilva, tra i quattro, era l’unico straniero e sarebbe stato più facile poi tirarlo fuori di galera. Una premessa, già questa, che farebbe rizzare i capelli in testa a chiunque, ma non è tutto. Sempre secondo il racconto che la Bartolucci ha fatto alle Iene, Dassilva sarebbe stato scarcerato dopo aver trovato un tossicodipendente che per 5000 euro avrebbe accettato di addossarsi la colpa del delitto dicendo che si era trattato di un tentativo di rapina andato male.

La storia ha davvero dell’incredibile, e se i fatti venissero confermati sarebbero di una gravità inaudita, perché ciò che emerge dal racconto della Bartolucci è che un criminalista che, secondo la sua versione dei fatti, si spacciava per avvocato e un investigatore privato sarebbero stati più interessati a buttare in galera un cristiano qualunque per mettere a tacere i rumors e le prurigini intorno ad un omicidio, piuttosto che far arrestare il vero responsabile dell’assassinio della signora Pierina Paganelli. Ma la vera domanda è: possiamo sapere se Valeria Bartolucci ha reso le dichiarazioni fatte a Gaston Zama anche agli inquirenti? E se sì, quando lo avrebbe fatto? In altre parole, la Procura è al corrente delle accuse pesantissime che la Bartolucci ha fatto a Barzan e a Denti? Perché, se è lecito domandarsi e domandare come mai Manuela Bianchi si sia decisa a raccontare agli inquirenti la sua verità solo dopo 17 mesi dall’omicidio, è altrettanto lecito chiedersi perché Valeria Bartolucci abbia deciso di farlo solo ora o se lo abbia già fatto nell’immediatezza dei fatti. In altre parole la Procura è al corrente del fatto che qualcuno, secondo la versione della Bartolucci, voleva fare in modo che Dassilva facesse da capro espiatorio? Al di là della verità storica che speriamo davvero possa venire a galla e di quella giudiziaria che sarà sancita dal processo, a mio avviso anche l’opinione pubblica ha il diritto di essere informata su una vicenda sulla quale i protagonisti hanno fornito, sempre a favore di telecamera, tante versioni che poi hanno candidamente ritrattato raccontando tutto e il contrario di tutto senza nemmeno battere ciglio. Roba da serie su Netflix che si candida al premio Oscar.
