Il carcere conferma: nessuna infrazione alle prescrizioni. Per Stasi, già fuori da aprile, si apre ora la strada verso i servizi sociali.
Un omicidio irrisolto, una condanna mai pienamente accettata, una libertà a metà…
Alberto Stasi resta in semilibertà. Nonostante il ricorso della Procura Generale, la Cassazione non ha trovato vizi gravi nella decisione del Tribunale di Sorveglianza. Il bocconiano condannato per aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi nel 2007, continuerà a uscire dal carcere ogni giorno. Nessun colpo di scena. Niente revoca. Nonostante i «vizi di legittimità» denunciati dalla Procura generale di Milano, la Cassazione ha deciso di non annullare la semilibertà concessa ad Alberto Stasi. Il 41enne ex studente della Bocconi, in carcere da dieci anni per omicidio, potrà continuare a uscire ogni mattina dal carcere di Bollate per rientrare la sera, con più di dodici ore d’aria al giorno. La decisione arriva dopo settimane di tensione, scatenate da un’intervista rilasciata da Stasi a Le Iene lo scorso marzo. Intervista realizzata durante un permesso premio e finita sotto la lente della Procura generale, secondo cui quella chiacchierata non aveva nulla a che vedere con «ricongiungimenti familiari, lavoro o cultura», unici motivi validi per ottenere quei permessi.


Ma la Corte ha scelto la linea morbida: rigettato il ricorso. La sorveglianza, a suo tempo, si era basata sulle relazioni positive del carcere di Bollate, sottolineando come Stasi, pur continuando a dichiararsi innocente, avesse mostrato un «comportamento in linea con l'accettazione della condanna» e «empatia verso la vittima». La Procura aveva puntato tutto su una presunta violazione delle regole: l’assenza di autorizzazione per l’intervista e i dubbi sul comportamento di Stasi. Ma secondo i giudici della Cassazione non c'è stata infrazione: «L’intervista è stata registrata durante il permesso e non ha violato le prescrizioni». A confermarlo anche il direttore del carcere Giorgio Leggieri. Così, il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza resta valido. Dal 28 aprile Stasi è formalmente in semilibertà. E ora, con la Cassazione che non lo ferma, può anche pensare al prossimo passo: l'affidamento in prova ai servizi sociali. La libertà piena è un po’ più vicina. E Chiara? Resta sepolta dietro una verità giudiziaria che non ha mai convinto tutti.

