L’inchiesta condotta da Alessio Lasta per “Lo stato delle cose”, la trasmissione di Massimo Giletti in onda su Rai3, ha sollevato il velo su presunte irregolarità all’interno del patronato Inca-Cgil. Dalle pratiche duplicate alle richieste di denaro per prestazioni gratuite, passando per firme fasulle e pensioni inesistenti, il quadro delineato appare inquietante. Ma qual è il meccanismo che ha permesso queste presunte distorsioni? Per legge, i patronati vengono finanziati attraverso i fondi del Ministero del Lavoro, che derivano dallo 0,199% dei contributi previdenziali Inps versati dagli italiani. Più pratiche gestite equivalgono a più punti, e più punti si traducono in maggiori finanziamenti. Tuttavia, l’inchiesta ha messo in luce come questa logica abbia aperto la porta ad abusi: pratiche duplicate, mandati inesatti o assenti e attività registrate più volte con lo stesso codice fiscale per gonfiare i numeri e incassare più fondi.
I risultati dell'ispezione di New York
Il 25 ottobre 2023, gli ispettori del Ministero del Lavoro hanno condotto un’ispezione nella sede del patronato Inca-Cgil di Astoria, nel Queens di New York, analizzando le attività relative agli anni 2020 e 2021. I risultati sono stati sconvolgenti. Nel 2020, su 770 punti dichiarati, solo 4 sono stati convalidati, con una decurtazione del 99,5%. L'anno successivo è andata ancora peggio: su 263 punti dichiarati, solo mezzo punto è stato ritenuto valido, pari a una decurtazione del 99,8%. Secondo gli ispettori, molte pratiche erano viziate da mandati irregolari o inesistenti, e in alcuni casi erano intestate a persone non presenti nei database Inps o non aventi diritto. Le irregolarità riscontrate riguarderebbero pratiche fondamentali per i cittadini italiani residenti all’estero, come pensioni di reversibilità, dichiarazioni dei redditi, assegni sociali e permessi di soggiorno. In molti casi mancavano le firme necessarie per il mandato, oppure le pratiche risultavano duplicate, gonfiando artificialmente i numeri. Gli ispettori hanno annullato la quasi totalità delle pratiche verificate: 316 su 324 nel 2020 e 319 su 320 nel 2021.
Dopo la messa in onda dell’inchiesta, Cgil e Inca hanno risposto con durezza, definendo le accuse false e diffamatorie. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha attaccato sia la trasmissione che l’autore dell’inchiesta, Alessio Lasta, annunciando azioni legali contro la Rai. Tuttavia, i dati forniti dall’ispezione del Ministero del Lavoro sono destinati a pesare nel dibattito pubblico. Stasera, durante la puntata di “Lo stato delle cose”, verranno mostrati in esclusiva i verbali dell'ispezione, che dettagliano ulteriormente le irregolarità riscontrate. Tra queste, spiccano pensioni di reversibilità gestite senza i mandati necessari e assegni sociali assegnati senza provvedimenti finali. Con il 99% delle pratiche dichiarate nulle in due anni consecutivi, la vicenda solleva interrogativi sul controllo e la trasparenza dei patronati italiani, in particolare all’estero. Questa storia è ben lontana dall’essere conclusa, e il suo impatto potrebbe andare oltre il caso specifico dell’Inca-Cgil, mettendo in discussione l’intero sistema di gestione dei fondi pubblici destinati ai patronati.