Imane Khelif continua il suo tour mediatico dopo le polemiche, tuttora irrisolte, delle Olimpiadi di Parigi. Dopo la copertina su Vogue è il turno della televisione italiana. Khelif infatti è stata ospite di Massimo Giletti a “Lo stato delle cose”, per un'intervista che ha toccato tutti i punti delicati che sono stati al centro dei vari e accesissimi dibattiti, dal match con Angela Carini fino a oggi, ma soprattutto le ultime news relative al famoso report tirato fuori dal giornalista francese Djaffar Air Aoudia, il quale sosteneva la possibile presenza di una condizione nota come deficit della 5-alfa reduttasi. Questa condizione, associata a cromosomi XY, comporterebbe caratteristiche biologiche maschili non evidenti alla nascita. Secondo i test, Khelif avrebbe dei testicoli interni e non avrebbe utero, e questo darebbe fiato a chi ha sollevato questioni sulle sue prestazioni olimpiche. In studio da Giletti, con Imane Khelif, anche Vladimir Luxuria e Mauro Mazza. Due voci contrapposte, com’era facile immaginare. Mazza, già direttore del Tg2 e finito al centro delle polemiche con Roberto Saviano sul mancato invito alla Buchmesse. Su X, ex Twitter, al tempo delle Olimpiadi Mazza scrisse un post a riguardo: “Siamo tutti Angela Carini”, con annessa fotografia della pugile italiana. Luxuria, al contrario, si prodigò in un video per dire che le polemiche su Khelif erano tutte fake news create per alimentare l’odio, che la pugile algerina era nata donna ma aveva solo alti livelli di testosterone, e che chi diffondeva fotomontaggi e meme su Imane era un maniaco schifoso.
A proposito di fotomontaggi, di recente c’è stata una polemica su X tra il rossobruno Marco Rizzo e il Grande Flagello. Rizzo ha condiviso una foto falsa dell'atleta Imane Khelif che mostra un fisico maschile, per protestare contro la partecipazione di "uomini nelle competizioni femminili", usando parole simili a quelle che aveva detto Donald Trump sugli uomini che picchiano le donne. La pagina satirica Il Grande Flagello ha criticato Rizzo, accusandolo di diffondere contenuti falsi in modo consapevole o di non saper distinguere una foto reale da una manipolata. Ma andando a ritroso non sono poche le voci che si sono espresse contro la pugile algerina. Da JK Rowling a Martina Navratilova, ex tennista e voce critica su questi temi, la quale ha recentemente affermato che Khelif, considerata “biologicamente maschio”, non avrebbe dovuto gareggiare contro donne, e ha criticato la decisione del CIO di permettere la sua partecipazione. Poi è stata la volta di Caitlyn Jenner, ex atleta ora transgender e sostenitrice di Trump, che in occasione della vittoria di Donald contro Kamala Harris ha scritto che “non vedeva un uomo pestare così duro una donna dai tempi delle Olimpiadi”. Finite le gare, poi, Imane è diventata una sorta di icona della moda, dando nuova linfa alla vena polemica dei commentatori. Dagospia, dopo averla vista alla Fashion Week, l’aveva definita “un trans del Prenestino”. Il disgraziato sito, come si autodefinisce, ha sottolineato come la campionessa algerina sembri “tentare di esprimere femminilità”, senza riuscirci davvero. Poi è stata la volta dell’intervista su Vogue, dove la pugile ha raccontato il suo percorso di sacrificio e determinazione, condividendo episodi della sua vita difficile in Algeria, come la necessità di vendere pane e raccogliere plastica per potersi allenare, e spiegando come siano state la sua resilienza e la sua fede a fornirgli gli strumenti necessari per superare gli ostacoli, polemiche comprese. Nella stessa intervista ha anche spiegato che la sua carriera è anche un messaggio di empowerment per le donne che combattono per i propri sogni, indipendentemente dalle sfide che si trovano ad affrontare. Ma vediamo cos'ha detto Imane Khelif da Massimo Giletti.
La parola chiave usata da Khelif durante l'intervista è “successo”. L'ha usata, ripetuta, ha insistito sul concetto, più e più volte. Il successo è stata la sua risposta a tutto. Il desiderio di rivalsa, reso efficace dalla vittoria olimpica, è in grado di spiegare tutto ed è più forte delle polemiche, per la campionessa algerina. Giletti ha affrontato tutto ciò che è stato detto su di lei, ma la risposta è sempre una. Così, quando il presentatore le ha chiesto dell'ultimo report in cui si sosteneva che lei avesse i testicoli interni, Khelif ha risposto che il giornalista è franco-algerino, e che potrebbe avere una forma di risentimento verso la madrepatria, accentuato dall'invidia per il successo sportivo. Lo stesso vale per le critiche, i meme e le accuse che sono arrivati da tutte le parti del mondo: è invidia, ha assicurato Imane Khelif. Io ho successo, e gli altri vorrebbero essere come me: questo il senso delle sue dichiarazioni. Su Angela Carini ha detto invece che la conosce bene, che non ce l'ha con lei in nessuna maniera. È stata la pressione su di lei a farla agire in quel modo alle Olimpiadi, abbandonando il match senza provarci nemmeno. Imane ha raccontato a Massimo Giletti che avrebbe voluto un incontro normale ma invece è stata una farsa. Ha aggiunto poi che non ha più avuto modo di sentire Angela Carini dopo la sconfitta, ma che ha visto un video in cui l'italiana si scusava con lei, e che quindi accetta molto volentieri le scuse: “Angela è una sorella, un'amica. Nello sport è così”. E ancora il successo il tema ricorrente, ma questa volta lo ha augurato alla sua avversaria: “Sei un'amica, ti auguro ogni successo, le persone in certi casi possono sbagliare”. Vince la sportività, per fortuna. Ma l'invidia è dura da mandare al tappeto.