Mentre l'Italia ci si prepara a un autunno di sacrifici e austerità, altrove si brinda. Il governo, con una mano affondata nelle tasche dei cittadini, banche e chi più ne ha più ne metta, con l'altra annaspa tra le pieghe di un bilancio che non trova copertura da nessuna parte. Lo stesso è pronto a varare l’ennesima manovra ormai sempre più “lacrime e sangue”. Tagli qui, sacrifici là e il solito mantra di dover stringere la cinghia per “risanare il debito pubblico” o “assicurare un futuro alle prossime generazioni”. Intanto, nel mondo, tra uno shuttle e l’altro, qualcuno sta per diventare il primo trilionario della storia umana. Avete capito bene, trilionario! Non miliardario, né multimilionario, ma proprio trilionario, con 12 zeri sul conto. Mentre noi, figli del Mediterraneo e del più nobile risparmio, discutiamo se sia più utile tagliare la sanità o l'istruzione, perché scegliere è importante, ci dicono che dall'altra parte del globo qualcuno ride a crepapelle pensando a cosa fare con "one trilion dollar". Un’autostrada verso Marte? Comprare l'Antartide? O magari il governo italiano, giusto per sistemare due o tre cose qua e là. Ma torniamo ai fatti italici, dove si respira già l'odore di sacrifici impacchettati per Natale. La prossima manovra sarà un’altra marcia funebre su quello che rimane del ceto medio. Pensioni congelate, stipendi che sembrano il premio di consolazione di una lotteria truccata e l'inopportuno aumento delle accise che nessuno voleva ma che tutti, in fondo, sapevamo sarebbe arrivato. Nel frattempo, dall'altra parte del mondo e dell'oceano, otto tra i dieci uomini più ricchi del mondo sono seduti sulle loro poltrone ergonomiche a guardare i grafici delle loro fortune lievitare esponenzialmente. Tutti o quasi vengono dal settore tech come Jeff Bezos, Elon Musk, Bill Gates e altri pionieri che con una tastiera e un po' di Wi-Fi hanno trasformato il mondo in una mucca da mungere, spremendo ricchezze mentre noi discutiamo ancora se la fibra ottica o il 5G siano necessari. I magnati della Silicon Valley non solo sono diventati l’emblema dell’iper-capitalismo moderno, ma sono riusciti nell'impresa di rendere irrilevanti interi paesi, nazioni e a quanto pare, interi continenti. Mentre noi stiamo qui a pensare se basterà aumentare il bollo auto per tappare le falle nel bilancio o se creare un unico marchio automobilistico europeo, loro fanno progetti galattici con i soldi che guadagnano in un battito di ciglia. Elon Musk ormai si diletta con i razzi spaziali, Jeff Bezos si immagina di fare shopping su Marte, mentre Mark Zuckerberg, quando non è occupato a consegnare i nostri dati al miglior offerente, sta cercando di costruire un universo parallelo, forse perché questo qui non è abbastanza. La manovra italiana, al confronto, sembra uno sketch di satira mal riuscita. La politica italiana annaspa, indecisa se continuare a far finta che la benzina costi meno di un caffè al bar, considerando che anche la tazzina tanto amata sta diventando un bene sempre più di lusso. Il premier di turno, con la sua cartellina piena di sogni infranti, annuncia solennemente che “servono sacrifici per il bene del Paese”. Ma forse, più che sacrifici, serve solo una connessione e un sistema viario migliore. E chissà magari uno dei prossimi trilionari potrebbe nascere proprio qui, tra un'assemblea di condominio e una fila alle poste per pagare la Tari.
Quello che non torna in questa situazione, e che rende tutto quasi surreale, è il contrasto abissale tra due mondi che sembrano viaggiare su binari opposti ma che al contrario, se arriva una pandemia o una guerra è tutto lì a portata di mano. Da un lato, il governo italiano e molte altre nazioni combattono con la crisi economica, costretti a varare manovre di tagli e austerità, mentre il cittadino medio si trova a fare sacrifici su sacrifici per sopravvivere in un contesto economico sempre più difficile. Dall'altro lato, c’è una ristretta élite di super-ricchi, soprattutto nel settore tecnologico, che continua ad accumulare fortune inimmaginabili nonostante ne bruci altrettante in borsa. L'obiettivo del trilione, secondo stime attendibili, potrebbe arrivare entro 3 anni ed Elon Musk è il più accreditato a ottenere questo primato. Tale divario crescente tra ricchezza estrema e ristrettezze economiche è quello che non torna. In un momento in cui si chiede alla gente comune di stringere la cinghia, una manciata di individui controlla una fetta sproporzionata di ricchezze globali, con fortune che sembrano ignorare del tutto le crisi che affliggono il resto del mondo. La tecnologia, che doveva democratizzare il sapere e migliorare le condizioni di vita, si è trasformata in una macchina per arricchire pochi, mentre interi settori economici e fasce di popolazione restano molto indietro. Non torna che, mentre si dibatte su come risanare il debito pubblico di un paese, il patrimonio personale di alcuni individui supera quello di interi governi. Non torna che la narrativa dominante invita al sacrificio, mentre le ricchezze si concentrano sempre di più in pochissime mani. Il sistema appare rotto, perché mentre si moltiplicano i problemi per la maggioranza, la ricchezza sembra andare sempre più nella direzione opposta, creando una disparità che rende la situazione attuale non solo ingiusta, ma anche insostenibile. In breve, non torna che si chiedano sacrifici a chi già fatica, mentre chi ha accumulato ricchezze immense sembra vivere in una realtà completamente scollegata dal resto del mondo. E in attesa che il governo capisca come rimettere a posto i conti pubblici, noi cittadini comuni possiamo sempre consolarci con il pensiero che, mentre affrontiamo la prossima F-W 2024 di rincari, lassù, tra le nuvole digitali, qualcuno ha già il pensiero rivolto al suo primo scintillante trilion, baby!