Alberto Stasi e Stefania Cappa si abbracciano in caserma, lontani dagli occhi esterni, o almeno, così credevano. Ma oggi quelle immagini fanno rumore. E con loro, tornano domande senza risposta…
Un abbraccio. Silenzioso, lungo, forse teso. È il 17 agosto 2007, sono passati appena quattro giorni da quando Chiara Poggi è stata trovata senza vita nella villetta di via Pascoli a Garlasco. In una caserma, sotto l’occhio di una telecamera nascosta, due ragazzi si stringono forte. Lei è Stefania Cappa, cugina della vittima. Lui è Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara e, anni dopo, condannato a 16 anni dalla Corte di Cassazione per averla uccisa. Le immagini, rimaste per 17 anni negli archivi dei carabinieri, sono finite ora in tv, grazie a Chi l’ha visto?. Mostrano un momento che oggi potrebbe suonare sinistro. Il militare esce dalla stanza con una scusa, per prendere una bottiglia d’acqua, e li lascia soli. Stasi allarga le braccia, Stefania ci si infila dentro. “Non mi lasciano stare”, sussurra lei. “Chi?”, chiede lui. “Loro”, risponde. “Neanche a me. Pensano che sono uno stronzo”. Poi, quella frase che pesa come piombo: “Ma com’era Chiara?”, domanda Stefania. “Me lo stai chiedendo?”, replica Stasi, incredulo. Si tocca il petto. “Ho come un flash. L’ho vista con qualcosa di bianco in faccia”. Il video si interrompe. E da lì, oggi, riparte tutto.


Perché proprio Stefania Cappa è finita di nuovo sotto i riflettori. Mai indagata, mai formalmente coinvolta. Eppure un testimone l’avrebbe vista, tanti anni fa, gettare un oggetto in un canale a Tromello, a pochi passi dalla casa della nonna. I carabinieri hanno perquisito. E dal fondale sono emersi alcuni oggetti: un bracciolo in ferro, forse delle forbici, e un martello. Tutti “potenzialmente utili”, dicono gli inquirenti. Il martello, in particolare, potrebbe avere un ruolo chiave: è l’oggetto che manca dalla casa dei Poggi. E che, secondo i periti, potrebbe essere proprio l’arma del delitto. Ma non è finita. L’inchiesta si allarga anche ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, oggi indagato per omicidio in concorso. I carabinieri hanno sequestrato telefoni, computer, appunti e vecchi diari segreti. E ora si aspetta l’esito dell’incidente probatorio. Suggestioni o svolta? Ancora non è chiaro. Ma quell’abbraccio, oggi, più che consolare, sembra raccontare un’altra storia.

